Seconda puntata sulla “Trilogia di Fitzwilliam Darcy, gentiluomo” di Pamela Aidan.
Vol. 2: Tra dovere e desiderio.
E’ curioso che sul volume che mi ha soddisfatta di meno abbia così tanto da dire! Servitevi di tè e biscotti più volte…
PIU’ DI QUATTRO MESI IN POCO PIU’ DI DUE CAPITOLI
Fine di novembre – inizio di aprile. Si tratta del periodo tra la partenza di Mr Darcy e dell’amico Charles Bingley dalla casa di campagna di Netherfield Park verso il riparo rassicurante delle loro lussuose dimore londinesi; e l’arrivo di Darcy a Rosings, la sontuosa tenuta di sua zia Lady Catherine de Bourgh, nel Kent, dove egli incontrerà nuovamente i vivaci ed irresistibili occhi neri di Elizabeth Bennet.
Sono i quattro mesi di quel profondo inverno che Jane Austen in Orgoglio e Pregiudizio ha romanzato brevemente dal punto di vista di Elizabeth, divisa tra le pene d’amor perduto di sua sorella Jane (a causa della partenza di Mr Bingley) e le gioie dell’amor trovato della sua più cara amica Charlotte Lucas, divenuta Mrs Collins e trasferitasi a Hunsford, il rettorato di Rosings – il tutto condensato in pochi brevi capitoli (23-26) e, soprattutto, nell’incipit del 27, nella cui mirabile sintesi Jane Austen sembra esaltare la staticità letargica ed ovattata dell’inverno.
L’intento di questo secondo libro della trilogia di Pamela Aidan è colmare questa voragine narrativa in cui Darcy sparisce completamente di scena per scoprire come, al momento dell’inaspettata riunione con Elizabeth, si sia prodotto in lui un evidente cambiamento nell’atteggiamento verso i propri sentimenti nonché verso le scelte compiute fin lì.