Oggi vi invito a immergerci nuovamente (e per l’ultima volta) nella frescura confortante della casa di Jane Austen.
Confesso che, nello scrivere quest’ultimo post dedicato alla nostra visita al cottage, mi è balenato il timore di rivelare troppo, e rischiare di rovinare la sorpresa a chi deve ancora andare in questo luogo magico, quasi come se stessi “spoilerando”.
Ma pensando bene a quali e quante emozioni ho provato nel compierla, pur avendo visto abbondanti testimonianze fotografiche e scritte di chi c’era già stato, il timore mi è passato subito.
Questa volta, tuttavia, non mi soffermerò a lungo nelle stanze ma cercherò di limitarmi a ciò che mi ha colpito di più (impresa ardua ma necessaria).
Non voglio farvi attendere oltre e ci incamminiamo subito su per la scala – la stretta, cigolante, luminosa scala che ci porta alle camere al piano di sopra.
…Dal quale vengono rumori di passi e di voci – e doveva essere questo, penso, il rumore di sottofondo che accompagnava Jane, arricchito dal passaggio delle carrozze e dei cavalli sulla strada, nonché degli animali della stalla e nel cortile…
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Una visita a casa di Zia Jane, a Chawton (3)
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