Archivi categoria: Romanzi canonici

È solo un romanzo! – Jane Austen Dixit

«”E che cosa state leggendo signorina?” “Oh! È solo un romanzo!” risponde lei, mentre posa il suo libro con affettata indifferenza, o con momentanea vergogna. “È solo Cecilia, o Camilla, o Belinda”, o, in breve, solo un’opera in cui si dispiegano gli enormi poteri dell’intelletto, in cui la massima conoscenza della natura umana, la più felice descrizione delle sue sfaccettature, la più vivida dimostrazione di spirito e intelligenza, sono trasmesse al mondo nel linguaggio più ricercato. »

«”And what are you reading, Miss —-?” “Oh! It is only a novel!” replies the young lady; while she lays down her book with affected indifference, or momentary shame. – “It is only Cecilia, or Camilla, or Belinda;” or, in short, only some work in which the greatest powers of the mind are displayed, in which the most thorough knowledge of human nature, the happiest delineation of its varieties, the liveliest effusions of wit and humour, are conveyed to the world in the best-chosen language.»

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Un sole che illumina, riscalda e non si spegne mai. Buon compleanno a Orgoglio e Pregiudizio

 

In me c’è un’ostinazione che non sopporterà mai di essere intimorita dalla volontà degli altri. Il mio coraggio cresce sempre, a ogni tentativo di intimidirmi.
[There is a stubbornness about me that never can bear to be frightened at the will of others. My courage always rises with every attempt to intimidate me.]
– Elizabeth Bennet a Mr. Darcy, cap. 31 –

Perché amo Jane Austen? Una delle tante risposte possibili è questa citazione.
Racchiude tutto il carattere non solo di questa brillante eroina anticonformista, ma anche dell’Eroina Austeniana come archetipo narrativo e sociale, nonché dell’intera opera della sua Creatrice, nonché della personalità della Creatrice stessa.
Ed è una delle mie tre citazioni austeniane preferite, il mantra austeniano che non smetto di ripetermi da quando avevo vent’anni e feci la conoscenza di Miss Bennet e, grazie a lei, di Miss Austen.

Buon Compleanno a Orgoglio e Pregiudizio,
un sole che illumina, riscalda e non si spegne mai

Qual è la vostra citazione preferita? Scrivetelo nei commenti, se volete.


Tutti i tè delle cinque dedicati al darling child di Jane Austen: Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio)

Intorno a Emma – La Zitella Illetterata e il Bibliotecario Petulante

La pubblicazione di Emma, avvenuta il 23 dicembre 1815, portò con sé molti avvenimenti importanti che animarono la vita quotidiana della sua creatrice.
Innanzitutto, grazie ai buoni auspici di Henry, il fratello-agente di Jane Austen, la nascita della nuova creatura segnò il passaggio dal piccolo editore Egerton (specializzato, peraltro, in editoria militare) al famoso editore londinese Murray (editore di Byron e Walter Scott, nonché di una prestigiosa rivista letteraria, la Quarterly Review).
Inoltre, nei mesi precedenti all’uscita del libro, proprio mentre si trovava a Londra presso il fratello per curare la pubblicazione e revisionare le bozze, Jane ebbe l’occasione di conoscere il medico del Principe Reggente, che si rivelò essere un suo grande ammiratore, tanto da tenere una copia dei primi tre romanzi in ognuna delle proprie residenze. Il Principe, servendosi di un messo consono ad una scrittrice, cioè il suo bibliotecario, il Reverendo (attenzione a questo indizio…) James Stanier Clarke, le mandò un invito a recarsi a Carlton House, la sua residenza londinese.

