Archivi categoria: Opere di Jane Austen

“E Jane Austen restituì la scrittura alle donne”

dal Corriere della Sera del 04/09/2011

«Dagli sguardi acutissimi della brunetta non si salva niente. Oppure si salva tutto, perché persino le più pesanti e rozze cretinerie diventano, appena giungono tra le sue mani, lievi, inverosimili, aeree, persino poetiche. E’ il miracolo che nessun lettore della Austen riuscirà mai a spiegare.»

Un omaggio all’arte di Jane Austen nelle parole di Pietro Citati, tratte dal suo bell’articolo E Jane Austen restituì la scrittura alle donne pubblicato dal Corriere della Sera a pagina 37 del numero dello scorso 4 settembre 2011 – che inserisco anche qui per coloro che lo avessero perso o desiderassero ritrovarlo.

Non posso che essere contenta di questo fiorire di articoli su Jane Austen ed in particolare sull’edizione Einaudi di Persuasione (che, come ben sappiamo, riprende la bella traduzione di Maria Luisa Castellani Agosti edita anni fa da Theoria). E considerato il livello di questo gran parlare, una sfegatata Janeite come me non può che sentire l’irrefrenabile impulso di condividere queste dotte elucubrazioni. Buona lettura e a presto!

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Note:
– Articolo scritto da Pietro Citati e pubblicato dal Corriere della Sera del 04/09/2011
– Immagini dell’articolo dalla rassegna stampa di zeroviolenzadonne.it

Leggere Jane Austen in italiano: quale edizione segliere?

Dedico questo post a tutti coloro che, di fronte alla profusione di edizioni italiane dei romanzi canonici di Jane Austen, non sanno quale scegliere e magari incappano in traduzioni che rischiano di rovinare il piacere della lettura o in edizioni poco curate, piene di refusi, o povere di materiale introduttivo.
Quando vengo richiesta di un consiglio, le mie risposte sono sempre parziali, mio malgrado e con grande rammarico, perché sono abituata a leggere Zia Jane in originale ed ho esperienza diretta di poche traduzioni italiane (almeno due per ogni romanzo, il che non è misura sufficiente per un panorama esauriente).
Per questo post riparatore e, spero, utile, devo fare almeno due ringraziamenti importanti.

Il primo va ad alcuni lettori con cui abbiamo scambiato privatamente qualche parere in proposito: Giuliana, Hana, Michela e Nicholas, i quali mi hanno aiutata a capire quanto questo tema sia molto sentito e richieda una trattazione specifica.
Il secondo va a Giuseppe Ierolli che, per il nostro tè delle cinque di oggi, ha scritto questa analisi delle edizioni disponibili dei romanzi canonici, alla luce della sua esperienza di appassionato austeniano che, dopo essere stato un attento lettore,  è diventato anche un accurato traduttore (che, come ben sapete, vi consiglio spesso). Ecco il suo parere.
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Dear Aunt Jane: come nacque il mito – Il Memoir di J.E. Austen-Leigh (2)

Il Memoir più che una biografia è un vero e proprio ricordo familiare, come dice il titolo.

Scritta da James Edward Austen-Leigh nel 1869 sulla base dei ricordi raccolti per il vasto parentado austeniano, e pubblicata il 16 dicembre (questa data vi dice qualcosa?) dello stesso anno ma datata 1870, è di fondamentale importanza per l’origine del “mito” Jane Austen.

Dopo aver chiacchierato della genesi di quest’opera nel post Dear Aunt Jane: come nacque il mito – 1, vi invito ad immergerci nelle sue pagine e scoprire come sono nati alcuni dei miti più radicati intorno alla figura di Jane Austen.

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Dear Aunt Jane: come nacque il mito – Il Memoir di J.E. Austen-Leigh (1)

MemoirJaneAustenUn elemento accomuna le prime notizie biografiche ufficiali di Jane Austen: sono una questione di famiglia, per di più attentamente sorvegliata e centellinata da coloro che si sono assunti il compito di comunicarle al mondo.
Così, dopo l’exploit di Henry (il fratello prediletto nonché suo “agente”) nella Biographical Notice da lui scritta ad introduzione di Persuasione e Northanger Abbey pubblicati postumi nel 1818 e 1833 (vedi il post La madre di tutte le biografie), il testimone passa al nipote James Edward Austen-Leigh, figlio di James (il fratello maggiore di Jane), vicario di Bray, assiduo frequentatore delle zie Jane e Cassandra da bambino, che scrive A Memoir of Jane Austen (in edizione italiana col titolo Ricordo di Jane Austen, Sellerio 1992, fuori catalogo, ahimé).

Malgrado il tono talvolta fin troppo edificante e vittorianissimo, che può far sollevare più di un sopracciglio, questo scritto resta fondamentale per la fama di Jane – per molti motivi.

Ma soprattutto perché è con questo Memoir che viene scolpito per sempre il mito Jane Austen.

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La “madre” di tutte le biografie: la Biographical Notice di Henry Austen

northanger-abbey-and-persuasion-title-pageIl suo nome non era mai stato ufficialmente rivelato.
E per quanto si fosse data da fare per tenerlo nascosto (o, quanto meno, non dirlo esplicitamente) pubblicando le sue opere in modo anonimo, la bellezza dei suoi scritti aveva fatto correre il suo nome di voce in voce – così che, prima di pubblicare Emma, un’ampia cerchia di persone (tra cui lo stesso Principe Reggente) sapeva chi era l’autrice di Mansfield Park e dei due romanzi precedenti.  
(Per un approfondimento, vedi il post Il nome mio nessun saprà)
Ma la sua morte cambia le carte in tavola.
La pubblicazione postuma di Northanger Abbey e di Persuasion in un unico volume, nel dicembre del 1817, è curata dal fratello prediletto, nonché suo “agente”, Henry – il quale, come omaggio estremo alla sua grande sorella, raccoglie i propri ricordi e li fissa per sempre, a beneficio di tutti, nella Biographical Notice of the Author che precede i due romanzi.
E’ così che il nome di Jane Austen viene regalato al mondo ed all’eternità.
Ed è così che nasce la prima biografia di Jane Austen – che avrà ripercussioni notevoli su tutto quanto di lei sarà raccontato successivamente…

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