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Romanzo di Jane Austen

The Lizzie Bennet Diaries rewind. Lizzie e il suo vlog tornano, daccapo.

The Lizzie Bennet Diaries ep. 1My name is Lizzie Bennet and I’m back… from the beginning!
Così potrebbe accoglierci Lizzie Bennet, ventiquattrenne californiana laureanda in Scienze della comunicazione, se potesse fare una nuova intro in apertura dell’attesissima replica (se così si può chiamare) delle 100 e oltre puntate della sua avventura di vlogger in The Lizzie Bennet Diaries, che ha infiammato il web per un anno intero, tra 2012 e 2013.
La famosa web series dei primati (ad esempio, è la prima in assoluto tratta da un testo letterario), che adatta in chiave moderna Orgoglio e Pregiudizio, è sempre rimasta disponibile gratuitamente su Youtube, quindi anche chi non la vide “in diretta” avrà avuto modo di imbattersi nella storia di Lizzie & Co in seguito.
Ma questa volta è diverso. Per festeggiare i suoi cinque anni, la serie torna ad essere trasmessa tutta daccapo dal primo episodio con tutti i suoi vlog collaterali e soprattutto con il ricco, articolato materiale mediatico e social che ha accompagnato la messa in onda originale. Potremo rivivere un anno – sì un anno intero! – di emozioni con i protagonisti e le vicende di questo geniale adattamento in chiave moderna di Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio).

Dunque, non perdiamo l’occasione di prendere parte, di nuovo o per la prima volta, a questa follia austeniana moderna e molto ben organizzata, per vedere concretamente quanto perfetta sia Jane Austen anche per la nostra realtà ipertecnologica.
Perché guardarla? A mio avviso, questa web series è stata l’omaggio più bello all’eterna modernità di Jane Austen perché ha adattato Orgoglio e Pregiudizio alla nostra contemporaneità in modo originale ma fedelissimo al romanzo, risultando geniale.
Dove, come, quando vedere la replica di The Lizzie Bennet Diaries? Di seguito tutti i dettagli.

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Un sole che illumina, riscalda e non si spegne mai. Buon compleanno a Orgoglio e Pregiudizio

 

In me c’è un’ostinazione che non sopporterà mai di essere intimorita dalla volontà degli altri. Il mio coraggio cresce sempre, a ogni tentativo di intimidirmi.
[There is a stubbornness about me that never can bear to be frightened at the will of others. My courage always rises with every attempt to intimidate me.]
– Elizabeth Bennet a Mr. Darcy, cap. 31 –

Perché amo Jane Austen? Una delle tante risposte possibili è questa citazione.
Racchiude tutto il carattere non solo di questa brillante eroina anticonformista, ma anche dell’Eroina Austeniana come archetipo narrativo e sociale, nonché dell’intera opera della sua Creatrice, nonché della personalità della Creatrice stessa.
Ed è una delle mie tre citazioni austeniane preferite, il mantra austeniano che non smetto di ripetermi da quando avevo vent’anni e feci la conoscenza di Miss Bennet e, grazie a lei, di Miss Austen.

Buon Compleanno a Orgoglio e Pregiudizio,
un sole che illumina, riscalda e non si spegne mai

Qual è la vostra citazione preferita? Scrivetelo nei commenti, se volete.


Tutti i tè delle cinque dedicati al darling child di Jane Austen: Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio)

“A Natale dovete venire tutti a Pemberley”

Sono la creatura più felice del mondo. Forse l’hanno già detto altri, ma nessuno così a ragione. Sono persino più felice di Jane; lei sorride soltanto, io rido. Mr. Darcy vi manda tutto l’affetto che gli avanza da quello riservato a me. A Natale dovete venire tutti a Pemberley. Vostra, ecc.
(Elizabeth Bennet in Orgoglio e Pregiudizio, cap. 60)

Il tè delle cinque di questa  Vigilia non può che essere a Pemberley, dove tutti i Janeite hanno un invito permanente da parte nientemeno che della padrona di casa in persona, Mrs. Darcy. È con le parole di Elizabeth, piene di gioia e di meravigliose prospettive per il futuro, che auguro a chiunque passi di qui in questi giorni di ritrovarsi in questa più che positiva disposizione d’animo non solo durante le Festività in corso ma anche per tutto il Nuovo Anno alle porte.

Buone Feste!


Nell’immagine, la sontuosa Chatsworth House, nella contea del Derbyshire, sede principale dei Duchi del Devonshire e dimora della famiglia Cavendish. Molti studiosi ritengono che questo luogo di rara bellezza architettonica e paesaggistica sia il modello reale per la Pemberley che Jane Austen ha creato per Mr. Darcy.  Chatsworth, del resto, è nominata (cap. 42) tra le tappe del fatidico viaggio che Elizabeth Bennet compie insieme agli zii Gardiner a metà del romanzo. Per andare a Pemberley, partono da Bakewell (cap. 43), cittadina reale da cui partono ancora oggi i visitatori per Chatsworth. Non vi sono prove certe che Jane Austen vi si sia recata personalmente.
Il film “Orgoglio e Pregiudizio” di Joe Wright del 2005 ha effettivamente usato questo luogo come Pemberley.