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La scalinata principale di Carlton House, da Pyne’s Royal Residences (1819) di William Henry Pyne (fonte: austenonly.com via wikimedia)

Come ho già raccontato in un tè delle cinque di qualche mese fa (vedi link in fondo alla pagina), il giorno della convocazione (13 novembre 1815), il Reggente non fu così magnanimo da onorare la pur ammiratissima scrittrice con la propria presenza. Se, da un lato, le rese un involontario favore (il disprezzo di Jane Austen per il Reggente è proverbiale e provato anche da alcuni commenti espliciti nelle lettere), dall’altro la portò a conoscere meglio colui che fece gli onori di casa, il Rev. Clarke, un uomo che pare la personificazione stessa di uno dei personaggi più meschini e comici del suo microcosmo letterario.

La prima conseguenza dell’incontro fu, come già raccontato (vedi link in fondo alla pagina), l’invito a dedicare il nuovo romanzo a Sua Altezza reale, il Principe Reggente – un invito che Jane Austen fu persuasa (assai faticosamente) dall’editore e dalla famiglia ad inserire in Emma.

La seconda fu un carteggio, brevissimo ma serrato, con il suddetto Reverendo-Bibliotecario della Real Casa il quale cercò di sfruttare per sé il contatto con l’illustre autrice, utilizzando tutte le armi della sua dialettica per convincerla a scrivere un libro secondo i propri (egocentrici) desideri di romanziere mancato che si ricicla eroe romanzesco.
Il carteggio, incluso nell’odierna raccolta completa delle lettere, costituisce una lettura esilarante per il piglio ineffabile con cui Jane Austen rintuzzò i vanagloriosi tentativi letterari del suo corrispondente. Ma è anche estremamente illuminante perché racconta molto della personalità dei due corrispondenti e, soprattutto, contiene alcune delle più folgoranti descrizioni che l’autrice di Emma abbia mai concepito su se stessa e il proprio mestiere di scrivere.
Ed è passeggiando tra le righe di queste preziosissime lettere che vi invito a prendere il tè di oggi.

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Il salotto di Mrs. Collins. Ovvero: la stanza tutta per sé di Charlotte Lucas

by Cassandra Austen, pencil and watercolour, circa 1810 virginia_woolf_her_room

Le strade di Jane Austen e Virginia Woolf sono assai più intrecciate di quanto non sembri ad una prima lettura dei testi in cui la seconda riflette sulla prima. Che la grande scrittrice del Novecento abbia ragionato più volte, sempre in modo originale ed illuminante, sulla geniale scrittrice del secolo precedente, è testimoniato da due articoli, Jane Austen fa i suoi esercizi, recensione di Amore e Amicizia pubblicata su The New Statesman, 15 luglio 1922, e Jane Austen, apparso su Il lettore comune (The common reader) nel 1923, e dal fondamentale (mai abbastanza letto, e raccomandato, e lodato) saggio A room of one’s own (Una stanza tutta per sé), dove Jane Austen viene nominata 25 volte e sempre in funzione di perno di un’analisi, pragmatica e rivelatrice, della letteratura e della realtà.
I giudizi di Virginia Woolf sulla “più perfetta” tra le scrittrici sono sparsi qua e là con l’entusiasmo dell’ammiratrice, la lucidità della pensatrice, la dialettica della scrittrice, e spaziano da Lady Susan a Persuasione, passando per i Watson.

Raramente, forse addirittura mai, ci si rende conto che è possibile ripercorrere a ritroso questo percorso ed approdare di nuovo alle opere di Jane Austen, per esplorarle alla ricerca di elementi concreti e precisi (brani, dialoghi, personaggi, ecc.) che hanno ispirato quella che ritengo la creazione più geniale e completa di Virginia Woolf, vera e propria Teoria del Tutto antropologica: Una stanza tutta per sé (A room of one’s own).

