Archivi autore: Silvia Ogier

Informazioni su Silvia Ogier

(Bologna, Italy) - Diplomata Traduttrice e Interprete e laureata in Lingue e Letterature Straniere, ha lavorato come traduttrice e da anni si occupa di marketing e comunicazione aziendale. Il suo maggiore interesse libresco è la letteratura scritta dalle donne. Ha letto Jane Austen per la prima volta a vent’anni (Orgoglio e Pregiudizio). Nel dicembre 2010 ha aperto il blog monografico Un tè con Jane Austen e nel 2013 ha fondato Jane Austen Society of Italy (JASIT), di cui è presidente.

Auguri a William Shakespeare (à la Un tè con Jane Austen)

Nei giorni in cui si ricordano nascita e morte di William Shakespeare (23 aprile 1564 – 26 aprile/3 maggio 1616), un Genio Assoluto della storia dell’Umanità, non posso esimermi dal rendergli omaggio anche in questa sala da tè intitolata a Jane Austen, sua fervente ammiratrice – come dimostrano le tante citazioni e gli innegabili e, talvolta, persino impliciti tributi che gli ha riservato, tra lettere e romanzi (sì sì, prima o poi ne riparliamo, prometto…).
Non me ne voglia la cara Zia. Oggi, nella giornata che per tutto il mondo è il compleanno dell’insuperabile Bardo, la metterò un poco in imbarazzo facendo ciò che, da due secoli, tanti prima e meglio di me non mancano di fare: accostare i loro nomi e il loro grande genio letterario (e meta-letterario).
Non sarei capace di farlo adeguatamente con le mie parole: per questo, con umiltà e deferenza, prendo in prestito le puntualissime, emozionanti parole di un’altra grande Lettrice e Scrittrice, Virginia Woolf, da Una stanza tutta per sé.

[…] E dunque, mi chiedevo, Orgoglio e Pregiudizio sarebbe stato un romanzo migliore se Jane Austen non avesse ritenuto necessario nasconderne il manoscritto allo sguardo dei visitatori? Ne lessi una pagina o due per capire ma non riuscii a trovare alcun segno del fatto che le condizioni materiali della vita dell’autrice ne avessero in minima parte danneggiato il lavoro. Ed era quello, forse, il vero miracolo della sua opera. Ecco una donna, agli inizi dell’Ottocento, che scriveva senza odio, senza amarezza, senza paura, senza protestare, senza fare prediche.
La stessa condizione nella quale scriveva Shakespeare, pensavo guardando il testo di Antonio e Cleopatra. E quando alcuni paragonano Shakespeare a Jane Austen, forse intendono dire che ambedue erano riusciti a dissolvere nella mente ogni ostacolo […] ed è per questa ragione che Jane Austen pervade di sé ogni parola che ha scritto, proprio come fa Shakespeare.

(Buon compleanno, Will!)

Una pronipote di Jane Austen racconta… (da JASIT)

Una pronipote di Jane Austen, Caroline Knight (nella foto) – discendente del fratello Edward Austen, che prese il cognome Knight perché adottato dai ricchi cugini degli Austen, diventando signore di molte proprietà tra cui Godmersham Park, Chawton House

Chawton House

e il vicino Chawton Cottage, amatissima dimora di Jane,

Chawton Cottage, oggi Jane Austen’s House Museum

 

oggi meta di pellegrinaggi di migliaia di Janeites da tutto il mondo – esce allo scoperto e racconta per la prima volta in un’emozionante intervista al quotidiano australiano The Sydney Morning Herald che cosa significa vivere nel ricordo di cotanta Zia.
Ne parla un articolo odierno di JASIT, davvero da non perdere!

Storia di una pronipote di Mara Barbuni, 07/04/2014 jasit.it

Per saperne di più
…su Chawton Cottage e Chawton House, vi ricordo i tè delle cinque dedicati alla casa che Jane Austen amava e dalla quale sono partiti per il mondo tutti i suoi romanzi (ecco perché mi piace chiamarla “l’ombelico del mondo austeniano”): visita a Chawton e al Jane Austen’s House Museum

