Dopo Pride and Prejudice del 2020 che abbiamo esplorato nel tè delle cinque precedente, Barbara Heller e gli artisti calligrafi che hanno prodotto quella preziosa edizione hanno preparato per Chronicle Books un altro amatissimo romanzo di Jane Austen, Persuasione, corredand anch’esso delle lettere dei personaggi scritte e ripiegate a mano ma con qualcosa in più. Il titolo Persuasion. The Complete Novel, Featuring the Characters’ Letters and Papers, Written and Folded by Hand, infatti, svela che sono inclusi dei papers, ovvero documenti aggiuntivi. Uso volutamente il traducente più generico perché, aprendo il libro e scorrendo l’indice nonché esplorando le buste con il materiale cartaceo in facsimile, si scoprono dei veri tesori che rendono l’esperienza di lettura di questa splendida edizione di Persuasione ancora più immersiva, non solo nel romanzo ma anche negli usi e costumi dell’epoca austeniana: tra ritagli di giornale con la lista degli ultimi arrivati a Bath, il loro biglietti da visita, la mappa della città, il programma di un concerto, siamo completamente dentro la realtà di Anne Elliot.
Vi invito senza ulteriori indugi a mettervi nei panni di questa indimenticabile eroina mentre scopriamo il contenuto di questo splendido volume e ci lasciamo sorprendere, insieme a lei, dalla strampalata lettera di Mary Musgrove e soprattutto travolgere dalla lettera del Capitano Wentworth.
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Un’edizione preziosa di Pride and Prejudice con le lettere scritte a mano
Uno dei più grandi desideri che arde nel mio cuore di fedelissima Janeite è poter tenere tra le mani & leggere con i miei occhi uno dei manoscritti delle lettere di Jane Austen, un desiderio che presumo sia ampiamente condiviso da una folta schiera di Janeite. Per quanto mi riguarda, dubito fortemente che accadrà mai ma sognare non nuoce a nessuno tanto più che posso soddisfare la mia curiosità con un buon grado di appagamento grazie a internet perché online sono disponibili molti di questi manoscritti (sul sito della British Library e soprattutto della Morgan Library); inoltre, ho potuto accaparrarmi un delizioso, istruttivo facsimile di una sua lettera durante una mia visita alla casa-museo di Chawton – perfetto placebo per il mio inguaribile desiderio epistolare austeniano.
Dal 2020, tuttavia, un’edizione molto speciale dei romanzi di Jane Austen, edita da Chronicle Books, mi ha offerto una modalità nuova per compiere questo tipo di esperienza: non attraverso le lettere originali di Jane Austen ma attraverso le lettere delle sue creature letterarie contenute nei romanzi, realizzate con accuratezza secondo quanto avveniva all’epoca della Reggenza, ripiegate come si usava a quei tempi e inserite tra le pagine del libro nei punti esatti della vicenda in cui fanno la loro comparsa.
A inventare questa particolarissima e preziosa edizione dei romanzi corredata del facsimile di diciannove lettere è Barbara Heller, newyorkese, scenografa e sceneggiatrice, e soprattutto Janeite, che si è avvalsa di calligrafi e disegnatori. Finora, sono usciti proprio i miei due romanzi preferiti, Pride and Prejudice e Persuasion (e tra l’uno e l’altro, Little Women, di L. M. Alcott).
…Ci pensate? Tenere in mano la lettera-confessione di Mr. Darcy dopo la rovinosa dichiarazione a Hunsford; oppure la più bella lettera d’amore mai scritta, quella del Cap. Wentworth; o ancora l’implorazione allegramente sfacciata di Lydia Bennet affinché sua sorella, ormai divenuta Mrs Darcy, la aiuti; o la lettera con le spontanee acrobazie dialettiche di Mary Musgrove nell’informare la sorella Anne di molti fatti tra cui uno di assoluta importanza…
Ebbene, servitevi in abbondanza del vostro tè preferito e scopriamo questi scrigni preziosi! Questo primo tè è dedicato al darling child di tutti noi, Pride and Prejudice, il prossimo a Persuasion (dove non ci aspettano solo le lettere!…).
