Northanger Abbey (L’Abbazia di Northanger) è il primo dei sei grandi romanzi a cui Jane Austen diede una stesura completa. Per quanto la data esatta non si conosca, sappiamo per certo che, con il titolo Susan, quest’opera era già pronta per la pubblicazione nella primavera del 1803, quando venne offerta a un editore.
Da quel momento, per Susan inizia una storia editoriale rocambolesca, fatta di oblio, cambi di nome, colpi di scena, lettere di fuoco e sottili astuzie per ottenerne il riscatto. Come in uno dei romanzi gotici che tanto dilettavano la sua creatrice e che proprio in quest’opera svolgono un ruolo importante, L’Abbazia di Northanger deve passare attraverso molte prove e superare molti ostacoli prima di vedere la luce nel dicembre 1817, cinque mesi dopo la morte della sua autrice.
In una lettera del marzo di quell’anno alla nipote Fanny, Jane Austen si era pronunciata con qualche perplessità sul risultato finale raggiunto nell’ultima revisione del romanzo, dichiarando di averlo “messo da parte” e di non sapere se lo avrebbe ripreso in seguito. Che avesse qualche dubbio sull’opportunità di darlo alle stampe?
Di certo, a noi lettrici e lettori venuti dopo la pubblicazione di duecento anni fa, al di là dell’inevitabile rammarico di sapere Jane ignara del piacere che ci regala questo suo piccolo, scintillante gioiello, resta la gioia di saperlo comunque vittorioso sulle traversie subite e sull’oblio al quale forse ha rischiato di esser destinato insieme all’immensa gratitudine per averlo ricevuto in lascito.
Preparatevi dunque ad un tè delle cinque piuttosto movimentato: stiamo per rivivere le avventure di Susan e poi di Catherine Morland lungo la strada assai tortuosa che le ha portate dallo scrittoio di Jane allo scaffale della libreria.