Archivi autore: Silvia Ogier

Informazioni su Silvia Ogier

(Bologna, Italy) - Diplomata Traduttrice e Interprete e laureata in Lingue e Letterature Straniere, ha lavorato come traduttrice e da anni si occupa di marketing e comunicazione aziendale. Il suo maggiore interesse libresco è la letteratura scritta dalle donne. Ha letto Jane Austen per la prima volta a vent’anni (Orgoglio e Pregiudizio). Nel dicembre 2010 ha aperto il blog monografico Un tè con Jane Austen e nel 2013 ha fondato Jane Austen Society of Italy (JASIT), di cui è presidente.

Charles Dickens a Bologna

Charles Dickens, ritratto giovanile

Lo scorso 7 febbraio è ufficialmente iniziato l’anno dickensiano, per celebrare la nascita del grande scrittore inglese.

E’ un grande piacere nonché un onore poter raccontare di questo fondamentale appuntamento con la storia dell’umanità attraverso la mia città…
Bologna, infatti, partecipa attivamente alla celebrazione di questa ricorrenza con un programma di conferenze, letture pubbliche, proiezioni cinematografiche, mostre, ed altri eventi culturali, che, unico in Italia, ha il patrocinio di enti prestigiosi come il British Council ed è inoltre inserito nel calendario internazionale degli eventi coordinati da Dickens 2012, in collaborazione con il Charles Dickens Museum di Londra.
Quale legame avrà mai avuto questo nume tutelare della letteratura di tutti i tempi con una città come Bologna? E, in generale, con l’Italia?…

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Liebster e Versatile anche nel 2012!

Devo cominciare questo importantissimo post con delle scuse alle amiche della blogosfera che hanno voluto dare un segno tangibile dell’interesse con cui seguono e frequentano i tè delle cinque con Jane Austen.
Mi ci è voluto molto, troppo tempo per imbastire i miei ringraziamenti in questa conversazione, che spero possa esprimere appieno il mio entusiasmo nel constatare come la condivisione delle proprie passioni attraverso una rete virtuale, potenzialmente fredda e distante, riservi splendide sorprese che fanno scoprire il lato più umano e più nobile di questo strumento di comunicazione.
Questi due “premi” sono essenzialmente un segno della vicinanza tra le tante Signore della Blogosfera ed un’occasione per conoscersi meglio e magari scoprire nuovi salotti e cucine piene di manicaretti letterari e chiacchiere in libertà.
E dunque grazie di cuore ad alcune vecchie amiche di sempre del blog:
Clau dal suo Garage pieno di libri (ma con un angolo pieno di…teiere!)
Irene dal salottino di Cipria e Merletti
Mara dal suo angolo dedicato alla lettura, Ipsa Legit
Nicky con il suo scaffale ben fornito, Bookshelf
nonché ad alcune amiche che frequentano da tempo i nostri tè delle cinque ma che io (mea culpa!) ho scoperto da poco:
Clelia dalla sua splendida Quieta Radura
Danielle e Aliena, le nostre magiche Guardiane del Tempo
Silvia, l’eclettica aspirante scrittrice di Banana e Cioccolato 
Infrango le regole e rigiro a loro il premio come segno di riconoscenza. Del resto, questo post dovrebbe integrare quelli dello scorso anno, ai quali vi rimando (Liebster 2011 e Versatile 2011) con una precisazione, però. 
Nel tempo trascorso da quei post, alcune cose sono cambiate nella mia vita, anche drasticamente, ma di certo alcune non cambieranno mai…

– Sono sempre  una Librovora Compulsiva,
– mi piace scrivere come valvola di sfogo e spunto di riflessione,
– prediligo la “letteratura al femminile“,
– sono una romanticona irrecuperabile,
– se potessi, mi concederei lunghe passeggiate mattutine ogni giorno
– bevo litri di sempre caldissimo, persino in estate
– sono vegetariana da oltre vent’anni ed amo la buona tavola
– ammiro profondamente il talento artistico in tutte le sue forme (essendone io priva)

…e continuo ad essere convinta di ciò che Jorge Luis Borges ha saputo dire prima e meglio di me, cioè che il Paradiso sia una grande biblioteca (Yo, que me figuraba el Paraíso / Bajo la especie de una biblioteca).

Sì, il mio Paradiso è proprio un’immensa biblioteca all’aperto, sempre soleggiata, senza polvere e a temperatura perfetta per libri e lettori, dove tutti possiamo leggere e scrivere e parlare di ciò che leggiamo, sorseggiando tè, passeggiando e sedendo qua e là, per l’eternità.

Leggere e passeggiare, proprio come Lizzie (Keira Knightley)
(Pride and Prejudice, Joe Wright, 2005)
Ed è proprio in questo Paradiso che ci troviamo, ogni volta che leggiamo un libro e ci perdiamo nelle sue pagine.. e magari anche quando veniamo a condividerlo nella blogosfera.

