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1811-2011: due secoli di Ragione e Sentimento

SenseAndSensibilityTitlePage_672x1101Questo 2011 è un anno importantissimo:  sono passati esattamente due secoli dal quel fatidico 1811 che ha permesso a tutto il mondo di conoscere l’opera di Jane Austen. Quell’anno, infatti, per la prima volta la zia Jane vide pubblicato un suo libro e quel libro era Sense and Sensibility (Ragione e Sentimento).

Quando l’ho letto per la prima volta, ho pensato alle Quattro Stagioni di Vivaldi, ed in particolare all’Estate (in fondo al post, un piccolo assaggio: il 3° mov. Presto, nell’interpretazione dei Solisti Veneti). Questo romanzo è burrascoso proprio come quelle giornate estive dal tempo instabile e imprevedibile, che passano da un estremo all’altro, che cominciano in un modo e procedono in altro modo e non si sa come potrebbero finire ma che, comunque siano andate, tra un improvviso temporale ed un cielo assolato, tra un caldo intenso ed un venticello frizzante, alla fine sono state giornate meravigliosamente piacevoli.

Per celebrarlo degnamente, si impone un’esplorazione di tutto quanto riguardi questo romanzo! Come?

Il primo passo è rileggerlo. E qui sono stata clamorosamente ed inconsapevolmente previdente perché ho appena finito di rileggerlo, in originale e per di più in formato audiolibro – un’esperienza che esalta le qualità narrative del testo austeniano.
I passi successivi sono ad ispirazione del momento perciò ognuno sarà libero di fare ciò che desidera. Ecco la mia lista, dove non mancano tappe quasi obbligate.

Mi sono letta il bel saggio di Tony Tanner Secrecy and sickness dal libro Jane Austen dedicato in particolare alla figura di Marianne.

Ho acquistato lo sceneggiato BBC del 2008 e ne ho già programmato la visione (le mie riflessioni e gli approfondimenti sono nella recensione dedicata a questo adattamento).
Lo alternerò con il bellissimo film di Ang Lee del 1995,  sceneggiato da una bravissima Emma Thompson.

senseandSensibility_2008  RagioneESentimento_1995

Poi, cercherò di esplorare i “derivati” da S&S, cioè i prequel/sequel/spinoff, per capire se è il caso di leggere Sense and Sensibility and Sea monsters guardandone il book-trailer (perbacco, la mostrificazione di zia Jane non finisce mai!).
Quanto ai vari Diari di Amanda Grange, dedicati ai personaggi maschili austeniani, dopo quello di Mr Darcy (recensito anche su questo blog), si potrebbe ripetere l’esperienza con il Colonel Brandon’s Diary o quel buon vecchio diavolo di Willoughby e (nota aggiunta il 26/05/2011) più passano i mesi, e più sono tentata. Entro la fine dell’anno, mi impegnerò in un Gruppo di Lettura per celebrare il bicentenario leggendo proprio qualcuno di questi titoli.
Nel frattempo, non mancherò di esplorare il web alla ricerca di riflessioni, celebrazioni, pubblicazioni né mancherò di scribacchiare qualche mio pensierino su queste pagine… (Scopri tutti i post dedicati a Sense and Sensibility)

E allora: buon bicentenario di Sense and Sensibility (Ragione e Sentimento) a tutti!

No, indeed, I am never too busy to think of  S&S. I can no more forget it than a mother can forget her suckling child.
(No davvero, non sono mai troppo occupata da non pensare a S&S. Non posso scordarmelo, più di quanto una madre possa scordarsi di allattare un figlio.)

da una lettera di Jane a Cassandra, 25 aprile 1811

Link Utili:
Leggi online Sense and Sensibility in originale inglese
Leggi online Sense and Sensibility in traduzione italiana (di Giuseppe Ierolli, con testo inglese a fronte)
Guarda tutte le illustrazioni di C.E. Brock

Una varietà di esempi di amore

Sono un’inguaribile romantica, è evidente… Eppure, in tutti questi anni di frequentazione assidua ed approfondita del mio grande amore, non avevo mai colto questa suggestione, lo confesso. Chissà quanti fiumi di parole sono state scritte su questo aspetto, e quante persone ben più accorte di me non avranno mancato di coglierlo.
In Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio), sono dipinti con estrema precisione diversi tipi di amore coniugale – intendendo con questo aggettivo proprio l’amore che coniuga insieme due anime diverse unendole nella coppia. Devo ringraziare Hugh Griffith e Helen Davies, i curatori del breve saggio sulla vita e l’opera di Jane Austen che impreziosisce l’audiolibro dei romanzi (completi ed incompiuti) edito da Naxos Audiobooks (per tutti i dettagli: I romanzi di Jane Austen come non li avete mai sentiti). Il brano in cui spiegano questo aspetto è breve ed illuminante e lo trascrivo integralmente perché vale la pena leggerlo tutto:

A variety of examples of love are illustrated during the course of the story. The affair of Lydia and Wickham exemplifies love at its most base, utterly different from the pure attachment of Jane and Bingley. Elizabeth and Darcy’s love is altogether deeper and more complex, arising as it does out of her prejudiced opinion of him and his proud attitude towards her. The unlikely pairing of Charlotte Lucas and Mr Collins, although causing Elizabeth some shock at the outset, subsequently appears to be quite successful, whilst a happy pairing between older people appears in the marriage of Mr and Mrs Gardiner (the oddly-matched Mr and Mrs Bennet demonstrating a less successful older partnership).

