Nel 2015, sul primo numero della rivista dell’associazione culturale Jane Austen Society of Italy (JASIT) Due Pollici D’Avorio, uscito nel febbraio di quell’anno, scelsi di inaugurare questa appassionante avventura editoriale raccontando una storia avvincente come un romanzo, che avrebbe portato lettrici e lettori nel cuore pulsante del mondo di Jane Austen, ovvero il cottage di Chawton, nella contea dello Hampshire.
La scelta si impose da sola, del tutto spontaneamente, mentre pensavo a come dare inizio alle pubblicazioni della rivista di JASIT: inevitabilmente, non potevo che cominciare proprio là dove tutto ebbe inizio, dove Jane Austen, ritrovando finalmente solidità e ispirazione, sprigionò la forza creativa propulsiva per rivedere i romanzi già scritti, redigerne di nuovi e, soprattutto, mandarli per il mondo e regalarci sei capolavori senza tempo.
Fu sul leggendario (e ancora oggi esistente) tavolino della dining room di Chawton che Jane diede forma alle sue creature – osservando il mondo e la sua varia umanità che scorrevano davanti ai suoi occhi, dentro e fuori quella casa che fu il suo punto privilegiato di rilevazione dei moti dell’animo umano e delle dinamiche sociali.
E che oggi è luogo di pellegrinaggio letterario a cui giungono, carichi di gratitudine e curiosità, stuoli di appassionati e studiosi da ogni parte del mondo.
Ma come siamo arrivati a quello che oggi è un gioiello museale che conserva intatta l’atmosfera e l’energia della casa di Jane Austen?
(…a tal punto – ve lo assicuro – che, aggirandosi per le stanze ed il giardino, ci si aspetta, con ferma convinzione, di vederla spuntare da un momento all’altro da dietro una porta, con lo sguardo penetrante e la cuffietta d’ordinanza che non riesce a trattenere alcune ciocche di capelli, segno evidente di un animo gentilmente ribelle…)
Servitevi una fragrante tazza di tè ed accomodatevi con me per un fantastico viaggio nel tempo e nello spazio del cuore pulsante di Austenland.
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