…e, sempre come Lizzie (Jennifer Ehle, Pride and Prejudice BBC 1995)
bere un buon tè rilassante e consolatorio

Grazie a tutte e a tutti!

Ventisette come gli anni di Jane Austen quando disse no

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Olivia Williams (Jane Austen), in Miss Austen Regrets (Io, Jane Austen) BBC, 2008

Credo fermamente nelle coincidenze significative (anche quando il loro significato mi sfugge)…
Ed è di una di queste coincidenze sfuggenti ma evidenti che vorrei parlarvi oggi. No, niente di accademico o minimamente sensato. Semplicemente, si tratta di una delle mie ricorrenti elucubrazioni sulla coincidenza che ho notato.

Mi ci ha fatto ripensare la cara amica di blogosfera Silvia di Vorrei essere un personaggio austeniano quando, qualche giorno fa, ha compiuto gli anni (ancora auguri, cara Omonima Janeite!). Giustamente, ha ricordato una curiosa cabala austeniana legata ai suoi 27 anni. Cercando su internet, tanto per togliermi lo scrupolo, ho scoperto che… non c’è nulla da scoprire, insomma, forse è una coincidenza significativa solo per me.
I ventisette anni di età ricorrono spesso nei romanzi di Jane Austen.
Silvia, nel suo post, ha ricordato tutti i casi. Ed io ho ripreso a chiedermi, per l’ennesima volta, per quale ragione Jane si sia trovata così di frequente a stigmatizzare questa età nei suoi romanzi…
Ricapitoliamo.

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Eliza’s Daughter di Joan Aiken | Quel che resta di Sense & Sensibility

Eliza-2527s-daughterQuel che resta di Sense & Sensibility
(questa recensione è stata pubblicata per la prima volta il 18 gennaio 2012 su Old Friends & New Fancies)

Ottimo libro, sotto ogni punto di vista. Scrittura, narrazione, struttura. Un punto debole è la caratterizzazione dei personaggi, un po’ superficiale, ma del resto concentrare le energie soprattutto sulla trama e l’ambientazione comporta un sacrificio per altri aspetti. Ma – lo dico fin d’ora a costo di scoraggiare il prosieguo di questo tè delle cinque, o persino l’esperienza di lettura da parte di chi dovesse parteciparvi – non aspettatevi un vero e proprio seguito di Sense and Sensibility o una ricreazione delle atmosfere austeniane.

Fin dalle prime battute siamo catapultati in un’atmosfera profondamente dickensiana, ricca di infanzia abbandonata e variamente abusata, adulti poveri che non possono fare altro che lasciarsi schiavizzare dai più ricchi e potenti, valori e buon senso piegati alle esigenze del senso comune e delle convenzioni… Poi, quando l’infanzia e l’adolescenza piano piano cedono il passo alla giovinezza, raminga ed avventurosa, eccoci catapultati in un’atmosfera quasi picaresca, alla Tom Jones o Moll Flanders, se non fosse per quella nota di fondo drammaticissima che mi ha ricordato le vite (soprattutto femminili) in balia delle meschinità umane (soprattutto maschili) come la povera Tess di T.Hardy o certi casi strazianti ed imponderabili di Ruth di E.C.Gaskell…
Ebbene, in tutto questo, dunque, che cosa rimane (se rimane…) di Sense and Sensibility?

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Il vero volto di Jane Austen? (3)

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Il presunto ritratto di Jane Austen, ritrovato nel 2011

Impossibile non ricordarlo. Il presunto ritratto di Jane Austen miracolosamente ritrovato da una studiosa britannica (che sta per pubblicare una biografia sulla Nostra) ha tenuto banco sul finire del 2011, tanto che persino l’autorevole (ma pur sempre interessata al profitto) BBC gli ha dedicato un documentario.

Per chiarire la situazione, abbiamo già fatto due passeggiate nella Galleria dei Ritratti di Zia Jane scoprendo che manca un suo ritratto ufficiale vero e proprio e che solo due sono i ritratti autentici (uno è addirittura di spalle, e l’ho scelto come immagine di questo post) insieme ad una piccola costellazione di immagini presunte tali ma impossibili da verificare.
E ci siamo stupiti di come anche il vero aspetto di Jane ricada in quella zona d’ombra che sembra ammantare tutta la vita dell’autrice…
Oggi, per completare il quadro, resteremo comodamente seduti ad ascoltare le voci di chi l’ha conosciuta, nelle testimonianze scritte che ci parlano di come i suoi contemporanei la vedevano, per tentare di mettere insieme un’immagine più chiara, quasi come in un identikit.

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