Nelle foto in questo post, tre immagini di Chatsworth durante il periodo natalizio, ogni anno ricco di eventi aperti al pubblico.


Nota: testo italiano di Orgoglio e Pregiudizio da jausten.it

Così non parlò Jane Austen. Diffidate delle false citazioni!

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Il doodle che Google dedicò a Jane Austen nel 2010

Gloria e benedizione alla Rete, dove è possibile trovare qualunque informazione/documento/notizia/immagine, su qualsiasi argomento, di qualunque epoca, in qualunque momento, e ovunque noi siamo (a condizione di avere una connessione), compresa Jane Austen. È sufficiente digitarne il nome, e la quantità e varietà di risultati restituiti dalla ricerca è a dir poco travolgente, testimone del vasto e crescente seguito che Miss Austen, classe 1775, continua ad avere, a conferma del fatto che è una vera icona pop dell’era digitale.
Si può dire che ormai anche internet sia da annoverare tra i luoghi di Austenland.
In rete, infatti, sono innumerevoli gli omaggi che gli appassionati le riservano: dai blog e siti dedicati, all’oggettistica, alla cosiddetta fanart, cioè le immagini create dalla fantasia degli ammiratori, e che vanno da disegni originali ad alterazioni personali di immagini preesistenti. Non c’è limite alcuno a ciò che può essere “austenificato” dalla passione e fantasia dei Janeite. I quali amano, con la stessa intensità e in maniera contestuale, andare a caccia di questi omaggi alla loro beniamina lungo la rete e condividerli sui profili social o nei propri blog.

Le citazioni sono una fonte inesauribile di fanart, non solo digitale: frasi celebri tratte dalle sue opere letterarie o dalle lettere fregiano oggetti e danno vita a immagini originali. Le parole pensate e scritte da Jane Austen due secoli fa sono oggi più che mai fonte del modernissimo e digitale “user generated content”, contenuto generato dagli utenti.
Io stessa do alla rete, e prendo da essa, contenuto di questo genere – ad esempio ogni volta che pubblico un mio tè delle cinque virtuale o condivido una foto significativa sui canali social.

Inevitabilmente, in una Rete così affollata, ricca e variegata può capitare qualche corto circuito.  Da qualche tempo, infatti, sto assistendo alla vasta diffusione di un fenomeno assai curioso e – ahimé – preoccupante: le citazioni austeniane apocrife, cioè frasi che vengono attribuite a Jane Austen, e come tali elogiate e condivise a più non posso, ma che sono in realtà tratte dalla sceneggiatura di film o sceneggiati ispirati alle sue opere.
E che oggi provo a ricordare in questo tè delle cinque, per cercare di offrire il mio piccolo contributo per sgomberare il campo dagli equivoci. Così NON parlò Jane Austen!

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Seduta tra le pagine di Pride and Prejudice!
Le panchine letterarie di Londra (estate 2014)

Nello scrigno dei ricordi delle mie vacanze austeniane, ce n’è uno strettamente legato ai libri. Non si tratta semplicemente dei tanti itinerari letterari che ho avuto modo di seguire nei miei viaggi, né delle immancabili incursioni nelle librerie, ma di un vero e proprio souvenir “a forma di libro”. Che, per le enormi dimensioni, non ho potuto portare con me se non in forma di fotografia e di ricordo.
Nell’estate del 2014, insieme alla mia paziente e sapiente amica Petra, mi sono trovata in una Londra invasa da gigantesche, coloratissime ed invitanti panchine letterarie, create da artisti britannici nell’ambito di un’iniziativa (lodevolissima) ideata per promuovere la lettura come fonte di divertimento e arricchimento personale e sociale, con particolare attenzione ai più giovani, e celebrare il patrimonio culturale della capitale.

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L’iniziativa si chiamava Books about Town, prevedeva un totale di 50 panchine, tutte di forma identica (un libro aperto) la cui decorazione era stata affidata ad altrettanti artisti britannici: ogni panchina raffigurava un libro/autore diverso, con un legame con la città di Londra. Una volta realizzate, le panchine-libro furono posizionate in luoghi strategici della città, dando vita a 4 percorsi guidati (con tanto di mappa da scaricare online), e rimasero disponibili all’uso e divertimento dei passanti dal 2 luglio al 15 settembre.
Tra le 50 panchine erano presenti tanti libri e autori a cui sono molto affezionata, incluso (c’è bisogno di dirlo?) l’immancabile omaggio a Jane Austen e al suo/nostro adorato bambino, Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio).
Sul sito dell’iniziativa (link in fondo al post) è possibile vederle tutte aprendo le foto sul proprio monitor – ma, com’è facile supporre, vederle dal vivo, immerse nell’ambiente per le quali erano state concepite e pienamente “all’opera”, è stata un’esperienza davvero unica, quasi esaltante. Per ricordarla, vi propongo un tè delle cinque tipico degli incontri post-vacanze, con le foto tratte dal mio album di quell’anno, opportunamente integrate da quelle di Petra (il cui occhio esperto ha saputo rendere il dovuto omaggio a queste creazioni sociali-libresche), per mostrarvi le panchine di Jane Austen ma anche di altri autori molto amati (Virginia Woolf, William Shakespeare, A. Conan Doyle, Oscar Wilde, ecc.).

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