Quale che sia il vostro giudizio, vi chiedo un caloroso applauso ed un’ovazione per questo film, il primo adattamento cinematografico di Pride and Prejudice (preceduto da uno sceneggiato tv BBC del 1938, andato irrimediabilmente perduto), nonché un grande successo, duraturo, che ha aperto la strada a tutti gli adattamenti successivi.
Troppo spesso, la nostra tv lo trasmette colorato al computer, un vero affronto al suo bianco e nero originale, sfolgorante e variegatissimo. Io me lo gusto sempre in privato, grazie al DVD di cui sono gelosissima e fiera proprietaria. Ed ogni volta guardarlo è fonte di grande divertimento e piacere – ma anche di tenerezza, se penso a quanto ero giovane e del tutto ignara di ciò che avrei scoperto grazie a quelle improbabili crinoline, nella tarda primavera dei miei vent’anni.
Siate pazienti e benevoli, oggi, e lasciate che vi serva il mio tè delle cinque fuori orario e sulla macchina del tempo. Non solo perché l’oggetto delle mie elucubrazioni è un film che ha la stessa età di quei gentili vecchietti che sono i miei genitori ma anche perché in questo caso più che in qualunque altro devo farvi seguire il corso dei miei ricordi personali.