Recentemente, in un gruppo di Facebook si è riacceso il dibattito su questo finale alternativo del film Pride & Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio) di Joe Wright, per Universal Pictures, 2005. Mi sono resa conto che non sempre gli spettatori italiani sono a conoscenza della sua esistenza e che, una volta visto, il giudizio è (manco a dirlo) assai controverso.
E poiché tra pochissimi giorni ci troveremo per iniziare a leggere insieme, in questa sala da tè, proprio Orgoglio e Pregiudizio, ho pensato di cominciare fin d’ora ad immergerci nelle riflessioni intorno a quest’opera eccelsa.
So bene che questa elucubrazione potrebbe generare una piccola tempesta di opinioni contrastanti nella mia tazza di tè ma ciò che desidero fare oggi è semplicemente dare voce alle mie elucubrazioni, come sempre, e condividerle con chiunque vorrà scambiare la propria.
Sì, perché, per quanto si possa discutere di questo finale – soggettivamente, secondo i propri gusti, o più oggettivamente, sulle sue qualità cinematografiche – c’è almeno una cosa che ritengo del tutto aderente allo spirito dell’appassionata vicenda della coppia d’oro del mondo austeniano…
Ma prima, per rinfrescare la memoria a chi già lo conosce e dare l’opportunità di vederlo a chi ancora non lo ha visto, guardiamoci questo finale alternativo.
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Diventa Lizzy Bennet, con Lost in Austen di HOP Edizioni
E’ il sogno nemmeno tanto inconfessato, il desiderio decisamente sfrenato di qualunque Janeite che si identifichi in Elizabeth Bennet: svegliarsi un bel giorno ed essere esattamente LEI!
Sarà per quella sua mente vivacissima, quel carattere brillante, quella bellezza che irradia luminosa dall’interno e rende magnetici i suoi begli occhi scuri… sarà che aver conquistato un uomo di grande umanità e valore come Fitzwilliam Darcy non può che confermare le sue doti di donna altrettanto umana e speciale che la avvicina a tutte noi eppure la rende unica…
…il fascino di Lizzy, dopo duecento anni, è ancora intatto e forse più magnetico ed entusiasmante che mai.
Dal 1° dicembre 2012, potremo davvero divertirci a indossare i suoi panni e viaggiare con la fantasia per i sentieri di Austen-landia grazie al libro che HOP edizioni ha portato in Italia
LOST IN AUSTEN
di Emma Campbell Webster
illustrato da Pénélope Bagieu
ed. HOP Edizioni
(01/12/2012)
Di che cosa si tratta? E’ una vera e propria storia che si dipana su quasi 400 pagine, che si legge come un romanzo ma si vive come un gioco di ruolo in cui la protagonista sei tu, Lizzy Bennet.
Per tutti i dettagli, vi invito con le mie care amiche Lizzies all’anteprima del salotto di Old Friends & New Fancies e nella dépendance ad alta densità creativa di La Collezionista di Dettagli. E non perdete i prossimi tè delle Lizzies…
Presto, infatti, condivideremo con voi questa nuova esperienza in una tipica “recensione lizzesca” a sei mani [lo stralcio della mia esperienza è in fondo a questo post] e, soprattutto, in un GIVEAWAY di Lost in Austen (HOP Edizioni) su Old Friends & New Fancies.
Grazie a HOP Edizioni per aver curato l’edizione italiana di questa chicca austeniana. (In uscita il 1° dicembre 2012)
DI SEGUITO: la RECENSIONE del libro, che riprende quella pubblicata per la prima volta nel blog Old Friends & New fancies il 16 dic. 2012.
I Watson e Emma Watson di Joan Aiken – Recensione
Lo strano destino dei Watson
(questa recensione è stata pubblicata per la prima volta il 25 luglio 2012 su Old Friends & New Fancies)
Due sono i romanzi incompiuti di Jane Austen. Uno è Sanditon, iniziato nel gennaio 1817 ed interrotto meno di due mesi dopo per cause di forza maggiore essendo sopravvenuta prima la malattia e poi la morte della sua ancor giovane e geniale Autrice.
