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Una stanza tutta per sé, di Virginia Woolf

Virginia Woolf

Virginia Woolf nella sua stanza, tra cose meravigliose da leggere e scrivere

No, non potevo esimermi dal chiacchierare in libertà anche di questo libro, dopo aver ricordato quanto la geniale Virginia Woolf (autrice del  saggio Una stanza tutta per sé) amasse Jane Austen, tanto da definirla perfetta ed immortale
Questa sua opera è, per me, il suo capolavoro assoluto, al di sopra anche dei romanzi per i quali sembra essere ben più famosa. Perché? Ve lo racconto subito.

A room of one’s own (Una stanza tutta per sé) è il libro che non dovrebbe mancare nel corredo culturale di ogni donna.
…Insieme ai romanzi di Jane Austen, of course! Nel mio altarino austeniano, del resto, questa è l’unica presenza non austeniana, insieme a Jane Eyre di Charlotte Bronte, perché questi sono i libri che hanno accompagnato la mia formazione, e continuano a farlo ancora oggi (perché non si finisce mai di crescere!) .
Questo è un libro “per la vita” perché di essa racconta. E racconta delle donne, e degli uomini, della propria autonomia e della possibilità di vivere armoniosamente. Buttate via i trattati di sociologia, psicologia, antropologia, storia! Ci basta Virginia Woolf!

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Perfetta ed Immortale: così parlò Virginia Woolf

Virginia Woolf

una Virginia Woolf giovane ed intrepida

Virginia Woolf adorava Jane Austen. L’icona del femminismo moderno era una profonda conoscitrice ed incondizionata ammiratrice dell’icona della letteratura inglese “al femminile”. Questo basterebbe a confutare il pregiudizio secondo cui Jane Austen è roba per educande e pensa solo a far sposare, e molto bene, le sue eroine (con tutto quel che ne consegue sul versante dell’emancipazione femminile)!
Virginia Woolf ha scritto – lo dico senza tema di esagerare – le parole più belle che siano mai state espresse su Jane Austen. E le ha scritte con precisione ed emozione inarrivabile.
Non solo le ha dedicato molte, azzeccate citazioni nel famoso Una stanza tutta per sé (A room of one’s own) ma l’ha accuratamente ed amorevolmente esaminata in alcuni articoli.
Due di essi sono senza dubbio i più appassionati ed appassionanti, nonché i più saccheggiati ogni volta che si parla della signorina di Bath: Jane fa i suoi esercizi e Jane Austen.

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Janeite: una salutare dipendenza!

Janeite (pron. geinait – trascr. fonetica: dʒeɪˌnaɪt) è il termine con cui si indica la persona incondizionatamente appassionata di tutto ciò che in qualunque modo riguardi Jane Austen, dalle sue opere alla sua stessa persona. Insomma, Jane Austen dipendente (Jane Austen addict).
Si tratta di un vero e proprio culto cresciuto inesorabilmente negli ultimi due secoli, e che non accenna a diminuire, semmai è in forte crescita da almeno un decennio ed ha assunto i connotati di un fenomeno di massa con tratti maniacali.
Chi voglia sapere com’è nato questo termine non deve fare altro che leggere i tè delle cinque dedicati a questa storia di passione ed erudizione, che passa attraverso l’inventiva di due grandi uomini ammiratori di Jane Austen: George Saintsbury e Rudyard Kipling. Vai ai post su Come nasce la parola Janeite.

Questo post, dunque, potrebbe essere del tutto inutile ma recentemente ho letto un riassunto della storia del termine Janeite, talmente breve ed esauriente, nonché chiaro e piacevole, che ritengo possa affiancarsi degnamente agli articoli di approfondimento perché ne costituisce un breve antipasto.
Inoltre, ci ho ritrovato, interamente, me stessa insieme a tutto il vortice turbinoso della Jane Austen Mania, o dell’Austen Power secondo i punti di vista. Ecco perché desidero trascriverlo qui.

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Tanto rumore per nulla, zia Jane!

(immagine di copertina da: www.cakecentral.com/cake-photo_1349293.html)
Cara zia Jane,
in questo giorno dovrei accodarmi ai tanti (milioni!) che ti stanno esprimendo i loro auguri di buon compleanno rinnovando il loro affetto e la loro stima imperituri.
Sai bene quanto siano profondi anche in me. Allo stesso modo, sai che amo incondizionatamente la tua opera ed aborro il suo sfruttamento commerciale. Ecco perché preferisco sostituire a questi scontati auguri il racconto degli ultimi avvenimenti che ti riguardano su questo tremendo, meraviglioso pianeta ancora abitato da quella parte di te che aleggia nelle tue meravigliose parole.
Non credo di essere indelicata nel raccontartelo, anzi, sono sicura che sarà semmai l’occasione per farti una delle tue famose risatine ironiche (mi sembra già di vederti…).
Ultimamente sei balzata all’onore delle cronache (sì, cara zia, lo so, è davvero fastidioso tutto questo chiasso).
Il tuo nome è stato pronunciato e letto anche da chi non ti ha mai neppure casualmente sentita nominare, nella tua natia Inghilterra come in Francia, in Italia e persino oltreoceano.

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Quanti pregiudizi su Jane Austen e la sua opera!

Intorno all’intera opera di Jane Austen aleggia una nomea ingiusta e falsa. Che, cioè, si tratti di letteratura leggera, quasi “rosa”, comunque molto femminile e del tutto trascurabile per un lettore di genere maschile, perché è roba da donne, per di più disgustosamente romantiche.
E che i suoi romanzi siano lenti, noiosi, densi di lunghe descrizioni, lunghi scambi di lunghe battute, lunghe lettere, e dove l’unica cosa che succede è che delle giovani donne non pensano ad altro che a maritarsi, per di più spinte dall’interesse ancor prima che dall’amore.
Basta, riabilitiamo la cara zia Jane e ristabiliamo la verità!

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