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Le cause della morte di Jane Austen: pochi indizi, solo ipotesi

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La placca di ottone dorato, posta alla fine dell’800, accanto alla tomba di Jane Austen a Winchester

E’ sconcertante come sia la vita sia la morte di Jane Austen sfuggano a qualunque indagine. Se della sua vita sappiamo quel poco che ci è stato concesso dalla drastica decisione che sua sorella Cassandra ha scrupolosamente eseguito (distruggendo buona parte della loro corrispondenza), della sua morte sappiamo ancora meno.
Le cause della morte di Jane Austen, infatti, sono tutt’ora oscure.
Di quell’anno e mezzo circa che decorre tra i primi dolorosi sintomi della malattia (più o meno all’inizio del 1816) ed il momento in cui Jane muore (18 luglio 1817), sappiamo solo quanto ci è rimasto nelle sue lettere e nel Memoir scritto dalla nipote Caroline. Nulla di più. Non esiste un referto medico né alcuna altra testimonianza medico-scientifica di quanto le è accaduto e delle cure prestate. Le evidenze a disposizione sono, dunque, davvero poche e labili per poter formulare qualcosa di più di una manciata di ipotesi.

Ma ultimamente, con tutto il fragore che una notizia del genere può comportare, è stata avanzata una nuova clamorosa ipotesi: l’avvelenamento da arsenico, per il quale non si escluderebbe nemmeno un… omicidio consumato per una faida familiare. Quanto è attendibile e/o verosimile tutto ciò?

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Elinor e Marianne come Cassandra e Jane?

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Elinor (Hattie Morahan) e Marianne (Charity Wakefield), da Ragione e Sentimento BBC 2008

E’ opinione diffusa, e talvolta sostenuta anche da studiosi e critici letterari, che le due sorelle Dashwood protagoniste di Sense and Sensibility/Ragione e sentimento, siano modellate sulle due sorelle Austen, e che quindi nella emotiva e solare Marianne, appassionata di letteratura e musica, si possa vedere Jane Austen stessa mentre, nella riflessiva e seria Elinor, punto di riferimento della famiglia, sua sorella Cassandra.
Di certo, non è mai giunto fino a noi alcun riscontro inconfutabile; ed i dati biografici delle due sorelle Austen sono insufficienti per fare deduzioni fondate. D’altro canto, siamo consapevoli che uno scrittore tende a parlare molto di sé nelle prime opere, e che Jane Austen in particolare descriveva la propria realtà quotidiana. Eppure, una cosa è certa: è almeno dal 1870 che questa associazione viene messa in discussione. E non da erudite confutazioni degli esperti. Ma da colui che è considerato il primo biografo ufficiale di Jane.

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Una stanza tutta per sé, di Virginia Woolf

Virginia Woolf

Virginia Woolf nella sua stanza, tra cose meravigliose da leggere e scrivere

No, non potevo esimermi dal chiacchierare in libertà anche di questo libro, dopo aver ricordato quanto la geniale Virginia Woolf (autrice del  saggio Una stanza tutta per sé) amasse Jane Austen, tanto da definirla perfetta ed immortale
Questa sua opera è, per me, il suo capolavoro assoluto, al di sopra anche dei romanzi per i quali sembra essere ben più famosa. Perché? Ve lo racconto subito.

A room of one’s own (Una stanza tutta per sé) è il libro che non dovrebbe mancare nel corredo culturale di ogni donna.
…Insieme ai romanzi di Jane Austen, of course! Nel mio altarino austeniano, del resto, questa è l’unica presenza non austeniana, insieme a Jane Eyre di Charlotte Bronte, perché questi sono i libri che hanno accompagnato la mia formazione, e continuano a farlo ancora oggi (perché non si finisce mai di crescere!) .
Questo è un libro “per la vita” perché di essa racconta. E racconta delle donne, e degli uomini, della propria autonomia e della possibilità di vivere armoniosamente. Buttate via i trattati di sociologia, psicologia, antropologia, storia! Ci basta Virginia Woolf!

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Perfetta ed Immortale: così parlò Virginia Woolf

Virginia Woolf

una Virginia Woolf giovane ed intrepida

Virginia Woolf adorava Jane Austen. L’icona del femminismo moderno era una profonda conoscitrice ed incondizionata ammiratrice dell’icona della letteratura inglese “al femminile”. Questo basterebbe a confutare il pregiudizio secondo cui Jane Austen è roba per educande e pensa solo a far sposare, e molto bene, le sue eroine (con tutto quel che ne consegue sul versante dell’emancipazione femminile)!
Virginia Woolf ha scritto – lo dico senza tema di esagerare – le parole più belle che siano mai state espresse su Jane Austen. E le ha scritte con precisione ed emozione inarrivabile.
Non solo le ha dedicato molte, azzeccate citazioni nel famoso Una stanza tutta per sé (A room of one’s own) ma l’ha accuratamente ed amorevolmente esaminata in alcuni articoli.
Due di essi sono senza dubbio i più appassionati ed appassionanti, nonché i più saccheggiati ogni volta che si parla della signorina di Bath: Jane fa i suoi esercizi e Jane Austen.

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La prima volta che incontrai Jane Austen

Orgoglio e Pregiudizio, MGM, 1940

Sarei banale se dicessi che accadde per caso? Sì, perché tutti i libri che leggiamo in realtà ci chiamano, a gran voce, mentre noi continuiamo a pensare che sia frutto del caso.

(Un’amica lo sta leggendo, ma guarda il caso… Ne ha parlato la tv, ma guarda il caso… Stavo facendo un giro in centro e l’ho visto nella vetrina, ma guarda il caso… Lo avevo incrociato studiando per un esame all’università, ma guarda il caso…)
Ogni volta che inizio l’ennesima  rilettura, è un po’ come “tornare a casa” trovando però sempre qualcosa di nuovo, di speciale… Ed immancabilmente mi torna in mente un’altra esperienza specialissima: la prima, appunto…

Avevo vent’anni esatti quando Jane Austen mi chiamò, la prima volta, da un film in bianco e nero.
Avevo appena visto in tv Rebecca la prima moglie ed il mio cuore aveva palpitato per quell’antipatico, imperscrutabile, fascinosissimo Max De Winter impeccabilmente interpretato da Laurence Olivier. Così, quando vidi che avrebbero trasmesso un altro suo film, non esitai a guardarlo. Era Orgoglio e Pregiudizio del 1940.

Chi lo ha visto sa che è appena un accenno al romanzo originale, con molte eclatanti libere interpretazioni. Quindi non si stupirà nel sapere che sì, mi piacque molto, ma non me ne innamorai – non subito, almeno. Questo film non era ancora esattamente Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen. Ma era solo questione di tempo, pochissimo tempo…

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