Jane Austen nei Meridiani Mondadori
Il 2022 ci regala un grande evento editoriale tutto italiano: dopo un’attenta progettazione e realizzazione a cura di Liliana Rampello (docente, saggista, critica letteraria), Jane Austen entra a far parte della prestigiosa e storica collana I Meridiani di Mondadori, un importantissimo e fondamentale omaggio del nostro paese al genio letterario dell’amata autrice inglese. Personalmente, attendevo questo momento da anni e sono molto felice che sia arrivato perché offrirà a lettrici e lettori italiani un’occasione preziosissima e unica di conoscenza e approfondimento dell’opera austeniana, anche grazie a nuove traduzioni e un ricco apparato critico.
Avrò l’onore e il piacere di conversare di quest’opera direttamente con la curatrice, Liliana Rampello, in un incontro in presenza a giugno ma intanto raccomando a chi legge di fare il possibile per partecipare alle presentazioni del libro che si terranno in presenza in diverse città d’Italia e partiranno il prossimo 12 maggio con la tappa inaugurale di Milano e proseguiranno il 16 maggio con la tappa di Bologna. Ho raccolto tutti i dettagli su questa novità e sul calendario di presentazioni in un articolo per Jane Austen Society of Italy (JASIT), che potete leggere nel link indicato di seguito.
Leggere Jane Austen | Sanditon
L’insostenibile indeterminatezza di un capolavoro in potenza
Sanditon è l’ultimo romanzo di Jane Austen, rimasto incompiuto a causa della sua morte, avvenuta il 18 luglio 1817 dopo una malattia lunga e dolorosa, i cui primi sintomi erano iniziati nella primavera del 1816. Questo abbozzo di romanzo è costituito da appena 24.000 parole, le ultime che l’autrice ha composto con l’intento di raccontare una nuova storia.
Tra le opere più trascurate dagli appassionati, questa è forse la più dimenticata di tutte. Non è l’unica incompleta di Jane Austen: anche The Watson (I Watson) resta privo di una fine ma per scelta dell’autrice stessa, che lo abbandonò per non riprenderlo mai più, e addirittura sappiamo come sarebbe finito grazie a una nota del nipote biografo James Edward Austen Leigh, il che rende la sua incompiutezza più sopportabile. Sanditon è tra i due il più doloroso.
Un romanzo incompleto è un concetto che la mente non considera perché contrario al raccontare una storia: prima o poi, ogni storia che si rispetti arriva ad una conclusione o, meglio, ad una compiutezza così come l’ha voluta chi l’ha concepita, anche se decide di lasciare volutamente qualcosa in sospeso. Iniziare a leggere una storia sapendo già che saremo abbandonati in mare aperto, nel bel mezzo dell’azione, perché così ha voluto il fato e non l’autore, non depone a favore di questa esperienza.
E questo è più che mai vero se si tratta di Jane Austen perché già è faticosamente insostenibile rassegnarsi a farsi bastare i sei romanzi completi che ha regalato all’umanità. Se poi aggiungiamo il fatto che questo incompiuto è tale a causa delle sua morte, avvenuta dopo oltre un anno di crescenti sofferenze, diventa impossibile avvicinarlo senza avvertire un’ombra di dolore per la sua sorte e di rammarico per ciò che avrebbe potuto essere e non sarà mai.
C’è chi rifiuta di leggerlo, e chi lo fa come se dovesse togliersi un dente.
Eppure, così facendo si rischia di perdere una Jane Austen appassionante – sì, appassionante – perché inedita, intenta a costruire una nuova se stessa letteraria, che esce dal salotto di casa e dal proverbiale villaggio con tre famiglie a lei tanto caro per approdare su una spiaggia in faccia al mare aperto, tutta proiettata al futuro oltre quell’orizzonte. Se possibile, una Jane Austen ancora più geniale e potente, che sembra trovare in queste pagine la forza uguale ma contraria per contrastare quanto le sta accadendo mentre scrive.
È indispensabile abbandonare ogni resistenza, ogni mestizia, per cambiare prospettiva: non si tratta “solo” di 11 capitoli e un frammento del 12mo, ma sono le ultime, scintillanti 24.000 parole di Jane Austen. Non le si può ignorare, devono anzi essere onorate e amate perché hanno tutte le carte in regola per essere potenzialmente il suo capolavoro più grande: un orizzonte ampio quanto il mare sulle cui rive è ambientato, un’intera comunità di personaggi come protagonista e un’ironia dirompente, senza precedenti.
