Archivi categoria: Romanzi canonici

Fanny Price: l’eroina austeniana che non ti aspetti

Riprendo e rielaboro qui una riflessione che ho esposto lo scorso 6 dicembre 2014 durante l’incontro del Jane Austen Book Club della biblioteca Salaborsa, in collaborazione con Jane Austen Society of Italy (JASIT), dedicato a Mansfield Park.
Per affrontare la lunga elucubrazione, consiglio un abbondante e robusto tè da colazione, nonostante l’ora pomeridiana, sostenuto da molti dolcetti… 

C’era una volta l’Incompreso Austeniano, ovvero il romanzo (ingiustamente ma inesorabilmente) meno ricordato, meno letto, meno amato di Jane Austen, Mansfield Park, e la sua Eroina Non-Eroina (forse anti-eroina, o eroina riluttante?), Fanny Price, che si faceva rubare la scena dall’Antagonista Quasi-Eroina, o eroina mancata, Mary Crawford, in ogni pagina. La nostra Eroina Non-Eroina da due secoli era famosa per la sua inarrivabile virtù ed imperturbabile passività, e per un grave, inspiegabile difetto in una creatura che condivide il DNA letterario con l’intraprendente Lizzy Bennet o la solida Elinor Dashwood o la perseverante Anne Elliot: l’incapacità di diventare La Vera Eroina Austeniana, cioè il personaggio femminile principale tipicamente austeniano in cui ogni lettrice riesce immancabilmente ad identificarsi, fatto di autodeterminazione all’ennesima potenza, declinata in mille sfaccettature di personalità femminili. Le rarissime eccezioni a questa regola inesorabile, sparse qua e là, con molta (troppa) discrezione nel romanzo di cui Jane Austen l’ha resa proprietaria, non erano state sufficienti a recuperarle il credito di Protagonista degna della sua Creatrice

Eppure, a ben guardare oltre la sua presenza sulla pagina romanzesca, così fragile ed immobile, e a ben ascoltare oltre le sue parole, così parche e sommesse, quando arriviamo al “dunque” della vicenda, nel bel mezzo del romanzo, nel punto esatto in cui la sua dignità di essere umano viene messa in discussione… ecco, all’improvviso, che Fanny Price si trasfigura in Vera Eroina Austeniana. E solo pronunciando una semplicissima parola “magica”: NO. Per ben due volte! – Un momento… Non ci ricorda qualcuno?

La mia recente rilettura di Mansfield Park, nell’anno del Bicentenario, è stata particolarmente propizia: per un intreccio di diversi gruppi di lettura a cui mi sono trovata a partecipare, ho riletto questo romanzo in contemporanea con Orgoglio e Pregiudizio. Ed ho scoperto che Fanny non solo non è così “diversa” da tutte le Altre Eroine Austeniane ma, addirittura, ha qualcosa in comune con la Campionessa, l’Eroina Austeniana per Eccellenza, Miss Elizabeth Bennet. Ma sempre a modo suo, s’intende.

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Bettina è tornata. Riproposta la prima traduzione italiana di Orgoglio e Pregiudizio (ed. xedizioni)

orgoglio-prevenzione-xedizioniÈ uscita un’edizione di “Orgoglio e Pregiudizio” a cura della casa editrice xedizioni che offre agli appassionati la possibilità di rileggere la prima versione italiana del romanzo, pubblicata da Mondadori nel 1932 con il titolo “Orgoglio e Prevenzione” e la traduzione di Giulio Caprin.

È una verità universalmente riconosciuta che Pride and Prejudice abbia la straordinaria capacità di restare del tutto inalterato persino quando viene strapazzato e snaturato. La mia esperienza personale lo conferma senza alcun dubbio: scoprii Jane Austen grazie a Orgoglio e Pregiudizio, film del 1940, che mi folgorò a tal punto da farmi divorare il romanzo, che trovai poco tempo dopo quella visione in un’edizione Mondadori del 1986.

Leggendo il libro, mi resi conto che il film si era concesso una quatità incommensurabile di licenze cinematografiche sull’originale di Jane Austen ma aveva comunque conservato qualcosa – la sua brillantezza, l’ironia diffusa, la levità intelligente con cui la protagonista affonta qualunque tenzone sociale, il divertimento rutilante di una scena costantemente affollata di personaggi notevoli.

Ancora, leggendo il libro avevo sorriso di fronte alle scelte stilistiche d’altri tempi e ai nomi propri ostinatamente italianizzati (Elisabetta, detta Bettina, le sue sorelle Giovanna, Maria, Caterina, Lidia, e poi Don Guglielmo Lucas e Donna Caterina De Bourgh e tutti gli altri…), ma era la vicenda stessa ad essere d’altri tempi e nella mia giovane mente inesperta avevo finito per accettare questi dettagli come parte integrante dell’atmosfera romanzesca – dettagli che, peraltro, non mi avevano impedito di innamorarmi del romanzo, e della sua autrice. Perdutamente.

Non lo sapevo all’epoca di quella mia Prima Lettura, e lo avrei saputo solo dopo qualche anno (e la lettura di altre edizioni): quel libro che avevo divorato in tre giorni e due notti, che mi aveva conquistata nonostante scelte linguistiche che trovavo discutibili, era la ristampa, senza alcuna modifica, della fatidica prima edizione italiana di Pride and Prejudice, tradotto da Giulio Caprin per Mondadori nel 1932 col titolo Orgoglio e Prevenzione. Non solo: fu anche la prima apparizione di un’opera di Jane Austen nel nostro paese.

