Archivi categoria: Opere di Jane Austen

Hold on to your bonnets: Mr. Darcy takes a Wife!

mrdarcy_takesawifeTenete ben stretti i vostri deliziosi cappellini e ben salde le vostre vezzose cuffiette, care Janeite, proprio come suggerisce il tema di questo tè delle cinque.
E restate ben salde sulle vostre sedie, poltroncine, divani, ottomane, sofà.
Attenzione alle vertigini improvvise e agli svenimenti.
Preparatevi a sussultare, trasalire, sospirare, trattenere il fiato, sbuffare, alzare le sopracciglia, distogliere lo sguardo, arrossire come mai prima d’ora.
Vedrete le ombre di Pemberley profanate non dall’arrivo della moglie di Mr. Darcy, la sua (e nostra) adorata Lizzy, ma dalla penna fantasiosa (e sto usando un eufemismo…) di Mrs. Linda Berdoll, scrittrice di una serie di sequel di Orgoglio e Pregiudizio.

All’inizio di quest’anno, tra febbraio e marzo, io e le mie due compagne di avventure spinoffiane Georgiana1792/Gabriella e MissClaire ci siamo avventurate in questa selva di ombre rosse in cui questa autrice ha trasformato Pemberley con tutto quanto contiene.
E ci siamo fatte delle grandi risate terapeutiche che ci hanno aiutato ad arrivare fino in fondo a questo libro un tantino eccessivo

Si tratta di Mr. Darcy takes a wife (Mr. Darcy prende moglie), un seguito – peraltro di grandissimo successo negli Stati Uniti e, in misura minore, nel Regno Unito – di Pride and Prejudice/Orgoglio e Pregiudizio.
Per il momento, mi limiterò a dirvi che qui l’autrice racconta senza mezzi termini la vita a due della super coppia austeniana a partire dal giorno stesso delle nozze, nel punto esatto in cui li lasciamo, cioè sulla carrozza che li trasporta verso la loro nuova vita.
E mi guardo bene dall’aggiungere altro… (uh, ho rovesciato il mio tè!!)

Se avete abbastanza coraggio da proseguire, vi invito a leggere di seguito la recensione. Ma, è bene precisarlo fin d’ora, questo non è un seguito di P&P ma un vero e proprio historical romance particolarmente osée che poco ha a che, con il capolavoro austeniano, ha in comune soltanto i nomi propri.

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Il manoscritto di The Watsons vale 1ml di sterline ed è in ottime mani!

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Una pagina del manoscritto battuto da Sotheby’s

Lo scorso 14 luglio, il manoscritto di The Watsons, uno dei rarissimi manoscritti di opere austeniane (dei sei romanzi canonici, ad esempio, non esiste alcuna traccia) nonché l’unico ancora nelle mani di privati, è stato battuto all’asta da Sotheby’s, Londra, per quasi un milione di sterline.
Il prezzo finale è stato di 993.250 sterline, ma si partiva da una base d’asta di gran lunga più bassa, 200.000-300.000 – il che conferma quanto l’interesse per Jane Austen sia lungi dall’appannarsi.
Con immensa soddisfazione di tutti gli ammiratori della Zia, Janeite o accademici, il compratore è un’istituzione ben conosciuta al mondo austeniano, la Bodleian Library che cura il prezioso archivio digitale dei manoscritti di Jane Austen (The Jane Austen’s Fiction Manuscripts Digital Edition).
Ora, la speranza di ammirare pubblicamente questo documento è diventata certezza: il manoscritto non avrebbe potuto finire in mani migliori!

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Il nome mio nessun saprà!

04_janeausten_watercolour_cassamdraPrendo in prestito un verso della famosa aria Nessun Dorma, dall’opera Turandot del grande maestro Giacomo Puccini, per ricordare un aspetto oggi poco conosciuto tra i lettori e le lettrici di Jane Austen.
Ella non volle mai rendere noto il proprio nome come autrice ed i suoi libri furono pubblicati anonimi.
Le motivazioni credo derivino da una mescolanza tra, da un lato, la naturale riservatezza ed umiltà dell’autrice stessa e, dall’altro, la convenzione sociale tristemente consolidata che di fatto impediva alle donne di pubblicare ufficialmente a proprio nome.

…Basti pensare che la stessa Frances “Fanny” Burney pubblicò il suo primo romanzo anonimo e, solo dopo che la sua identità fu scoperta e diffusa riscontrando grande successo, pubblicò con il proprio nome.
I romanzi di Ann Radcliffe uscirono quando era già sposata – forse l’avere un marito fosse considerata una sorta di garanzia di solidità anche editoriale?… E del resto, qualche decennio più tardi, anche le sorelle Bronte pubblicarono i loro scritti con degli pseudonimi…

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Creatività austeniana tutta italiana!

Navigare nei negozi online di due serie e famose istituzioni austeniane come il Jane Austen House Museum (Chawton) e il Jane Austen Centre di Bath annienterebbe l’autocontrollo di qualunque Austen-dipendente. Oggetti di ogni genere, rivestiti della loro brava aura austeniana, possono avere lo stesso effetto del canto delle sirene sui marinai di Ulisse…
Chissà come reagirebbe Dear Aunt Jane se vedesse quale industria fiorente è diventato il suo nome?
Di fronte a tazze da tè con la sua effigie, borse con cuori rossi inneggianti a Darcy, magliette di cotone con le frasi più belle dai suoi romanzi, posso solo ipotizzare che alzerebbe un sopracciglio, il lampo di rimprovero nel suo sguardo si trasformerebbe subito in guizzo ironico e le labbra si distenderebbero in un sorrisetto divertito appena accennato ma del tutto accondiscendente!
Sì, perché di certo la sua sensibilità ed il suo acume le permetterebbero di riconoscere senza indugi la sincerità dei suoi ammiratori pure in questo bailamme commerciale, che è talvolta senza remore e per questo fastidioso.
Ma qualche tempo fa ho scoperto che c’è una piccola eccezione, tutta italiana e tutta sinceramente austeniana. Da Austen-maniaca, non posso non dedicare un post a questa iniziativa di due giovani Janeite italianissime e davvero brave

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Jane e le sue “creature”, dopo la parola fine (1)

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Il leggendario tavolino sul quale Jane Austen era solita scrivere, nella dining room di Chawton (Hampshire)

Per creature intendo, ovviamente, i personaggi che la fervida e brillantissima mente di Jane Austen ha partorito, regalando al mondo e all’eternità dei tipi psicologici e sociali di altissimo valore universale.

Dalla biografia pubblicata nel 1870 dal nipote James Edward Austen-Leigh, Memoir of Jane Austen (Ricordo di Jane Austen), e dalle lettere della stessa Jane sopravvissute al rogo censorio di Cassandra, oggi abbiamo molte notizie (per quanto non riusciremo mai a trovarle sufficienti!) sui fatti privati che hanno accompagnato la genesi delle sue opere letterarie.

La più curiosa e toccante per me è quella riguardante il rapporto tra Jane ed i romanzi che scriveva, ma soprattutto con i suoi personaggidei quali aveva immaginato la vita anche dopo le vicende narrate ai lettori. Si può dire che vivesse con i suoi personaggi, ogni giorno, dal momento in cui li creava con la sua penna: ne parlava alla sorella Cassandra, ai nipoti, a chiunque le facesse domande sui romanzi.

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