Servitevi di tè abbondante, indossate allegri costumi e cuffie da spiaggia, e lasciatevi convincere a tuffarvi con me nel mare della cittadina balneare di Sanditon. Venite a conoscere l’ultima strepitosa Jane Austen.
Il mistero non si addice ai coniugi Darcy (serie Bebris, vol. 1)
In questo tè delle cinque, riprendo e rielaboro i miei brani di una recensione collettiva pubblicata il 12 novembre 2013 su Il diario delle Lizzies, il blog di Gabriella Parisi dedicato ai derivati austeniani i cosiddetti Austen inspired novels (link in fondo al post).
Nell’anno del Bicentenario di Pride and Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio), il 2013, ho avuto occasione di rileggere un seguito (o sequel) che ha segnato la mia esplorazione dei derivati austeniani: si tratta di Orgoglio e Preveggenza di Carrie Bebris, il primo di una serie di romanzi, Le indagini di Mr e Mrs Darcy, oggi arrivati a sette in tutto, in cui i coniugi Darcy si trovano costretti dalle circostanze a diventare investigatori.
Lo avevo già letto alcuni anni prima. Questo infatti è uno dei libri che mi ritrovai a comperare in blocco sul finire del 2009 in libreria quando scoprii casualmente (e con una gioia fanciullesca tipica di chi scopre dopo decenni di non essere più su un’isola deserta) che esistevano dei romanzi di tal genere, ispirati alla mia dorata Jane Austen. Gli altri erano: Orgoglio e Pregiudizio e Zombie e Mr Darcy Vampyre . [oops, vi è andato di traverso il tè?…]
A mia discolpa posso dire che l’idea di un sequel giallo, uno vampiresco e una riscrittura zombie aveva fatto scattare nella mia mente di Janeite un’associazione fulminea con il romanzo gotico tanto amato da Jane stessa, un genere che ha dato vita proprio a questi sottogeneri così popolari ai giorni nostri, e mi ero illusa di trovarmi di fronte a delle ardite rielaborazioni à la Northanger Abbey con dosi abbondanti di ironia (come scoprii in seguito leggendo questi tre libri, non era affatto così ma questa è un’altra storia).. Iniziai proprio con il giallo di Carrie Bebris, che quindi è stato il mio battesimo con questo particolare e prolifico genere letterario dei derivati austeniani. Non fu un inizio positivo, devo confessarlo.
Anche per questo, mi fece molto piacere rileggerlo qualche tempo dopo, nel 2013 appunto, perché mi permise di tornare sul luogo del delitto alla luce di una maggiore esperienza e consapevolezza del mondo dei derivati che avevo accumulato nel frattempo, e di farlo in un gruppo di lettura online insieme a Gabriella e ad altre lettrici Janeite con cui confrontarmi. Un’occasione ghiotta.
Poco tempo fa, mi sono resa conto di non aver terminato la lettura di tutta la serie avendo abbandonato Inganno e Persuasione (la sesta indagine e l’ultima pubblicata in italiano) sul fondo della mia infinita pila di Libri-Da-Leggere sul comodino. Poiché questo 2018 è l’anno del Bicentenario della prima pubblicazione di Persuasione, ho pensato fosse arrivato il momento giusto per ripescarlo e leggerlo. Ne parleremo molto presto ma intanto qui è necessario cominciare dall’inizio della serie.
Ebbene, abbassate i vostri sopraccigli da Janeite sull’orlo di una crisi da reato di lesa maestà (sì, lo so, i derivati fanno spesso questo effetto ma bando ai pregiudizi!), servitevi di altro tè (una tazza di tè risolve tutto e fa andar giù anche derviati austeniani ben più indigesti) e lasciate che vi introduca nel mondo che Carrie Bebris ha immaginato per la coppia d’oro austeniana dopo il loro sospiratissimo matrimonio. Sotto la nebbia mystery in cui ha avvolto Lizzy e Darcy, c’è qualcosa di buono che vale la pena scoprire.