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Variazioni sul tema Mr Darcy (2): il vampiro scrive un diario Mr Darcy’s Diary, di Amanda Grange

mrdarcy_diary_Ovvero: due puntate sulla mia esperienza di lettura di due romanzi di Amanda Grange, interamente dedicati a Mr Darcy.
In questo post c’è la premessa: Variazioni sul tema Mr Darcy (ho visto cose che voi umani…) e in questo c’è la prima puntata dedicata a Mr Darcy Vampyre:  Variazioni sul tema Mr Darcy: il vampiro scrive un diario (1) .
Oggi, seconda puntata: Mr Darcy’s Diary di Amanda Grange.

Chi è l’autrice?
Amanda Grange è nata nello Yorkshire (un luogo, un destino…) ed ha passato gli anni dell’adolescenza a leggere Jane Austen e Georgette Heyer. Al suo attivo, troviamo una quantità di romanzi a tema austeniano. Sul suo sito personale, è possibile vedere in quanti libri si è riversato il suo amore per Jane Austen ed in particolare per Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio). Tra i suoi scritti, ci sono i diari di quasi tutti i protagonisti maschili delle opere di Jane Austen tra cui questo Mr Darcy’s Diary, la cui traduzione italiana non è ancora disponibile.

Aggiornamento del 16/10/13: Il Diario di Mr Darcy esce domani per TEA – Tre60 –
Per saperne di più su questa edizione italiana: Il Diario di Mr Darcy, intervista con la traduttrice Gabriella Parisi 

Che cosa ne penso?
Davvero ben scritto, in un inglese alla portata di chiunque ne abbia un po’ di dimestichezza, e rispettoso dell’originale di Jane Austen, non pretende di replicarne lo stile né di inventarsi qualcosa di così nuovo da stravolgere il carattere del personaggio.
In breve, svolge efficacemente il proprio compito di raccontare pensieri e gesta di Mr Darcy durante gli accadimenti di Pride & Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio), un poco dilatati temporalmente, cioè tra il “fattaccio” tra Wickham e Georgiana ed i primi mesi di matrimonio con Elizabeth. Lo fa senza cadere nella banalità e nel facile romanticismo – il che, nel panorama dei “derivati” da Jane Austen, è già miracoloso.

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Variazioni sul tema Mr Darcy (1): il vampiro scrive un diario

mrdarcy_vampyre_Ovvero: due puntate sulla mia esperienza di lettura di due romanzi di Amanda Grange, interamente dedicati a Mr Darcy, ma non proprio riusciti bene.
In questo post c’è la premessa: Variazioni sul tema Mr Darcy (ho visto cose che voi umani…)

Prima puntata: Mr Darcy Vampyre.

Chi è l’autrice?
Amanda Grange è nata nello Yorkshire (un luogo, un destino…) ed ha passato gli anni dell’adolescenza a leggere Jane Austen e Georgette Heyer. Al suo attivo, troviamo una quantità di romanzi a tema austeniano. Sul suo sito personale, è possibile vedere in quanti libri si è riversato il suo amore per Jane Austen ed in particolare per Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio). Tra i suoi scritti, ci sono i diari di quasi tutti i protagonisti maschili delle opere di Jane Austen e questo Mr Darcy Vampyre, pubblicato in traduzione italiana da Tea nel 2010.

Che cosa ne penso?
Come dicevo nel post precedente, non amo lasciarmi trascinare dai pregiudizi (la cara zia Jane insegna!) e mi piace tuffarmi nella lettura dei libri di derivazione austeniana con serenità, anche se con un minimo di selezione preventiva. In questo caso, ho selezionato male – e dire che l’aria vampiresca avrebbe dovuto avvertirmi (poveri vampiri, a loro volta vampirizzati dal marketing delle case editrici!).

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Variazioni sul tema Mr Darcy (ho visto cose che voi umani…)

Abbiate pazienza, torno sul mio argomento preferito…
Mr Darcy è un capolavoro nel capolavoro: in quel gioiello inestimabile che è Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio), accanto ad Elizabeth la gemma più lucente è proprio lui, il protagonista involontario e nemmeno dichiarato del romanzo,  nonché il perfetto antagonista (prima) e compagno (poi) di cotanta eroina.
Non ho dati inconfutabili alla mano ma, a occhio e croce, anche soltanto osservando (un po’ basita, lo confesso) gli scaffali della mega-libreria vicino a casa o i risultati di una veloce ricerca nella rete, direi che se P&P/O&P è il più saccheggiato tra i romanzi austeniani, Mr Darcy appare in assoluto come il personaggio più sfruttato, maneggiato, analizzato, amato.
(Io stessa non mi sono sottratta a questa irresistibile attrazione, e non ho mancato di parlare già una volta di lui su questo blog)
Così, ecco spuntare Mr Darcy in tutte le fogge, visto da ogni angolatura, rivoltato come un calzino, riempito in tutti i vuoti sapientemente lasciati dalla sua creatrice: praticamente tutto il pianeta ha la propria da dire su di lui. Una beffa tremenda per un personaggio il cui tratto caratteriale principale è la l’introversione!

Insomma, solo per fare un esempio di questa Darcy-mania, ho deciso di raccontarvi prossimamente di alcune letture emblematiche, in cui mi sono avventurata qualche tempo fa:  la trilogia di Pamela Aidan (Per orgoglio o per amore – Tra dovere e desiderio – Quello che resta) e due romanzi di Amanda Grange (che più che una scrittrice sembra una catena di montaggio multinazionale), Mr Darcy’s Diary (per ora solo in inglese) e Mr Darcy, Vampyre (in italiano).
So che molti hanno già letto questi libri e sarà molto piacevole condividere i tanti pareri che queste esperienze diverse hanno generato.

