Leggere Cecilia, or Memoirs of an heiress (Memorie di un’ereditiera), dopo Evelina significa trovarsi improvvisamente sul lato non illuminato della luna. La luce calda e l’aria frizzante del primo romanzo di Fanny Burney si spengono e la prosa scoppiettante, i personaggi originali, le tracce di ironia spariscono. Del tutto. Un altro pianeta.
Devo chiedere perdono all’autrice, Fanny Burney, donna notevole ed arguta, che in Evelina ha senza dubbio dimostrato il suo grande valore e di suoi tanti talenti, raccogliendone ottimi frutti.
Ma in questo caso, con mio grande dispiacere, devo dire che mi sono ritrovata tra le mani un romanzo troppo lungo, con sorprendenti tirate melodrammatiche degne di un libretto d’opera settecentesco (e una sovrabbondanza quasi snervante di punti esclamativi), e persino con inaspettate tirate moraliste a cui difetta del tutto l’ironia per poterle considerare uno sberleffo.
Perché mai mi sono imbarcata nell’impresa di leggere un tomo simile?…
Non solo perché è uno dei romanzi di una tra gli autori più amati da Jane Austen, persino citato in Northanger Abbey, ma anche perché pare (non è cosa certa) che il nuovo titolo per First Impressions, cioè Pride and Prejudice, sia stato ispirato proprio dalle ultime pagine di Cecilia.
Non potevo esimermi dall’affrontare questa impresa, per quanto evidentemente faticosa, nell’anno del Bicentenario!(link al tè delle cinque dedicato a Evelina in fondo al post)
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Lizzy e Darcy tra San Valentino e l’8 marzo (da La Gazzetta del Sud e F)
8 marzo 2013. Se persino il calendario mette insieme l’anno del Bicentenario di Pride and Prejudice con la giornata internazionale dedicata alle donne, la tentazione di cedere alla coincidenza diventa irresistibile per una Austen-dipedente nonché femminista impenitente come me, fieramente allergica agli pseudo festeggiamenti (che ci sarà poi da festeggiare?) che offuscano il vero significato di questo giorno.
Nel mio tradizionale tè del venerdì, anticipato alla colazione del mattino in questo venerdì 8 marzo 2013, dunque, mi concedo il lusso di cedere alla tentazione di parlare di Pride & prejudice e di donne. E di azzardare anch’io accostamenti arditi…
Lo faccio lasciando parlare tre articoli decisamente femminili, apparentemente assai diversi tra loro ma vicinissimi nello spirito.
Un’edizione speciale di Orgoglio e Pregiudizio.
(in fondo al post: link a ilmiolibro.it per l’acquisto e l’anteprima)
Nell’anno del Bicentenario di Pride and Prejudice, l’unico modo per festeggiare degnamente questo evento, così determinante nella storia della letteratura mondiale come in quella delle innumerevoli persone che lo hanno incontrato ed apprezzato nel corso di questi 200 anni, è senza ombra di dubbio leggerlo tuffandosi nelle sue righe per immergersi nella narrazione perfetta ed appassionante concepita dalla sua geniale creatrice, Jane Austen.
E poiché JASIT ha scelto proprio il 28 gennaio 2013 per iniziare la propria attività, è sembrata una conseguenza naturale e non solo doverosa pensare ad un modo speciale per celebrare questo capolavoro e la sua autrice.
Inevitabilmente, abbiamo pensato di sfruttare al meglio le abilità di due dei fondatori: abbiamo preso la traduzione di uno di noi, Giuseppe Ierolli, e l’abbiamo fatta vestire a festa dall’arte grafica di un’altra di noi, Petra Zari (più nota come Miss Claire). Il risultato è quello che vedete in questa pagina.
☞ Nell’articolo disponibile su jasit.it, Orgoglio e Pregiudizio speciale Bicentenario, è disponibile la scheda del libro dettagliata e il collegamento alla pagina di ilmiolibro.it per acquistarlo e sfogliarne le prime pagine.
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Quando Pride & Prejudice diventò Orgoglio e Prevenzione. La prima edizione italiana
La prima trasferta di Pride & Prejudice fuori dai confini natii risale al luglio del 1813, appena sei mesi dopo il suo debutto, e porta il capolavoro di Jane Austen in Francia e Svizzera (francese).
Susannah Fullerton, nel suo recentissimo Happily Ever After (di cui abbiamo già chiacchierato in questa sala da tè), racconta che Orgueil et préjugé è una traduzione terribile, ampiamente tagliata e rivista “almost beyond recognition“. Nel corso dei decenni successivi, tutti i romanzi austeniani saranno tradotti in francese e lo stesso P&P sarà ritradotto per ben due volte, per fortuna. I Francesi, in breve, sembrano apprezzare P&P fin da subito e darsi da fare per tradurlo nella loro bella lingua.
Si potrebbe pensare che dalla Francia all’Italia, in quell’epoca di forte influenza del paese transalpino sulla nostra cultura, il passo sia breve.
Invece, per approdare nel nostro paese, il romanzo di Jane Austen deve aspettare addirittura ben oltre un secolo, poiché sarà solo nel 1932 che Elizabeth Bennet parlerà italiano!
Moderna e attuale, Jane tra le rockstar del Rolling Stone Magazine
Non me ne vogliano i grandi quotidiani, le firme blasonate, gli esimi esperti. Nel tripudio di articoli del 28 gennaio scorso, oltre al bellissimo speciale di Speechless n.3, l’articolo che mi è piaciuto di più è questo Duecento anni di… Orgoglio e Pregiudizio di Giulia Caterina Trucano, apparso su Rolling Stone Magazine.
Come ho scritto sulla pagina Facebook di UTCJA, mi è piaciuto ancora di più perché… non me lo aspettavo: trovare Jane Austen sul Rolling Stone Magazine (due elementi che non avrebbero nulla a che spartire, secondo lo stereotipo più granitico sulla signorina dello Hampshire) ha significato vedere confermata, anzi, esaltata la qualità più rappresentativa di questa grande autrice, cioè la sua assoluta modernità, la sua totale estraneità a qualunque compartimento stagno culturale o schema sociale, la sua serena superiorità ai limiti posti dalle categorie del tempo e dello spazio.
(il link all’articolo è in fondo al post)