Una di quelle fate che si racconta stanno attorno alle culle con i loro doni deve averla portata a fare il giro del mondo appena nata. E quando fu deposta di nuovo nella culla, ormai sapeva com’era fatto il mondo. E aveva scelto il suo regno. Aveva sottoscritto un patto: se le fosse stato concesso di regnare su quel territorio, non ne avrebbe desiderato un altro. Perciò a diciassette anni aveva poche illusioni sugli altri e su se stessa. Tutto quello che scrive è rifinito e pulito e posto nella giusta relazione con l’universo come un’opera d’arte. (1)
Alla tua onorabile età di 236 anni, dear Aunt Jane, sei ancora un’ammaliatrice.
Il tuo fascino inossidabile continua a far parlare di te, nei modi più disparati!
Il lato positivo è che sempre più persone che non ti conoscono o ti hanno solo sentita nominare si incuriosiranno, e ti scopriranno. E non smetteranno più di ringraziarti, come me.
Oggi, proprio oggi, sento urgente il bisogno di farlo come si deve.
Nel giorno del tuo compleanno, quando si presume che la festeggiata sia benedetta da una pioggia di regali, per i quali ringraziare amabilmente i gentili donatori, sono io a sentire il bisogno di dire, ufficilamente, apertamente, solennemente grazie a te.
Grazie per ciò che tu hai regalato a noi.
Buon Compleanno, dunque, a te che sei…
la più perfetta artista tra le donne,
la scrittrice i cui libri sono tutti immortali (2)
Note:
(1) Virginia Woolf – in Jane Austen fa i suoi esercizi, recensione di Amore e Amicizia pubblicata su The New Statesman, 15 luglio 1922
(2) Virginia Woolf, in Jane Austen, articolo pubblicato su The Common Reader: First Series, 1923
I brani citati sono tratti da: Virginia Woolf, Le donne e la scrittura, a cura di Michèle Barrett, ed. La Tartaruga edizioni