Archivi categoria: Film austeniani

Film, sceneggiati, web series ed ogni altro tipo di adattamento per lo schermo

La collezione austeniana di ITV

ITV (acronimo di Independent Television) è la più grande rete televisiva commerciale privata del Regno Unito ed è il migliore concorrente dell’inarrivabile BBC (la tv pubblica che tutti sogniamo). Anche ITV produce serie televisive di grande successo, come l’Ispettore Barnaby e Cadfael (nota del 2015: e, più recentemente, Downton Abbey). Ma, soprattutto, nel corso degli ultimi anni ha prodotto adattamenti televisivi dei romanzi di Jane Austen con risultati in alcuni casi eccellenti, spesso grazie alla collaborazione con professionisti di sicuro valore e ben collaudati come Sua Maestà Andrew Davies, l’ormai leggendario sceneggiatore di Pride and Prejudice della BBC del 1995, solo per fare un esempio.
La collezione comprende quattro adattamenti: Emma del 1996 + Northanger Abbey, Mansfield Park e Persuasion tutti del 2007. Proprio quell’anno, infatti, ITV fece un notevole sforzo produttivo e realizzò ed infine trasmise, tra marzo ed aprile, una vera e propria Jane Austen Season, il cui filmato pubblicitario è di per sé un piccolo capolavoro:

Testo della voce fuori campo:

EN – There is an honesty behind a glance, a meaning behind a touch, and faith cried with a tear. Lies behind a price, importance in a whim, and deceit sealed with a kiss. There is hope behind a gesture, value in a token. An unspoken love delivered with a smile
ITA – C’è un’onestà dietro uno sguardo, un significato dietro un tocco, e fede gridata in una lacrima. Bugie dietro un prezzo, importanza in un capriccio, e inganno suggellato con un bacio. C’è speranza dietro un gesto, valore in un pegno. Un amore taciuto rivelato da un sorriso.

Tutti questi adattamenti, mai arrivati sulle nostre reti televisive (tranne uno, e una volta soltanto, molto tempo fa), sono disponibili in DVD. Ecco di che cosa si tratta.

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Che cosa farebbe Jane? (ovvero: WWJD?)

WWJD =  What would Jane do?, Che cosa farebbe Jane?.
In realtà, tale acronimo nacque con ben altro significato essendo il sottotitolo (what would Jesus do? – che cosa farebbe Gesù?) di un’opera religiosa del 1896. Negli Stati Uniti divenne famoso negli anni ’90 del secolo scorso come motto della Chiesa Evangelica  ma, con la proverbiale disinvoltura che permette agli Americani di mescolare innocentemente il sacro ed il profano, fu poi presto utilizzato in altri ambiti, lontanissimi da quello d’origine, facendo riferimento ad altri personaggi con l’iniziale J o sostituendola con altre iniziali (vedi Nota 1 in fondo al post).
Complice proprio l’iniziale del nome, questo acronimo è stato adattato anche al mondo austeniano nonché coinvolto nella martellante mercificazione delle all things Austen.
Del resto, alzi la mano chi non se lo è mai chiesto, in situazioni spinose, se non spiacevoli, addirittura disdicevoli o, peggio, deprecabili. Che cosa farebbe Jane Austen? (o una qualunque delle sue brillanti eroine?…)

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Che anno il 1995! Jane, miss superstar di cinema e tv

La Repubblica - 22 gugno 199631 dicembre-1° gennaio: periodo di consuntivi e previsioni nonché di… sgomberi! Ed è grazie a questo vortice energetico tra fine e inizio d’anno che ho ritrovato dei vecchi articoli un po’ ingialliti ma ben ripiegati tra le pagine di alcuni libri.
(Parentesi irrefrenabile: uno dei motivi per cui non riesco ancora ad abituarmi all’idea del libro elettronico è che l’oggetto libro è per me un contenitore di appunti, articoli, sottolineature, punti esclamativi, macchie, odori… Ma va bene, troverò il modo di usarlo così anche virtualmente – ma come fare per gli odori e le macchie?…)

