Virginia Woolf adorava Jane Austen. L’icona del femminismo moderno era una profonda conoscitrice ed incondizionata ammiratrice dell’icona della letteratura inglese “al femminile”. Questo basterebbe a confutare il pregiudizio secondo cui Jane Austen è roba per educande e pensa solo a far sposare, e molto bene, le sue eroine (con tutto quel che ne consegue sul versante dell’emancipazione femminile)!
Virginia Woolf ha scritto – lo dico senza tema di esagerare – le parole più belle che siano mai state espresse su Jane Austen. E le ha scritte con precisione ed emozione inarrivabile.
Non solo le ha dedicato molte, azzeccate citazioni nel famoso Una stanza tutta per sé (A room of one’s own) ma l’ha accuratamente ed amorevolmente esaminata in alcuni articoli.
Due di essi sono senza dubbio i più appassionati ed appassionanti, nonché i più saccheggiati ogni volta che si parla della signorina di Bath: Jane fa i suoi esercizi e Jane Austen.
Archivi autore: Silvia Ogier
Affetto e creatività nel mio Tè
E’ successo di nuovo! L’energia positiva della rete che gira incessante e prolifica da un blog all’altro è passata di qui. Me l’hanno portata tre amiche della blogosfera: Miss Claire, la Collezionista di Dettagli nonché mia carissima “spacciatrice” di cultura; Cri, una delle dolci Margheritine, e Basilico&Mentuccia dei bellissimi Viaggi d’Inchiostro. Grazie di cuore!
Ecco, dunque, un bel tè delle cinque dedicato a voi, Claire e Cri, nonché a tutte le amiche, cugine, viaggiatrici della rete che vorranno unirsi a noi.
Sono fortunata: ho a disposizione due occasioni per distribuire a mia volta questa energia ad altri 15 blog, complessivamente! Vado in ordine un po’ sparso ma l’affetto è identico per tutti…
(attenzione: servitevi più volte di tè e biscotti perché oggi sono particolarmente logorroica).
Liebster Blog
E’ previsto che indichi 5 blog. Ecco la lista:
– la Bryce’s House di Erica, per l’ottimo e paziente lavoro che compie con il GdL e perché mi ha dato la possibilità di conoscere una quantità di blogger amanti della lettura e delle piccole cose della vita.
– la Favola della Botte di Ziamame, fonte inesauribile di viaggi alla scoperta di luoghi, libri, film, musica. Grazie di tutto!
– l’angolo di Aldina, con cui condivido molte cose, non ultima l’amore per Jane Austen, i libri, le cose semplici ed eleganti.
– il Piccolo Sogno Antico di FrancescaD, che è anche un mondo incantato, dove è sempre piacevole perdersi.
– la libreria di Nicky, di cui sono assidua frequentatrice perché mi aiuta a guardarmi intorno, un po’ oltre zia Jane (che, peraltro, è tra le sue preferenze!)
Fuori quota, non posso non ricordare e ringraziare nuovamente la mia carissima amica di penna (o tastiera?) e di follie libresche/musicali/cinematografiche Claire!
Kreative Blogger
Qui gli dempimenti sono più articolati. E’ previsto che indichi 10 blog + 10 cose su di me.
1- gli affascinanti Viaggi di inchiostro che ho cominciato a fare poco tempo fa e mi appassionano molto. Un bel modo di presentare i libri, proprio come viaggi magici in un altrove parallelo
2- le carissime cugine di Cipria e Merletti, il salotto “quasi gemello”, praticamente quello delle mie vicine di casa, dove mi reco spesso, come un rifugio, per un’ottima tazza di tè
3- il giardino lussureggiante di Mauser, il Georgiana’s garden, dove la mia sete di sapere sull’epoca georgiana e vittoriana trova finalmente soddisfazione
4- l’angolo di Estel, alla quale invio un ringraziamento ufficiale per i suoi frequenti post su grandi donne dimenticate dalla Storia ufficiale
5- il Tempo di leggere di Phoebes, infaticabile esploratrice di tutto quanto abbia a che fare con i libri, ma non solo
6- La mia teiera di Clau nel Garage (sì, la stessa di Cellulosa e celluloide!), con cui condivido l’amore per il connubio inscindibile buon libro+tazza di tè!
