Recentemente, in un gruppo di Facebook si è riacceso il dibattito su questo finale alternativo del film Pride & Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio) di Joe Wright, per Universal Pictures, 2005. Mi sono resa conto che non sempre gli spettatori italiani sono a conoscenza della sua esistenza e che, una volta visto, il giudizio è (manco a dirlo) assai controverso.
E poiché tra pochissimi giorni ci troveremo per iniziare a leggere insieme, in questa sala da tè, proprio Orgoglio e Pregiudizio, ho pensato di cominciare fin d’ora ad immergerci nelle riflessioni intorno a quest’opera eccelsa.
So bene che questa elucubrazione potrebbe generare una piccola tempesta di opinioni contrastanti nella mia tazza di tè ma ciò che desidero fare oggi è semplicemente dare voce alle mie elucubrazioni, come sempre, e condividerle con chiunque vorrà scambiare la propria.
Sì, perché, per quanto si possa discutere di questo finale – soggettivamente, secondo i propri gusti, o più oggettivamente, sulle sue qualità cinematografiche – c’è almeno una cosa che ritengo del tutto aderente allo spirito dell’appassionata vicenda della coppia d’oro del mondo austeniano…
Ma prima, per rinfrescare la memoria a chi già lo conosce e dare l’opportunità di vederlo a chi ancora non lo ha visto, guardiamoci questo finale alternativo.
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Un mese con Orgoglio e Pregiudizio: Gruppo di Lettura e Giveaway!
Il traguardo importante si avvicina sempre più. No, non sto parlando del Natale… Più prosaicamente, ma con uguale intensità, l’attesa e la scadenza a cui mi riferisco riguardano il compleanno di uno dei più bei libri che la mente umana abbia mai concepito.
Pride & Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio) compirà 200 anni il prossimo 28 gennaio.
Per celebrare degnamente questa data, e prepararci al meglio ai festeggiamenti, vi propongo un tè molto speciale, anzi, più di uno!
Gruppo di Lettura Pride & Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio) allietato da un preziosissimo Giveaway con questo audiolibro
offerto da Emons Audiolibri. Di seguito, tutti i dettagli per partecipare!
Due secoli di Orgoglio e Pregiudizio
…e di grande amore per questo capolavoro, i suoi personaggi e la sua Autrice!
Ho la spiccata tendenza ad essere molto democratica assegnando la stessa dose di amore incommensurabile ed incondizionato a tutto quanto sia uscito dalla penna della cara Zia Jane, dai romanzi canonici, alle lettere, alle opere minori, incomplete o giovanili. Ma il cuore e la mente, ed ognuno per motivazioni proprie, condividono una predilezione irresistibile che va, manco a dirlo, a Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio), o, come disse Jane stessa, my own darling child.
(Seguito a ruota da Persuasion/Persuasione, dotato di una magia il cui potere cresce di pari passo con la mia età e le mie riletture. Ma questa è un’altra considerazione…)
Questo gioiello brillantissimo, che io vedo perfetto sotto ogni punto di vista, capace come poche altre cose di trascinarmi in tutta la gamma possibile delle emozioni umane… che mi ha insegnato molto, forse tutto, sulla donna che ho sempre desiderato essere, sull’uomo che ho sempre desiderato avere al mio fianco, sui rapporti umani, e su una quantità di altre cose – in una parola, sulla vita – compirà 200 anni il prossimo 18 gennaio 2013.
Per festeggiare degnamente questo capolavoro, ed offrire alla sua creatrice un ringraziamento per il grande regalo che ci ha fatto, la mobilitazione dei Janeites è già cominciata. Scopriamo le grandi manovre pianificate in questo angolo di blogosfera per questo anniversario.
Così nacque “my own darling Child”, Pride and Prejudice
E – I want to tell you that I have got my own darling Child from London.
IT – Voglio dirti che ho avuto il mio adorato Bambino da Londra.
Jane scrive queste parole eloquenti a sua sorella Cassandra il 29 gennaio 1813.
Il giorno precedente, il 28 gennaio, era stato un altro sorprendente grande giorno, per Jane, che aveva visto un’altra delle sue creature venire la luce, dopo l’insperata pubblicazione e l’entusiasmante successo avuto poco più di un anno prima, nell’ottobre del 1811, da Sense & Sensibility (Ragione e Sentimento).
L’adorato Bambino è ovviamente Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio) e questa definizione ci racconta molto dell’amore speciale che Jane ebbe sempre per questa sua opera – non a caso, è quella più citata nelle 161 lettere sopravvissute alla damnatio memoriae della fedele Cassandra. Ma questo suo sottolineare l’età un po’ più adulta di Pride and Prejudice rispetto al precedente Sense and Sensibility sembra quasi esprimere una sua consapevolezza di quanto la propria abilità di narratrice fosse maturata. Quasi come se ella sapesse bene che il lavoro di revisione sul primo era stata una splendida palestra per il secondo…
Ebbene: come le first impressions sono cresciute fino a diventare il suo romanzo forse più amato nel tempo e nello spazio da folle oceaniche di appassionati lettori compulsivi?
Come la nostra Jane ha vissuto i 14 mesi che la portarono dall’uscita del primo romanzo pubblicato, Sense & Sensibility a quella del secondo, Pride and Prejudice?
La strada, in realtà, era iniziata molto tempo prima. E non era andata benissimo…
Pemberley, proiezione dell’animo di Darcy
In Pride and Prejudice/Orgoglio e Pregiudizio c’è una lunga scena di descrizione di luogo – una delle rarissime di questo genere e, proprio per questo, di grande significato – che Jane Austen scrive, inutile dirlo, in modo mirabile, quasi come se, pur senza avere la più pallida idea di che cosa sarebbe stato un film, l’abbia sceneggiata ad arte per il grande schermo.
Siamo al capitolo 43 – che non a caso è il cap. 1 del volume 3 nella prima edizione in tre volumi, proprio a sottolineare l’importanza del momento, che segna l’inizio di un nuovo percorso.
Elizabeth, accompagnata dagli zii Gardiner, mette piede nella proprietà di Darcy, la mitica Pemberley, e noi seguiamo in presa diretta il suo inoltrarsi in quel luogo, mentre cammina per i sentieri, ammira il paesaggio, si sofferma sull’enorme ed elegante edificio, vi entra, penetrando così in quella che è la casa dell’uomo che ha appena incominciato a conoscere veramente, al di là delle sovrastrutture che fino ad ora ne hanno alterato la giusta percezione.
Percorrere i sentieri ed i corridoi di Pemberley, per Lizzy equivale ad immergersi nella realtà di Darcy, esplorarla, elaborarne le suggestioni, acquisire una profonda e completa conoscenza di colui che ne è il proprietario e abitante.
…perché Pemberley è Darcy.
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