L’altro è appunto questo I Watson (The Watsons) il cui destino è anomalo nella produzione austeniana, almeno considerando i romanzi cosiddetti “canonici”.
Iniziato intorno al 1803 e proseguito con non poche difficoltà, viene interrotto nel 1805 e messo da parte senza mai più essere ripreso. Se si considera che dal 1809, anno dell’insediamento definitivo nella quiete ispiratrice di Chawton, Jane riprese e revisionò alcune opere già scritte dando loro una versione definitiva, (Ragione e Sentimento, Orgoglio e Pregiudizio e persino il giovanissimo L’Abbazia di Northanger), la defezione dei Watson appare evidente.
Non sapremo mai le ragioni per cui Jane decise di abbandonare questa sua creatura senza mai darle una seconda possibilità.
Personalmente, tendo ad associarmi a coloro che ritengono determinanti gli eventi che caratterizzarono la sua vita in quegli anni: l’improvviso trasferimento a Bath, voluto dai genitori, in un città che Jane non apprezza; ma soprattutto, l’improvvisa malattia e morte di suo padre (1805), che getta nello sconforto lei, sua sorella Cassandra e la madre e che apre un periodo buio, irto di difficoltà economiche e di sistemazioni di fortuna, in cui le tre donne vivono della carità dei fratelli. Fino a Chawton, nel 1809, appunto.
I Watson appartiene a tutto questo e, pur senza alcuna prova appurata, ho sempre pensato che riprenderlo significasse per Jane riaprire un capitolo troppo doloroso che nemmeno le gioie della scrittura avrebbero potuto stemperare, soprattutto se si pensa che il padre della protagonista appare fin dalle prime pagine gravemente malato. Inoltre, alcuni spunti e personaggi sono stati “riciclati” per gli scritti successivi, come a confermare che per Jane I Watson era definitivamente abbandonato.
Nonostante ciò, oggi noi sappiamo che cosa ne avrebbe fatto, Jane, di questi derelitti Watson, se avesse voluto dare loro un senso compiuto. Ce lo ha svelato nel 1871 il nipote James Edward Austen-Leigh, nella famosa biografia Ricordo di Jane Austen (Memoir of Jane Austen), nella quale pubblicò questo frammento dandogli anche il titolo che non aveva mai avuto:
Quando la sorella dell’autrice, Cassandra, mostrò il manoscritto di questo lavoro a qualcuna delle sue nipoti, disse loro anche qualcosa sul seguito della storia, dato che con questa cara sorella – anche se, credo, con nessun altro – sembra che Jane abbia parlato liberamente di ogni lavoro che avesse tra le mani. Mr. Watson sarebbe morto presto e Emma costretta a dipendere per una casa dalla meschinità del fratello e della cognata. Avrebbe rifiutato la proposta di matrimonio di Lord Osborne, e molto dell’interesse del racconto sarebbe derivato dall’amore di Lady Osborne per Mr. Howard, innamorato invece di Emma, che alla fine avrebbe sposato. (trad. di Giuseppe Ierolli)
Chi volesse completarne la stesura dovrebbe tener conto di ciò anche se, a ben guardare, è un canovaccio ben scarno che contiene solo l’inevitabile lieto fine.
Nel 1996, Joan Aiken prova a completare l’opera di Jane Austen, con Emma Watson, ora tradotto in italiano dalla casa editrice TEA. Le note di copertina di questa edizione giustamente definiscono Mrs. Aiken prolifica ed eclettica perché, oltre ai tanti libri per bambini e ragazzi, da vera appassionata di Jane Austen si cimentò con ben sei derivati, tra cui Eliza’s Daughter (che abbiamo letto con le Lizzies nel salotto di Old Friends & New Fancies lo scorso anno per il bicentenario di Ragione e Sentimento).
Ma l’encomiabile sforzo di questa scrittrice, grande ammiratrice di Jane Austen, non mi sembra particolarmente ben riuscito.