7- l’immancabile Susycottage con i suoi tesori (ma quanto te li invidio!)
8- non manca nemmeno la Maison di Maristella, altro scrigno colmo di cose preziose
9- la curiosità di una Maestra con le maiuscole, Simona di My Life, che svolge con passione un mestiere difficilissimo e bellissimo (brava Simo!)
10- ultima ma non ultima, la mia omonima, con cui condivido il nome ma anche l’amore per zia Jane, Silvia (Vorrei essere un personaggio austeniano), che ricordo sempre in queste occasioni perché è grazie a lei che mi sono avvicinata alla blogosfera.
Grazie ancora, Cri, per la tua attenzione ed il tuo affetto!
Tra poco, andrò a diramare gli inviti per il tè ma, prima, vi toccano le 10 cose su di me. Qualcuno di voi sa già che:
1. ho accanto un sant’uomo di marito (praticamente Mr Darcy!) che mi sopporta da ben 12 anni…
2. ed un cane squinternato che ci ha adottati dal primo momento che ci ha visti arrivare al canile!..
3. Sono vegetariana da oltre 20 anni
5. Pratico yoga da 5 anni ma adoro nuotare
6. Vado pazza per.. Jane Austen – non vale, lo sapete già… Vado pazza per le cornici concentriche e i cruciverba senza schema sulla Settimana Enigmistica…
7. Adoro sorseggiare un buon tè caldo, anche d’estate (come i nomadi nel deserto!), mi sgombera la mente, mi distende i nervi, mi apre i polmoni, mi fa stare bene.
Ed ora aggiungo che:
8. Mi piace imparare giocando e divertendomi ed ammiro molto chi sa insegnare in questo modo
9. Passerei tutto il mio tempo a leggere, ascoltare musica, guardare film, andare a teatro, chiacchierare con gli altri di queste cose
10. Mi piace l’infinita varietà del mondo e basterebbe solo un po’ di rispetto in più per goderne tutti, pienamente.
Ma che cosa resta? La risposta è nel titolo
Chiudo il mio excursus sull’opera di Pamela Aidan con una riflessione “a latere”.
Dei romanzi della Trilogia di Fitzwilliam Darcy, gentiluomo di Pamela Aidan, derivati da Pride and Prejudice/Orgoglio e Pregiudizio, il terzo ha un titolo apparentemente anomalo rispetto agli altri due (che invece riecheggiano quello di Jane Austen): These three remain (Quello che resta).
La citazione in testa al primo capitolo, però, chiarisce subito che questo titolo è stato scelto appositamente perché ha un significato preciso e profondo.Viene da qui:
And now these three remain: faith, hope and love. But the greatest of these is love.
[Queste dunque le tre cose che restano: fede, speranza e amore. Ma di tutte, la più grande è l’amore.]
San Paolo – Prima lettera ai Corinzi (cap. 13)
E’ uno dei più famosi passi della Bibbia, che di certo molti di voi avranno già sentito e risentito, magari durante la celebrazione di un matrimonio (soprattutto civile, dove pare sia molto gettonato).
Credenti o no, presumo che saremo tutti d’accordo nel definirla una delle cose più belle che un essere umano abbia mai scritto, e la sua semplice verità universale è e sarà sempre potentissima.
E’ bene fare una precisazione: la Chiesa Cattolica, nella traduzione ufficiale italiana, al posto di amore preferisce la parola carità nel senso di amore universale, che vuole solo il bene altrui. Ma nelle altre religioni cristiane, così come nelle lingue diverse dall’italiano, si è soliti parlare esplicitamente di amore inteso nella sua accezione più pura – ed è questa la versione che preferisco perché credo sia di immediata comprensione per tutti.
Trovate che sia un po’ pretenzioso (se non addirittura inopportuno) riferirsi a questo mirabile testo immortale per dare il titolo ed aprire un libro di tal fatta? Forse. Ma di certo, dopo tutto il mio leggere e riflettere, mi sento di dire che non è neppure così fuori luogo.