[ITA] Una varietà di esempi d’amore sono illustrati nel corso della storia. La relazione tra Lydia e Wickham rappresenta l’amore al suo più basso livello, del tutto differente dall’affetto puro tra Jane e Bingley. L’amore tra Elizabeth e Darcy è del tutto più profondo e complesso, in quanto nasce dall’opinione preconcetta che lei ha di lui e dall’atteggiamento orgoglioso che lui ha con lei. L’improbabile unione tra Charlotte Lucas e Mr Collins, malgrado all’inizio sconvolga Elizabeth, in seguito sembra funzionare bene. Un esempio di coppia felice tra i più adulti è rappresentato dal matrimonio tra Mr e Mrs Gardiner, mentre la strana coppia Mr e Mrs Bennet dimostra una relazione adulta meno riuscita. [la traduzione è mia]

Lampante, no? Come un trattato sull’amore! Ma senza arzigogolate dissertazioni sociologiche/psicologiche/culturali…
Forse, da qualche parte nella mia mente sapevo già tutto ciò pur senza rendermene conto.
Ma questo breve brano è riuscito a portare alla luce, codificandola con precisione invidiabile, una delle tante, potenti tracce sotterranee di cui è disseminato ogni scritto di Jane Austen – e che confermano, una volta di più, il fascino irresistibile esercitato da questa amabile, geniale scrittrice.

Che anno il 1995! Jane, miss superstar di cinema e tv

La Repubblica - 22 gugno 199631 dicembre-1° gennaio: periodo di consuntivi e previsioni nonché di… sgomberi! Ed è grazie a questo vortice energetico tra fine e inizio d’anno che ho ritrovato dei vecchi articoli un po’ ingialliti ma ben ripiegati tra le pagine di alcuni libri.
(Parentesi irrefrenabile: uno dei motivi per cui non riesco ancora ad abituarmi all’idea del libro elettronico è che l’oggetto libro è per me un contenitore di appunti, articoli, sottolineature, punti esclamativi, macchie, odori… Ma va bene, troverò il modo di usarlo così anche virtualmente – ma come fare per gli odori e le macchie?…)

Gli articoli che ho trovato riguardano i film Persuasion (in it. Persuasione) di Roger Michell del 1995 e Sense and Sensibility (in it. Ragione e Sentimento) di Ang Lee sempre del 1995.
Che anno quello, vero?, per la nostra zia Jane, superstar del grande e del piccolo schermo! Oltre al leggendario sceneggiato BBC Pride and Prejudice, uscì anche un leggerissimo ma argutissimo film ispirato a Emma, Clueless (in it. Ragazze a Beverly Hills – che razza di traduzione!).
Gli articoli sono tratti da La Repubblica tra febbraio e giugno del 1996, scritti da Irene Bignardi e Maria Pia Fusco. Ho scelto di mostrare all’inizio di questo post quello che più colpisce nel titolo. Ma, aprendo il post, troverete anche gli altri tre.

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L’unico privilegio che reclamo

Questo post nasce dalla visione di un grande film, tra i migliori che siano stati tratti dai romanzi di Jane Austen, quel Persuasion, di Roger Michell, prodotto dalla BBC nel fatidico 1995, un vero anno di grazia per gli adattamenti austeniani.
L’ho rivisto con immenso piacere proprio ieri sera, afferrando d’istinto il DVD dalla mia libreria (o meglio, quella porzione di libreria che ho inevitabilmente ribattezzato “altarino austeniano”).
Chiedo scusa preventivamente a chi leggerà e, soprattutto, a chi scrisse queste righe perché le ho estrapolate dal loro contesto naturale, sforbiciando impunemente la scena di cui fanno parte.
Ma se questa, almeno a mio avviso, è in generale la parte che meglio rappresenta l’opera (ma anche la vita…) di Jane Austen, queste frasi in particolare sono quelle che più di tutte hanno il misterioso, invincibile, inalterato potere di toccare e smuovere le fibre della mia sensibilità.
Ma basta chiacchiere, forse avete già capito di quale scena, anzi, capitolo di Persuasion sto parlando e senza indugi lascio che a parlare ora sia soltanto l’inarrivabile zia Jane, attraverso Anne Elliot, durante una conversazione molto intensa con il Cap. Harville originata dalla domanda retorica di quest’ultimo a proposito della effettiva profondità e conseguente costanza dell’amore nelle donne.

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“Adoro camminare!” Ovvero: la via dell’autodeterminazione

Una giovane cammina tranquilla con passo deciso lungo strade e sentieri, attraversando prati e boschi. Né veloce, né lenta, semplicemente cammina. È evidente che sta andando da qualche parte, che ha un meta precisa, anche se fosse soltanto per ammirare il bel paesaggio, o godere dell’aria frizzante del mattino, o trovare un bel posto dove leggere il libro che non dimentica mai di portare con sé.
Non c’è altra immagine che, nella sua immediatezza, sappia raccontare appieno il carattere fiero ed indipendente di Elizabeth Bennet.
Tant’è vero che è stata scelta come apertura dalle due trasposizioni cinematografiche che amo di più, quella leggendaria della BBC del 1995 e quella acclamata quanto discussa di Joe Wright del 2005.

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