Non finirò mai di dirlo, e mi preme ricordarlo anche in questa occasione: mi picco di essere molto democratica e di non escludere a priori le opere concepite “intorno a Jane  Austen”. Perciò anche in questi casi mi sono posta alla lettura con la mente sgombera dai pregiudizi e per di più speranzosa di trovare qualcosa di piacevolmente memorabile. In alcuni casi, le mie speranze sono state soddisfatte, in altri decisamente tradite.

Ma, per il momento, come antipasto propongo questa breve ricognizione sui derivati da Mr Darcy, nel mondo dei libri e della oggettistica varia. Oh sì, ho visto cose che voi umani…

Cominciamo da una semplice ricerca su Amazon.uk o Amazon.it. In italiano, arriva ben poco di questa vastissima produzione e forse non è un male perché l’impressione è che la quantità sia inversamente proporzionale alla qualità e che questa valanga di scritti sia qualcosa di molto simile a fanfiction minimamente strutturate e niente di più, carne scadente ma sempre buona da gettare in pasto a noi poveri Janeites.

Ecco che cosa si trova: dai romanzi del filone “doing something to Mr Darcy” (Loving Mr Darcy, Seducing Mr Darcy, Dancing with Mr Darcy, To conquer Mr Darcy), a quelli più piccanti (A weekend with Mr Darcy, In the arms of Mr Darcy),

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a quelli “matrimoniali” (Mr Darcy takes a wife, Mr and Mrs Darcy: two shall become one, The perfect bride for Mr Darcy, Mr Darcy presents his wife, A wife for Mr Darcy, Darcy & Elizabeth: Nights and days at Pemberley),

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alle trasposizioni moderne (Mr Darcy broke my heart, Me and Mr Darcy)… Se conoscete l’inglese, non mancate di entrare nelle pagine di approfondimento e di leggere le recensioni, sono molto illuminanti.

Chiudo proponendo una visita ai siti che vendono oggettistica varia:

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persino un sito serio e molto autorevole come The Republic of Pemberley non riesce a sottrarsi e propone una serie di things Austen tra cui anche molte things Darcy; o il sito della Jane Austen’s House a Chawton, con un’intera sezione dedicata; e non può mancare il sito del Jane Austen Centre di Bath che propone una sezione chiamata proprio I love Mr Darcy
La Jane Austen Mania e soprattutto la Mr Darcy Follia non ha limiti!


Recensiti su Un tè con Jane Austen
Il Diario di Mr Darcy, di Amanda Grange
– Trilogia di Fitzwilliam Darcy Gentiluomo (Per orgoglio o per amore, Tra dovere e desiderio, Quello che resta), di Pamela Aidan
Morte a Pemberley, di P.D.James
Pregiudizio e Orgoglio, di P.R. Moore-Dewey
Orgoglio e Pregiudizio e Zombie, di Seth Grahame Smith

Che cosa farebbe Jane? (ovvero: WWJD?)

WWJD =  What would Jane do?, Che cosa farebbe Jane?.
In realtà, tale acronimo nacque con ben altro significato essendo il sottotitolo (what would Jesus do? – che cosa farebbe Gesù?) di un’opera religiosa del 1896. Negli Stati Uniti divenne famoso negli anni ’90 del secolo scorso come motto della Chiesa Evangelica  ma, con la proverbiale disinvoltura che permette agli Americani di mescolare innocentemente il sacro ed il profano, fu poi presto utilizzato in altri ambiti, lontanissimi da quello d’origine, facendo riferimento ad altri personaggi con l’iniziale J o sostituendola con altre iniziali (vedi Nota 1 in fondo al post).
Complice proprio l’iniziale del nome, questo acronimo è stato adattato anche al mondo austeniano nonché coinvolto nella martellante mercificazione delle all things Austen.
Del resto, alzi la mano chi non se lo è mai chiesto, in situazioni spinose, se non spiacevoli, addirittura disdicevoli o, peggio, deprecabili. Che cosa farebbe Jane Austen? (o una qualunque delle sue brillanti eroine?…)

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Senno e sensibilità, più che ragione e sentimento

SenseAndSensibilityTitlePage_672x1101Le parole sono come gli esseri viventi. Non restano mai uguali, l’uso che ne facciamo le modifica nel corso del tempo.

Nel post precedente, 1811-2011 Due secoli di ragione e sentimento, Irene del blog Cipria e Merletti ha giustamente rilevato nel suo commento questa verità universalmente riconosciuta riguardo il titolo Sense and Sensibility: la traduzione italiana non rende il concetto espresso in inglese.
Verissimo.

Dalla sua prima comparsa in territorio italofono, nel 1945, il titolo Sense and Sensibility è stato tradotto innanzitutto con Sensibilità e Buon senso e poi, sempre più spesso, con Senno e Sensibilità, affermatosi per molti decenni. Ma l’italiano moderno, complice l’influenza potentissima dei mezzi di comunicazione di massa (nello specifico, il film di grande successo del 1995, diretto da Ang Lee), ha ormai codificato e consolidato il binomio Ragione e Sentimento che porta alle estreme conseguenze la semplificazione linguistica e rende più immediata la dicotomia dei due opposti in gioco nel romanzo, anche se risulta essere meno coerente con le parole del titolo originale.
Quelle due parole, sense e sensibility, e soprattutto quest’ultima, significano altro, soprattutto se le si considera immerse nel contesto dell’epoca in cui Jane Austen scrisse il romanzo.

Persino per gli anglofoni di oggi le due parole hanno una sfumatura di significato diversa, talvolta sfuggente, tant’è vero che sono un costante oggetto di analisi negli studi su Jane Austen.
Non sono un’esperta linguista ma proverò a chiarire questa differenza.
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