Se nel rapporto tra Darcy ed Elizabeth (personaggi di fantasia solo all’apparenza leggeri) possiamo ritrovare una rappresentazione ideale del rapporto universale tra uomo e donna, allora non faremo fatica a ritrovare questa forma di amore, una delle tante, proprio nelle parole che sublimano l’Amore più grande, che le contiene tutte.
Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli ma non avessi l’amore, sarei come bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi l’amore, non sarei nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi l’amore, nulla mi gioverebbe.
L’amore è paziente, è benigno.
Non è invidioso, l’amore.
Non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace solo della verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
L’amore non avrà mai fine.
[…] Queste dunque le tre cose che restano: fede, speranza e amore. Ma di tutte, la più grande è l’amore.
Note:
Il brano della prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi è copiato dalla Bibbia di Gerusalemme (testo biblico: “La sacra Bibbia della CEI” editio princeps 1971), Centro Editoriale Dehoniano, Bologna, ed. 1977, nel quale mi sono permessa di sostituire carità con amore.
Young Master Darcy: il nuovo libro di Pamela Aidan
Pamela Aidan è l’autrice di derivati da Jane Austen (sua la “Trilogia di Fitzwilliam Darcy, gentiluomo”) che finora mi ha più positivamente colpita e non posso non segnalare questo suo ultimo lavoro, appena pubblicato.
Lo scorso 1° dicembre 2010 è uscito (per il momento solo nei paesi anglofoni) Young Master Darcy: A lesson in honour (Book 1).
Si tratta di un romanzo breve che sta tutto in appena 122 pagine. Sono previsti ulteriori volumi, come confermano sia il frontespizio di questo primo libro (che indica Book 1) sia la stessa autrice sul proprio sito.
E’ chiaramente l’avvio di un prequel seriale in cui osserviamo da vicino come il tredicenne Fitzwilliam Darcy cominci a diventare il ventottenne che Jane Austen fa entrare, con tutta la sua evidente prestanza ed apparente alterigia, nella Assebly Hall di Meryton al capitolo III di Pride and Prejudice/Orgoglio e Pregiudizio.
L’operazione non è di poco conto: non solo perché nuovamente la Aidan prende il coraggio a due mani e si cimenta con “l’intoccabile” Darcy (le è già riuscito così bene una volta che riprovarci può essere un enorme rischio) ma anche perché sembra aprire con decisione una nuova strada editoriale nel filone austeniano, quella del prequel, cioè del “prima di”. Tra le opere derivate da Jane Austen registro solo un Dawn of the dreadfuls (che, essendo il prequel di quella ciofeca campata per aria che è Orgoglio e Pregiudizio e Zombie, potrebbe tranquillamente essere escluso dal novero).
Re Colin parla italiano!
Gentili Signore della blogosfera e della rete tutta che amate Colin Firth, questo video è per tutte noi.
Re Colin Firth sta entrando al Kodak Theatre, è sul tappeto rosso (lui ancora non lo sa ma tra poco vincerà l’Oscar), accompagnato dalla splendida Livia (la sua italianissima moglie), e si intrattiene brevemente con la giornalista di Sky. IN ITALIANO. Una vera delizia per tutti i nostri sensi!
[spiacente, il video è stato rimosso da Youtube e non è disponibile alcuna altra copia]
Mi permetto di riportare un commento di una Cugina del Club, Emma, che credo interpreti perfettamente il pensiero di tutte noi:
E’ bello sapere che Darcy è fra di noi, che esiste e invecchia, che si concede alla nostra cucina e ingrassa, che dice “CIAO COME STAI?!” in italiano, che ama la nostra “sgnappa”, che diventa rosso come gli umani….
Ringrazio vivamente:
– la discussione Statuetta! Statuetta! Il Party della Statuetta! nel Jane Austen Bookworm Club di Anobii (dedicata al festeggiamento per l’Oscar a Colin Firth)
– ed in particolare Claudia che ha segnalato il link
– e Gloria che ha segnalato il blog di Livia Giuggioli Firth (sì anche lei è una blogger!)