Archivi categoria: Opere di Jane Austen

Due secoli di Orgoglio e Pregiudizio

snsbrockwc1…e di grande amore per questo capolavoro, i suoi personaggi e la sua Autrice!
Ho la spiccata tendenza ad essere molto democratica assegnando la stessa dose di amore incommensurabile ed incondizionato a tutto quanto sia uscito dalla penna della cara Zia Jane, dai romanzi canonici, alle lettere, alle opere minori, incomplete o giovanili. Ma il cuore e la mente, ed ognuno per motivazioni proprie, condividono una predilezione irresistibile che va, manco a dirlo, a Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio), o, come disse Jane stessa, my own darling child.
(Seguito a ruota da Persuasion/Persuasione, dotato di una magia il cui potere cresce di pari passo con la mia età e le mie riletture. Ma questa è un’altra considerazione…)

Questo gioiello brillantissimo, che io vedo perfetto sotto ogni punto di vista, capace come poche altre cose di trascinarmi in tutta la gamma possibile delle emozioni umane… che mi ha insegnato molto, forse tutto, sulla donna che ho sempre desiderato essere, sull’uomo che ho sempre desiderato avere al mio fianco, sui rapporti umani, e su una quantità di altre cose – in una parola, sulla vita – compirà 200 anni il prossimo 18 gennaio 2013.
Per festeggiare degnamente questo capolavoro, ed offrire alla sua creatrice un ringraziamento per il grande regalo che ci ha fatto, la mobilitazione dei Janeites è già cominciata. Scopriamo le grandi manovre pianificate in questo angolo di blogosfera per questo anniversario.

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La terza dichiarazione per Elizabeth Bennet

La prima dichiarazione, secondo www.pemberleypond.com

Siamo talmente abituati a sentire etichettare Jane Austen come “roba da donne” – o da educande, che pensano solo al matrimonio, per di più vantaggioso, perfette eroine da romanzo rosa, solo per ricordare alcuni dei più forti ed infondati luoghi comuni – che non riusciamo a reprimere un moto di piacevole sopresa, che si tramuta subito in entusiasmo, quando un uomo mostra interesse e gradimento per la nostra beniamina.
Di più, siamo inevitabilmente portate – noi, donne austeniane – a guardare con un occhio di grande riguardo e profonda ammirazione un tale uomo.
Spingendomi più in là, potrei persino dire che, così, trasformiamo in affermazione la fatidica domanda di Lizzie, these are the words of a gentleman, queste sono parole da gentiluomo. Salvo beneficio d’inventario, s’intende.
Al novero degli Austeniani di genere maschile appartiene il Prof. George Saintsbury (1845-1933) studioso di letteratura inglese, docente universitario, che non solo ha dedicato il proprio lavoro all’opera di Jane Austen, lasciando analisi acute e di riferimento per chiunque tratti la materia, ma è anche il padre del termine che ci accomuna tutti in questa ammirazione (devozione? fanatismo? scegliete ciò che vi si addice di più, anche tutti e tre): Janites.
Abbiamo già avuto modo di scoprire questa sua fondamentale paternità, condivisa con un altro grande della cultura inglese, Rudyard Kipling.
(Per saperne di più, invito a leggere i post della serie Come nasce la parola Janites)

Oggi, torno a curiosare nello scritto che ha visto la nascita del termine e del concetto di Janeite per riprendere un tema che sembra germogliare spontaneamente, come un binomio inscindibile con Jane Austen e/o con Pride and Prejudice: l’amore per Elizabeth Bennet.
Servitevi abbondantemente di tè e dolcetti, dunque, stiamo per assistere ad una lunga, originale, entusiastica “terza dichiarazione”.