Chiedi chi è Jane Austen? Ti risponderò con le parole di G. Tomasi di Lampedusa

Durante il Tè con Jane Austen dal vivo dello scorso 15 febbraio alla Libreria delle Donne di Bologna, ho detto una quantità di cose, come nella migliore tradizione dei miei tè delle cinque in questa sala da tè. La maggior parte di esse sono state vere e proprie elucubrazioni su come ho incontrato Jane Austen e che cosa vi ho trovato.
Un taglio così personale mi è servito per provare a raccontare, attraverso la mia esperienza diretta, che cosa renda la geniale scrittrice di duecento anni fa così moderna (tanto moderna da apparire addirittura un passo sempre più avanti) agli occhi di noi, donne e uomini del disincantato, ipertecnologico XXI secolo.
Per queste mie elucubrazioni, però, non mi sono affidata soltanto alle mie gambe ma mi sono appollaiata saldamente sulle spalle dei giganti. Per cominciare bene, da solide basi.
Una di queste solidissime spalle è quella offertami generosamente da un uomo. Un Italiano. Un grande scrittore che in comune con Jane Austen ha la capcità di leggere e decodificare la realtà con acume infallibile e poetico.
È con lui che ho voluto iniziare a raccontare chi è Jane Austen. Per molti ottimi motivi.
Le sue parole sono tra le più belle dichiarazioni mai scritte su Jane Austen.
Sono pertinentissime. In mezza paginetta, c’è tutto ciò che c’è da sapere sulla grande autrice.
E sono scritte da un uomo, un dettaglio rilevantissimo che dimostra, una volta di più, come l’etichetta “roba da donne” appiccicata sempre troppo frettolosamente a JA racchiuda un insieme di ignoranze del tutto privo di senso.
E poi, ulteriore dettaglio determinante, questo uomo è italiano. Le sue parole, concepite nella nostra stessa lingua, risuonano sulla nostra sensibilità con tutta la loro forza naturale originale.
Ecco perché in ogni occasione in cui ci sia la necessità di raccontare chi è Jane Austen non esito a rispondere con le parole di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Servitevi abbondantemente di tè e generi di conforto: l’elucubrazione di oggi sarà opportunamente assai lunga.

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Un tè con Virginia e Jane nella stanza tutta per sé

…Perché è un enigma senza fine cercare di capire come mai nessuna donna abbia scritto una sola parola di quella straordiazia letteratura mentre un uomo su due, a quanto sembrava, era in grado di comporre una canzone o un sonetto. In quali condizioni vivevano le donne, mi chiedevo […].
Consentitemi di immaginare, dal momento che i fatti sono così difficili a ottenersi, che cosa sarebbe accaduto se Shakespeare avesse avuto una sorella meravigliosamente dotata, chiamata Judith, poniamo. […] Nel frattempo, quella sua sorella straordinariamente dotata, immaginiamo, rimaneva in casa. Era altrettanto desiderosa di avventura, altrettanto ricca di fantasia, altrettanto impaziente di vedere il mondo quanto lo era lui. Ma non venne mandata a scuola […], dovette essere promessa in moglie al figlio di un vicino mercante di lane.
[…] E così quella donna, nata nel sedicesimo secolo con il dono della poesia, era una donna infelice, una donna in lotta contro se stessa. Le sue condizioni di vita, i suoi istinti, tutto era ostile a quello stato d’animo che è indispensabile a lasciar libero quanto si ha nel cervello.[…] A lei il mondo non diceva, come agli uomini, Scrivi pure, se vuoi; per me non fa alcuna differenza. Il mondo, sganasciandosi dalle risate, le diceva: Scrivere? E a che ti serve scrivere?

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Jane Austen vale 10 sterline per la Banca d’Inghilterra. Dal 2017

Jane Austen Bank of EnglandQualcuno di certo lo ricorderà. La scorsa estate, quella del Bicentenario di Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio), è stata caratterizzata non solo dal prosieguo dei festeggiamenti per il darling child austeniano ma anche da una rovente polemica a proposito di un piccolo pezzo di carta. Una banconota della Banca d’Inghilterra.
Tutto era nato da un annuncio, in aprile: la Banca aveva dichiarato che dal 2016, al posto di Elizabeth Fry, sulla banconota da 5 sterline ci sarebbe stato Sir Winston Churchill. Ma subito fu chiaro che, una volta sparita Mrs Fry, a parte la Regina Elisabetta II (la cui presenza è, ovviamente, scontata) non ci sarebbe più stata alcuna donna eminente sulle banconote inglesi. E qui nacque la polemica.
Pochi (ma intensi) mesi dopo, in luglio, ecco l’annuncio della Banca: dal 2017, sulla banconota da 10 sterline Darwin sarà sostituito niente meno che con Jane Austen.
Come si è arrivati a questa decisione? La polemica ha riguardato direttamente Jane Austen? E quale aspetto avrà la banconota?
Anticipando solo che no, il dibattito non ha affatto riguardato la nostra cara Zia Jane (lei, monumento eterno alla discrezione e all’ironia, non può essere oggetto di polemiche furenti e strumentali) ma, in generale, la presenza femminile sulle banconote di Sua Maestà, vi invito a prendere un tè nel salotto di JASIT, dove ho ricostruito brevemente la vicenda per poi soffermarmi sull’aspetto della banconota.

Il bellissimo omaggio della Banca d’Inghilterra al genio di Jane Austen, “la più perfetta” come la definì Virginia Woolf, sarà in circolazione dal 2017, un anno davvero significativo.
(Lo so: quell’anno non resisterò alla tentazione di precipitarmi in Inghilterra pur di avere il pretesto di andare in banca a cambiare i miei Euro in Sterline. E una volta che avrò tenuto tra le mani una siffatta banconota, in loco, scambiandola come se fosse la cosa più naturale di questo mondo nel corso dei miei acquisti, sarà impossibile staccarmene. La porterò a casa. La incornicerò. Ecco, adesso l’ho confessato pubblicamente.)

Jane Austen sulla banconota
da 10 sterline, dal 2017

di Silvia Ogier, su jasit.it
Buona lettura!