Gli articoli che ho trovato riguardano i film Persuasion (in it. Persuasione) di Roger Michell del 1995 e Sense and Sensibility (in it. Ragione e Sentimento) di Ang Lee sempre del 1995.
Che anno quello, vero?, per la nostra zia Jane, superstar del grande e del piccolo schermo! Oltre al leggendario sceneggiato BBC Pride and Prejudice, uscì anche un leggerissimo ma argutissimo film ispirato a Emma, Clueless (in it. Ragazze a Beverly Hills – che razza di traduzione!).
Gli articoli sono tratti da La Repubblica tra febbraio e giugno del 1996, scritti da Irene Bignardi e Maria Pia Fusco. Ho scelto di mostrare all’inizio di questo post quello che più colpisce nel titolo. Ma, aprendo il post, troverete anche gli altri tre.

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L’unico privilegio che reclamo

Questo post nasce dalla visione di un grande film, tra i migliori che siano stati tratti dai romanzi di Jane Austen, quel Persuasion, di Roger Michell, prodotto dalla BBC nel fatidico 1995, un vero anno di grazia per gli adattamenti austeniani.
L’ho rivisto con immenso piacere proprio ieri sera, afferrando d’istinto il DVD dalla mia libreria (o meglio, quella porzione di libreria che ho inevitabilmente ribattezzato “altarino austeniano”).
Chiedo scusa preventivamente a chi leggerà e, soprattutto, a chi scrisse queste righe perché le ho estrapolate dal loro contesto naturale, sforbiciando impunemente la scena di cui fanno parte.
Ma se questa, almeno a mio avviso, è in generale la parte che meglio rappresenta l’opera (ma anche la vita…) di Jane Austen, queste frasi in particolare sono quelle che più di tutte hanno il misterioso, invincibile, inalterato potere di toccare e smuovere le fibre della mia sensibilità.
Ma basta chiacchiere, forse avete già capito di quale scena, anzi, capitolo di Persuasion sto parlando e senza indugi lascio che a parlare ora sia soltanto l’inarrivabile zia Jane, attraverso Anne Elliot, durante una conversazione molto intensa con il Cap. Harville originata dalla domanda retorica di quest’ultimo a proposito della effettiva profondità e conseguente costanza dell’amore nelle donne.

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Questa musica ti porta nel mondo di Elizabeth

Ovvero: onore all’ottimo lavoro di Dario Marianelli ed alla sua colonna sonora per Pride and Prejudice, il film di Joe Wright del 2005.

Questa è la colonna sonora di molte mie giornate. Me ne sono innamorata perdutamente mentre guardavo il film per la prima volta al cinema. L’ho trovata fin da subito semplicemente PERFETTA.
Sì, perché ha la caratteristica di vivere in simbiosi con il film che accompagna, esprimendone perfettamente lo spirito senza debordare mai. Eppure, allo stesso tempo, brilla di luce propria, tanto che, anche se non avete mai visto il film né pensate di vederlo (oppure se non avete mai letto il libro né pensate di leggerlo), ascoltarla è un’esperienza del tutto indipendente da ciò che l’ha originata. Soprattutto, credo abbia il mirabile pregio di poter appassionare anche chi non è abituato ad ascoltare musica classica.

Composta dal “nostro” bravissimo Dario Marianelli, eseguita con maestria dal pianista Jean-Yves Thibaudet e dalla English Chamber Orchestra diretta da Benjamin Wallfisch, consta di 17 brani, alcuni per piano solo, altri per orchestra.
Inizia in modo brillante e trascinante con Dawn (l’alba) – sì sì, è proprio il tappeto musicale su cui cammina Lizzy all’inzio del film, mentre finisce di leggere un libro (avete mai provato a fare un fermo immagine sulle pagine del libro? farete una scoperta interessante!…), all’alba di un giorno che sarà indimenticabile per lei come per tutti noi…

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