Anteprima: Paola Cortellesi legge Ragione e Sentimento per Emons Audiolibri
Quando, nel 2010, inserii il CD nel computer e sentii Paola Cortellesi dare voce al microcosmo austeniano di Orgoglio e Pregiudizio per la prima volta, esultai per la gioia di sentire realizzato così perfettamente il mio desiderio di un audiolibro di questo amatissimo capolavoro.
…tanto che cominciai ad utilizzarlo come una panacea ad effetto immediato, ascoltandone brani qua e là, capitoli interi, il libro completo, ogni volta in cui la vita quotidiana esaurisce la mia autonomia energetica – o più semplicemente, quando ne ho voglia (il che accade spesso, essendo io un’inguaribile Austen-addict).
Ma da quel primo ascolto, ed ogni volta ad ogni ascolto, ho sempre desiderato ascoltare Paola in tutti gli altri romanzi austeniani. Oggi, questo mio desiderio (che, ne sono sicura, condivido con tutti i Janeite italiani) comincia a prendere forma:il 14 novembre,Emons Audiolibri pubblicherà Ragione e Sentimentoletto da Paola Cortellesi .
Per di più, lo scorso 30 ottobre questo romanzo ha compiuto 201 anni perciò questa diventa una splendida occasione per festeggiarlo degnamente!
Nei giorni scorsi, ho avuto il grande piacere, e onore, di ascoltare in anteprima questo audiolibro tanto atteso. Ed è dunque con immensa gioia che vi invito a questo tè delle cinque per questa Anteprima entusiasmante.
E in chiusura, non perdetevi una pillola audio di 1 minuto e, soprattutto, la piacevolissima chiacchierata che abbiamo fatto con Flavia Gentili, la direttrice di produzione di Emons che è stata in sala di registrazione con Paola Cortellesi e che ha curato questo progetto austeniano fin da Orgoglio e Pregiudizio (recensito anche su questo blog: Se Paola dà voce a Elizabeth). Scoprirete che in Emons c’è… un covo di Janeite DOC!
(da non perdere, in fondo al post, oltre 4 minuti con Paola, dietro le quinte della lettura!)
Continua a leggere
A dance with Jane Austen – ovvero: l’importanza sociale e narrativa del ballo
Inevitabilmente, le danze riempiono le pagine delle opere di Jane Austen.
Innanzitutto, perché facevano parte della vita quotidiana dei suoi tempi. I balli avevano una funzione sociale fondamentale perché permettevano alle persone di incontrarsi e conoscersi derogando, entro limiti ben precisi, alle rigide regole che governavano i rapporti umani. Erano le sole occasioni in cui giovani di ambo i sessi potevano non soLo interagire direttamente ma anche toccarsi, anche se solo per il brevissimo intreccio delle mani durante una danza. Questa prossimità, questa promiscuità fisica, che oggi appare così casta da sembrare addirittura inesistente, annullava temporaneamente alcune barriere.
In secondo luogo, perché Jane evidentemente ama raccontare tutto quanto ruoti intorno alle occasioni danzanti. Le biografie familiari e le lettere, infatti, ci restituiscono l’immagine nitida di una donna appassionata di musica e ballo, che si prepara attentamente curando abiti e accessori (secondo le possibilità concesse dalle sue finanze sempre limitate), pregustando il divertimento e addirittura rinnovandolo nel piacere di raccontare nei particolari e con dovizia di commenti personali tutto quanto vi è accaduto.
Leggere il libro A dance with Jane Austen di Susannah Fullerton, edito da Frances Lincoln Publishers significa immergersi totalmente nelle pagine dei romanzi di Jane Austen e, attraverso di essi, nella moda e nel costume dell’epoca.
Inoltre, se vi sentite perfettamente in sintonia con la cara Zia Jane perché amate ballare, siete ballerini provetti, ammirati e ricercati ed avete nella memoria serate in cui non avreste mai smesso di volteggiare, questo libro fa al caso vostro perché qui troverete coniugate due diverse ma intense passioni, quella per Jane Austen e quella per il ballo.