A Giulio Caprin e alla sua traduzione, dunque, ho imparato a guardare con aria di totale, incondizionato rispetto e gratitudine perché ha introdotto generazioni intere di lettrici e lettori alle opere di Jane Austen ed ha spianato la strada alle pubblicazioni successive. Ma quella che Mondadori usa oggi non è più la stessa traduzione…

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Chi ben comincia è dentro all’opera.
Breve riflessione sul primo capitolo del primo romanzo pubblicato.

Sense and Sensibility, copertina di H. ThomsonRileggere Sense and Sensibility (Ragione e Sentimento) per il Jane Austen Book Club di Bologna ha rimesso in moto una quantità di riflessioni, o meglio elucubrazioni in libertà – una parte delle quali riverso oggi in questa breve tazza di tè meditativa dedicata proprio all’inizio del romanzo.

Credo che la prima caratteristica dell’abilità compositiva di JA che salta all’occhio di chiunque inizi a leggere i suoi romanzi sia, per l’appunto, l’inizio, il primo capitolo, per la sua straordinaria capacità di portare il lettore nel cuore dell’azione: l’autrice non si limita soltanto (e scusate se è poco) a dipingere un accuratissimo quadro della situazione ma, addirittura, nel fare ciò prende il lettore saldamente per mano e, nel giro di pochi paragrafi, lo porta baldanzosa dentro quel quadro. Il romanzo diventa subito un grande quadro vivente tutto intorno a noi.
Questo accade fin dall’inizio – intendo l’inizio del destino pubblico di scrittrice – con il primo romanzo pubblicato, Sense and Sensibility (Ragione e Sentimento), che stabilisce immediatamente questa sana, entusiasmante abitudine, che si ripeterà in tutti gli altri romanzi, per la gioia incontenibile dei lettori.
(in realtà, accade fin da un altro inizio, quello vero, primigenio, della Jane Austen scrittrice privata, la dodicenne argutissima che compone il suo primo romanzo, Frederick & Elfrida, incluso negli Juvenilia, di appena otto pagine e già portatore in nuce di tutto quanto sarebbe stato composto negli anni seguenti)
A riprova di ciò, invito i miei sei lettori a fare un divertente esperimento e rileggere il primo capitolo dei sei romanzi canonici. Una folgorazione.
Quando chiudiamo il primo capitolo di Sense and Sensibility (Ragione e Sentimento), abbiamo tutte le coordinate del caso per sapere dove siamo, con chi siamo, e in quale situazione. Non solo: ci siamo già formati le nostre brave prime impressioni.

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My name is Lizzie Bennet.. and I’m back! Grandi novità per i pensieri di Lizzie intorno alla webcam

Dite la verità, LBD-Addicted di tutta Italia.
Dalla fine di The Lizzie Bennet Diaries, il geniale e appassionante adattamento iper-moderno di Pride and Prejudice in forma di vlog (acclamato vincitore di un Emmy Award), siete inconsolabili!
Avete riguardato tutta la web series più volte, curiosato in giro per la rete alla ricerca di nuovi segni della presenza degli amatissimi personaggi e attori, divorato famelicamente tutte le nuove serie e le novità della Pemberley Digital, ma non siete mai appagati.
Nessuna delle nuove serie che si sono succedute da quel giorno è riuscita a darvi l’intensità di emozioni (e la grave, divertentissima dipendenza) che avete provato con lo strepitoso The Lizzie Bennet Diaries tra il 2012 e il 2013.
Animo! In questo triste anno di astinenza da LBD, alcune novità hanno preso forma, per la gioia di tutti noi che non vediamo l’ora di qualche ottimo pretesto per tornare alle vicende raccontate da Lizzie davanti alla webcam.
E proprio ieri, 22 maggio 2014 (ecco un’altra pietra miliare nel calendario LBD), Lizzie è tornata, con un Bonus Video!

Il video è disponibile sul canale youtube di The Lizzie Bennet Diaries

Inoltre, altri bonus ci attendono per alimentare nuovamente la nostra dipendenza cronica: un libro e persino un audiolibro tratti dalla serie, nonché i DVD dell’intero adattamento.
Il tè di oggi è ricco di sorprese…


My name is Lizzie Bennet AND I’M BACK!

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Mansfield Park, un Bicentenario che vale una (ri)scoperta

Oggi, nel 1814, Jane Austen  ebbe la soddisfazione di vedere pubblicato il suo terzo romanzo, Mansfield Park. Questo è anche il primo romanzo composto interamente ex novo nell’amata casa di Chawton, tanto che spesso ci si riferisce ad esso e ai due successivi, Emma e Persuasion, con cui condivide il luogo di nascita, come ai “Chawton novels”. E dunque:
Buon 200° compleanno, Mansfield Park!
Un Bicentenario è sempre un ottimo pretesto per rendere omaggio al festeggiato compiendo alcune attività che lo vedano protagonista. E mai come in questo caso, diventa un’occasione imperdibile per leggero o rileggerlo.

In questo 9 maggio 2014, giorno del Bicentenario, vi invito ad un birthday tea party che durerà tutto il 2014 grazie alle tante opportunità che avremo di scoprire o riscoprire il più Incompreso e Sconosciuto tra i romanzi di Jane Austen. Le sorprese sono assicurate!
Ma: perché “mai come in questo caso”?
(La risposta non sarà breve perciò vi consiglio di fare scorta di tè e generi di conforto)

The patience of Miss Price, miscela di tè neri e vaniglia di www.bingleysteas.com

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