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Jane e le sue creature dopo la parola fine (2): Lizzie Bennet

Lizzy reading Jane's letter, di Isabel Bishop

Isabel Bishop (1902-1988),
“The Examination of All the Letters which Jane had Written to Her”,
da www.janeausten.co.uk/captured-by-jane/

La simbiosi di Jane con i suoi “figli” letterari è molto forte e risaputa.
Ne parla già il nipote James Edward Austen-Leigh nel Memoir of Jane Austen (Ricordo di Jane Austen), la biografia familiare del 1871. Ma basterebbero le lettere, appunto, per scoprire questo aspetto così intimo.
Da questi scritti sappiamo che Jane non perdeva occasione per cercare le sembianze dei suoi amati personaggi nei quadri che ammirava alle mostre o per parlare del loro destino con parenti e amici (quasi come facciamo noi oggi, con le opere derivate dai suoi libri!) sempre con un affetto ed una costanza da far pensare a loro come a persone di famiglia.
Forse perché ha vissuto con loro tanti anni prima che vedessero la luce… fatto sta che anche dopo la pubblicazione (che segnava in qualche modo la fine della loro creazione), Jane conservò con loro un legame strettissimo.

Su tutti, un personaggio sembra avesse un posto speciale nel suo cuore e nella sua mente: Elizabeth Bennet. A lei sono dedicate molte riflessioni all’indomani della pubblicazione di Pride ande Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio).
Leggiamole insieme.

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Così nacque “my own darling Child”, Pride and Prejudice

Frontespizio della prima edizione di Pride and Prejudice

Frontespizio della prima edizione di Pride and Prejudice

E – I want to tell you that I have got my own darling Child from London.
IT – Voglio dirti che ho avuto il mio adorato Bambino da Londra.

Jane scrive queste parole eloquenti a sua sorella Cassandra il 29 gennaio 1813.
Il giorno precedente, il 28 gennaio, era stato un altro sorprendente grande giorno, per Jane, che aveva visto un’altra delle sue creature venire la luce, dopo l’insperata pubblicazione e l’entusiasmante successo avuto poco più di un anno prima, nell’ottobre del 1811, da Sense & Sensibility (Ragione e Sentimento).
L’adorato Bambino è ovviamente Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio) e questa definizione ci racconta molto dell’amore speciale che Jane ebbe sempre per questa sua opera – non a caso, è quella più citata nelle  161 lettere sopravvissute alla damnatio memoriae della fedele Cassandra. Ma questo suo sottolineare l’età un po’ più adulta di Pride and Prejudice  rispetto al precedente Sense and Sensibility sembra quasi esprimere una sua consapevolezza di quanto la propria abilità di narratrice fosse maturata. Quasi come se ella sapesse bene che il lavoro di revisione sul primo era stata una splendida palestra per il secondo…

Ebbene: come le first impressions sono cresciute fino a diventare il suo romanzo forse più amato nel tempo e nello spazio da folle oceaniche di appassionati lettori compulsivi?
Come la nostra Jane ha vissuto i 14 mesi che la portarono dall’uscita del primo romanzo pubblicato, Sense & Sensibility  a quella del secondo, Pride and Prejudice?
La strada, in realtà, era iniziata molto tempo prima. E non era andata benissimo…

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2011-2017: sette anni di Bicentenari Austeniani

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Il tavolino di Jane a Chawton

A proposito di Bicentenari eccellenti… Torniamo a quelli che ci riguardano da vicinissimo.
Ci risiamo: tra nove mesi circa, il 28 gennaio 2013, festeggeremo un altro bicentenario austeniano, quello di Pride and Prejudice.

Avremo modo, la prossima settimana, di ripercorrere le giornate che portarono Jane Austen a ritoccare febbrilmente i fogli con la bozza sul tavolino nel salotto di Chawton. A questo pensiero, ci sembra quasi di sentire il fruscio della penna, il suo leggero tintinnio mentre viene intinta nell’inchiostro, il sottofondo di voci, passi, rumori di vita quotidiana, mentre Lizzie, Darcy, la loro storia e tutto il microcosmo di Pride and Prejudice prendono forma sulla pagina…
Vedremo come questo lavorio quasi segreto, protetto dal cigolio della porta (forse leggendario, ma ci piace pensare che sia vero), piano piano, tra scambi di lettere e revisioni di bozze, diventerà definitivo e pubblico, il 28 gennaio 1813.
Ciò che desidero fare oggi è semplicemente ricordare la congiuntura favorevole che ci troviamo a vivere noi Janeite in questi anni: una lunga, appassionante serie di bicentenari romanzeschi!
Quello di Sense and Sensibility è stato solo il primo. Quali sono gli altri?

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