Archivi tag: Pride and Prejudice

Romanzo di Jane Austen

La terza dichiarazione per Elizabeth Bennet

La prima dichiarazione, secondo www.pemberleypond.com

Siamo talmente abituati a sentire etichettare Jane Austen come “roba da donne” – o da educande, che pensano solo al matrimonio, per di più vantaggioso, perfette eroine da romanzo rosa, solo per ricordare alcuni dei più forti ed infondati luoghi comuni – che non riusciamo a reprimere un moto di piacevole sopresa, che si tramuta subito in entusiasmo, quando un uomo mostra interesse e gradimento per la nostra beniamina.
Di più, siamo inevitabilmente portate – noi, donne austeniane – a guardare con un occhio di grande riguardo e profonda ammirazione un tale uomo.
Spingendomi più in là, potrei persino dire che, così, trasformiamo in affermazione la fatidica domanda di Lizzie, these are the words of a gentleman, queste sono parole da gentiluomo. Salvo beneficio d’inventario, s’intende.
Al novero degli Austeniani di genere maschile appartiene il Prof. George Saintsbury (1845-1933) studioso di letteratura inglese, docente universitario, che non solo ha dedicato il proprio lavoro all’opera di Jane Austen, lasciando analisi acute e di riferimento per chiunque tratti la materia, ma è anche il padre del termine che ci accomuna tutti in questa ammirazione (devozione? fanatismo? scegliete ciò che vi si addice di più, anche tutti e tre): Janites.
Abbiamo già avuto modo di scoprire questa sua fondamentale paternità, condivisa con un altro grande della cultura inglese, Rudyard Kipling.
(Per saperne di più, invito a leggere i post della serie Come nasce la parola Janites)

Oggi, torno a curiosare nello scritto che ha visto la nascita del termine e del concetto di Janeite per riprendere un tema che sembra germogliare spontaneamente, come un binomio inscindibile con Jane Austen e/o con Pride and Prejudice: l’amore per Elizabeth Bennet.
Servitevi abbondantemente di tè e dolcetti, dunque, stiamo per assistere ad una lunga, originale, entusiastica “terza dichiarazione”.

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Così nacque “my own darling Child”, Pride and Prejudice

Frontespizio della prima edizione di Pride and Prejudice

Frontespizio della prima edizione di Pride and Prejudice

E – I want to tell you that I have got my own darling Child from London.
IT – Voglio dirti che ho avuto il mio adorato Bambino da Londra.

Jane scrive queste parole eloquenti a sua sorella Cassandra il 29 gennaio 1813.
Il giorno precedente, il 28 gennaio, era stato un altro sorprendente grande giorno, per Jane, che aveva visto un’altra delle sue creature venire la luce, dopo l’insperata pubblicazione e l’entusiasmante successo avuto poco più di un anno prima, nell’ottobre del 1811, da Sense & Sensibility (Ragione e Sentimento).
L’adorato Bambino è ovviamente Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio) e questa definizione ci racconta molto dell’amore speciale che Jane ebbe sempre per questa sua opera – non a caso, è quella più citata nelle  161 lettere sopravvissute alla damnatio memoriae della fedele Cassandra. Ma questo suo sottolineare l’età un po’ più adulta di Pride and Prejudice  rispetto al precedente Sense and Sensibility sembra quasi esprimere una sua consapevolezza di quanto la propria abilità di narratrice fosse maturata. Quasi come se ella sapesse bene che il lavoro di revisione sul primo era stata una splendida palestra per il secondo…

Ebbene: come le first impressions sono cresciute fino a diventare il suo romanzo forse più amato nel tempo e nello spazio da folle oceaniche di appassionati lettori compulsivi?
Come la nostra Jane ha vissuto i 14 mesi che la portarono dall’uscita del primo romanzo pubblicato, Sense & Sensibility  a quella del secondo, Pride and Prejudice?
La strada, in realtà, era iniziata molto tempo prima. E non era andata benissimo…

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2011-2017: sette anni di Bicentenari Austeniani

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Il tavolino di Jane a Chawton

A proposito di Bicentenari eccellenti… Torniamo a quelli che ci riguardano da vicinissimo.
Ci risiamo: tra nove mesi circa, il 28 gennaio 2013, festeggeremo un altro bicentenario austeniano, quello di Pride and Prejudice.

