Archivi autore: Silvia Ogier

Informazioni su Silvia Ogier

(Bologna, Italy) - Diplomata Traduttrice e Interprete e laureata in Lingue e Letterature Straniere, ha lavorato come traduttrice e da anni si occupa di marketing e comunicazione aziendale. Il suo maggiore interesse libresco è la letteratura scritta dalle donne. Ha letto Jane Austen per la prima volta a vent’anni (Orgoglio e Pregiudizio). Nel dicembre 2010 ha aperto il blog monografico Un tè con Jane Austen e nel 2013 ha fondato Jane Austen Society of Italy (JASIT), di cui è presidente.

Il vero volto di Jane Austen? (2)

by Cassandra Austen, pencil and watercolour, circa 1810

Ritratto di Jane Austen, eseguito da Cassandra, acquarello e matita, 1810 ca.

La Galleria dei Ritratti di Jane Austen non ha un suo ritratto ufficiale. Ha due soli ritratti autentici ed una miriade di piacevoli variazioni sul tema, solitamente derivati da uno dei due succitati ritratti autentici. E ad oggi il suo vero aspetto non ci è noto con assoluta certezza.
Nel post precedente (Il vero volto di Jane Austen? 1), abbiamo passeggiato tra le sue immagini più famose cominciando da quelle certe e concludendo la visita davanti alla silhouette che abbiamo visto tante volte (anche in questa sala da tè!) ma che mi sono permessa di indicare come capofila della lunghissima serie di immagini non autentiche di Jane Austen.

Oggi, riprendiamo la visita ai ritratti di questa galleria ideale proprio da qui, dalle immagini più incerte di Jane Austen, molte delle quali derivate dallo schizzo appena abbozzato disegnato da Cassandra.
(Curiosa questa analogia con i romanzi di Jane: esattamente come loro, infatti, anche i ritratti sono oggetto di moltiplicazione per partenogenesi!)
Partiamo…

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by Cassandra Austen, pencil and watercolour, circa 1810

Auguri, dear Aunt Jane… e grazie!

Una di quelle fate che si racconta stanno attorno alle culle con i loro doni deve averla portata a fare il giro del mondo appena nata. E quando fu deposta di nuovo nella culla, ormai sapeva com’era fatto il mondo. E aveva scelto il suo regno. Aveva sottoscritto un patto: se le fosse stato concesso di regnare su quel territorio, non ne avrebbe desiderato un altro. Perciò a diciassette anni aveva poche illusioni sugli altri e su se stessa. Tutto quello che scrive è rifinito e pulito e posto nella giusta relazione con l’universo come un’opera d’arte. (1)

Alla tua onorabile età di 236 anni, dear Aunt Jane, sei ancora un’ammaliatrice.
Il tuo fascino inossidabile continua a far parlare di te, nei modi più disparati!
Il lato positivo è che sempre più persone che non ti conoscono o ti hanno solo sentita nominare si incuriosiranno, e ti scopriranno. E non smetteranno più di ringraziarti, come me.
Oggi, proprio oggi, sento urgente il bisogno di farlo come si deve.
Nel giorno del tuo compleanno, quando si presume che la festeggiata sia benedetta da una pioggia di regali, per i quali ringraziare amabilmente i gentili donatori, sono io a sentire il bisogno di dire, ufficilamente, apertamente, solennemente grazie a te.
Grazie per ciò che tu hai regalato a noi.

Buon Compleanno, dunque,  a te che sei…

la più perfetta artista tra le donne,
la scrittrice i cui libri sono tutti immortali (2)

Note:
(1) Virginia Woolf – in Jane Austen fa i suoi esercizi, recensione di Amore e Amicizia pubblicata su The New Statesman, 15 luglio 1922
(2) Virginia Woolf, in Jane Austen, articolo pubblicato su The Common Reader: First Series, 1923
I brani citati sono tratti da: Virginia Woolf, Le donne e la scrittura, a cura di Michèle Barrett, ed. La Tartaruga edizioni

Le cause della morte di Jane Austen: pochi indizi, solo ipotesi

jane_austen_memorial_plaque

La placca di ottone dorato, posta alla fine dell’800, accanto alla tomba di Jane Austen a Winchester

E’ sconcertante come sia la vita sia la morte di Jane Austen sfuggano a qualunque indagine. Se della sua vita sappiamo quel poco che ci è stato concesso dalla drastica decisione che sua sorella Cassandra ha scrupolosamente eseguito (distruggendo buona parte della loro corrispondenza), della sua morte sappiamo ancora meno.
Le cause della morte di Jane Austen, infatti, sono tutt’ora oscure.
Di quell’anno e mezzo circa che decorre tra i primi dolorosi sintomi della malattia (più o meno all’inizio del 1816) ed il momento in cui Jane muore (18 luglio 1817), sappiamo solo quanto ci è rimasto nelle sue lettere e nel Memoir scritto dalla nipote Caroline. Nulla di più. Non esiste un referto medico né alcuna altra testimonianza medico-scientifica di quanto le è accaduto e delle cure prestate. Le evidenze a disposizione sono, dunque, davvero poche e labili per poter formulare qualcosa di più di una manciata di ipotesi.