Io ho almeno due prove inconfutabili di questa ispirazione diretta. Ed è la prima che vorrei condividere con voi, oggi, in questo tè delle cinque che ci porta nel Kent, la contea del destino…
(Della seconda prova, ho già parlato qualche tempo fa ma avremo modo di riprenderla, molto presto)

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Leggero & brillante & frizzante da 203 anni. Buon compleanno a Orgoglio e Pregiudizio

Il 28 gennaio 1813, Jane Austen ebbe la grande soddisfazione di vedere la sua seconda opera pubblicata: Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio). Il successo del primo romanzo, Sense and Sensibility (Ragione e Sentimento), si consolidava e, con esso, la fiducia in se stessa come Autrice pubblicata insieme alla prospettiva di guadagnare denaro e rendersi indipendente facendo ciò che le riusciva naturale come respirare: scrivere.
Qualche giorno dopo, scrivendo una lettera a Cassandra, si concesse una riflessione sulla sua neonata creatura letteraria. È uno dei rari, preziosissimi brani in cui Jane Austen parla del proprio mestiere.

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Tutto sommato comunque mi sento discretamente fiera e discretamente soddisfatta. – L’opera è un po’ troppo leggera, brillante, frizzante; – le manca un po’ d’ombra; – avrebbe bisogno di essere allungata qui e là con qualche lungo Capitolo – pieno di buonsenso se fosse possibile, o altrimenti di solenni e speciose sciocchezze – su qualcosa di scollegato alla trama; un Saggio sulla Scrittura, un’analisi critica su Walter Scott, o sulla storia di Bonaparte – o qualsiasi altra cosa che possa fare da contrasto e riportare il lettore con un piacere ancora maggiore al brio e allo stile Epigrammatico che la caratterizza. – Dubito sul tuo pieno accordo con me su questo punto – conosco le tue rigide Convinzioni. (1)

Le prime parole sembrano un’autocritica obiettiva ma, subito dopo, l’alternanza di luce e ombra fa da introduzione ad un baldanzoso contrasto tra serio e faceto che balena nella pomposa maiuscola del “lungo Capitolo” e che diventa risata esplicita nelle “solenni e speciose sciocchezze” che – ora lo sappiamo – non si sarebbe mai sognata di infilare a forza nella solare vicenda della sua amatissima, strepitosa eroina, Lizzy Bennet.
Questa pragmatica ed ironica Jane Austen sa di aver partorito un ottimo lavoro.

Oggi, per festeggiare il compleanno di Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio), vi propongo una serie di tè delle cinque per tornare tra le sue pagine e scambiare qualche riflessione sul romanzo “light & bright & sparkling“, leggero, brillante, frizzante, che da 203 anni ci scalda il cuore e illumina la mente. Buona lettura!

– “Oggi sento che devo scriverti.” Jane annuncia a Cassandra la pubblicazione di Pride & PrejudiceLeggi
– Così nacque “my own darling child”, Pride & PrejudiceLeggi
– Alle origini di Pride & Prejudice: Cecilia, Memoirs of an heiress di Frances Fanny Burney ☞ Leggi
– Quando Pride and Prejudice diventò Orgoglio e Prevenzione (la prima traduzione italiana, 1932) ☞ Leggi

– La terza dichiarazione per Elizabeth Bennet ☞ Leggi
– Jane e le sue creature dopo la parola fine – Lizzy Bennet ☞ Leggi
– Adoro camminare!, ovvero: la via verso l’autodeterminazione ☞ Leggi
– Pemberley, proiezione dell’animo di Darcy ☞ Leggi
– Mr Darcy, l’eroe imperfetto dei nostri sogni ☞ Leggi
– Dov’è il ritratto di Mrs Darcy? ☞ Leggi
– Charlotte Lucas, ovvero: mi piego ma non mi spezzo ☞ Leggi
– Il ruolo del tè in Orgoglio e Pregiudizio (Pride & Prejudice) ☞ Leggi
– Solo l’amore di Darcy può dare del tu a Lizzy. Una riflessione sull’eterno dilemma “Lei/Voi/Tu” nelle traduzioni. ☞ Leggi

Oppure, divertitevi ad assaggiare i tanti tè delle cinque dedicati a questo romanzo ☞  Leggi


 

(1) lettera a Cassandra del 4 febbraio 1813, trad. di G. Ierolli jausten.it