Avremo modo, la prossima settimana, di ripercorrere le giornate che portarono Jane Austen a ritoccare febbrilmente i fogli con la bozza sul tavolino nel salotto di Chawton. A questo pensiero, ci sembra quasi di sentire il fruscio della penna, il suo leggero tintinnio mentre viene intinta nell’inchiostro, il sottofondo di voci, passi, rumori di vita quotidiana, mentre Lizzie, Darcy, la loro storia e tutto il microcosmo di Pride and Prejudice prendono forma sulla pagina…
Vedremo come questo lavorio quasi segreto, protetto dal cigolio della porta (forse leggendario, ma ci piace pensare che sia vero), piano piano, tra scambi di lettere e revisioni di bozze, diventerà definitivo e pubblico, il 28 gennaio 1813.
Ciò che desidero fare oggi è semplicemente ricordare la congiuntura favorevole che ci troviamo a vivere noi Janeite in questi anni: una lunga, appassionante serie di bicentenari romanzeschi!
Quello di Sense and Sensibility è stato solo il primo. Quali sono gli altri?

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Ventisette come gli anni di Jane Austen quando disse no

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Olivia Williams (Jane Austen), in Miss Austen Regrets (Io, Jane Austen) BBC, 2008

Credo fermamente nelle coincidenze significative (anche quando il loro significato mi sfugge)…
Ed è di una di queste coincidenze sfuggenti ma evidenti che vorrei parlarvi oggi. No, niente di accademico o minimamente sensato. Semplicemente, si tratta di una delle mie ricorrenti elucubrazioni sulla coincidenza che ho notato.

Mi ci ha fatto ripensare la cara amica di blogosfera Silvia di Vorrei essere un personaggio austeniano quando, qualche giorno fa, ha compiuto gli anni (ancora auguri, cara Omonima Janeite!). Giustamente, ha ricordato una curiosa cabala austeniana legata ai suoi 27 anni. Cercando su internet, tanto per togliermi lo scrupolo, ho scoperto che… non c’è nulla da scoprire, insomma, forse è una coincidenza significativa solo per me.
I ventisette anni di età ricorrono spesso nei romanzi di Jane Austen.
Silvia, nel suo post, ha ricordato tutti i casi. Ed io ho ripreso a chiedermi, per l’ennesima volta, per quale ragione Jane si sia trovata così di frequente a stigmatizzare questa età nei suoi romanzi…
Ricapitoliamo.

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I buoni propositi per l’anno nuovo di… Bridget Jones!

Mark (Darcy!), Bridget e Daniel nel film Il diario di Bridget Jones

Mentre si avvicinava la sera di San Silvestro, non saranno mancate le tentazioni di tirare le somme e, di conseguenza, formulare qualche buon proposito per raddrizzare i conti…
Ebbene, vi invito ad aggiungere questo buon proposito alla vostra lista: partecipare al Gruppo di Lettura che tra pochi giorni prenderà il via nel salotto di Old Friends & New Fancies dedicato alla specialista dei buoni propositi per l’anno nuovo, l’incorreggibile, ma inaffondabile, Bridget Jones!
Quanti sono gli ottimi motivi per scegliere questo buon proposito?
Proverò ad elencarne qualcuno: è una riscrittura di Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio), è sotto molti aspetti diverso dal famoso ed amatissimo film, nel 1813 sarà il compleanno proprio del nostro adorato capolavoro Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio) – e ci mettiamo avanti con i preparativi dei festeggiamenti!
Vi ho convinto? Passate dal nostro salotto, dunque, e partecipate al Gruppo di Lettura IL DIARIO DI BRIDGET JONES a partire dal 14 gennaio!
(il libro è facilmente reperibile nell’edizione italiana: chiedete in libreria)