Ma ultimamente, con tutto il fragore che una notizia del genere può comportare, è stata avanzata una nuova clamorosa ipotesi: l’avvelenamento da arsenico, per il quale non si escluderebbe nemmeno un… omicidio consumato per una faida familiare. Quanto è attendibile e/o verosimile tutto ciò?

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Il vero volto di Jane Austen? (1)

Jane Austen Potraits

Ma quanto si parla di Jane, ultimamente?
La danno per morta avvelenata dall’arsenico in un’oscura faida familiare (ma è solo un romanzo, opera di fantasia su labilissime evidenze, chiaro?) o finalmente ritrovata nelle sue fattezze reali in un ritratto finora sconosciuto (ma dalla provenienza ancora più oscura della faida di cui sopra, per di più donato all’attuale proprietaria il 1 aprile di quest’anno, chiaro?)…
Non è piacevole constatare che ci sono sempre ragioni commerciali, dietro queste strepitose scoperte del secolo. Ma c’è il lato positivo: si parla di Jane Austen. Che è sempre un toccasana. E in questo guazzabuglio mediatico, sono sicura che qualcuno sarà incuriosito e spinto a scoprirla nella sua vera dimensione: i suoi romanzi. Non tutto il fastidio viene per disturbare… E Jane Austen viene sempre e solo per farci tanto bene.


È notizia di pochi giorni fa il ritrovamento di un ritratto che viene ritenuto, da chi lo ha pubblicizzato, come quello più vicino alla realtà (in fondo al post, link utili per leggere la notizia).
È anche in questo caso, un’ipotesi abilmente sfoderata in occasione dell’imminente pubblicazione di un libro (guarda un po’ il caso). Tuttavia, la BBC ha già imbastito su ciò un documentario che andrà in onda il 26 dicembre prossimo. Non ci resta che sospendere il giudizio ed attendere ciò che sarà scoperto in futuro – anche perché è un ritratto spuntato dal nulla, del quale non si conosce, se non vagamente, la provenienza…
(Pensiero impertinente: e se fosse come le famose teste di Modigliani scolpite in garage da un gruppo di burloni?…)
Ma, intanto, vale la pena cogliere questa occasione per fare un po’ di ordine nella galleria dei ritratti di Miss Jane Austen. Qual è il vero volto che da quasi due secoli siamo abituati ad associare al suo nome?

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Il segreto di Mr. Darcy in un articolo di Elvira Serra

dal Corriere della Sera del 26 novembre 2011

Benedetta influenza! Cinque giorni a letto con l’influenza, infatti, hanno fatto scoprire ad Elvira Serra (giornalista di comprovata fede femminista che tiene il blog “La 27ma ora” sul sito del Corriere della Sera) il nostro amatissimo Orgoglio e Pregiudizio e, soprattutto, la figura ormai mitica di Mr. Darcy.
Ne è scaturito un articolo illuminante che provoca una vera e propria “ola” di tutte noi Janeite per la lucidità con cui viene spiegato, a beneficio di chi ancora non lo conosce, “che cos’è” per noi donne moderne questa categoria del pensiero, praticamente un vero archetipo sociale,  “Mr. Darcy” (ma anche Elizabeth Bennet e, nel complesso, Orgoglio e Pregiudizio e Jane Austen in generale).
Anticipo che troverete un’opinione precisa sui tre Darcy dello schermo (Lawrence Olivier, Colin Firth e Matthew MacFadyen): non infervoratevi, si tratta, appunto, di un’opinione personale dell’autrice dell’articolo e, giustamente, su questo ognuna di noi ha un proprio favorito (personalmente, sono molto salomonica – o confusa da cotanto fascino? –  perché fatico a fare a meno di uno qualsiasi di questi, ognuno rappresenta un punto di vista diverso su Darcy). In breve, il vostro favorito non è detto che coincida con il suo. De gustibus non disputandum est, dicevano i nostri saggi avi latini.
Premesso questo, non mi resta che dire: Grazie, Elvira!

Di seguito, le pagine dell’articolo uscito lo scorso 26 novembre sul Corriere della Sera (per le quali ringrazio nuovamente il sito zeroviolenzadonne.it che pubblica una rassegna stampa sempre puntuale e a tutto campo).

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