Ci siamo. Tra un mese, our own darling child, il nostro caro bambino (come lo definì la stessa Autrice), compirà 200 anni. Ed oggi, come annunciato lo scorso 6 dicembre, dedichiamo questo tè delle cinque all’inizio del
Gruppo di Lettura del Bicentenario di Pride & Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio)
che ci permette di attendere l’arrivo dell’importante compleanno di questo romanzo, rileggendocelo in compagnia.
Pronte/i a mettere sul fuoco il bollitore? A sfornare biscotti e dolcetti vari? A sfoderare il vostro miglior servizio e la miscela preferita di tè? Accomodatevi e cominciamo la Prima Tappa!
Ma prima, un breve promemoria:
– c’è sempre il GiveAway dell’audiolibro Emons, Orgoglio e Pregiudizio letto da Paola Cortellesi, al quale ci si può iscrivere fino al 25 gennaio;
– nel salotto qui accanto, Old Friends & New Fancies, è incorso il GdL parallelo, per leggere Mr Darcy’s Diary di Amanda Grange
Calendario
Stiamo leggendo il romanzo suddiviso in 4 tappe settimanali.
☞ prima tappa: 28/12/12 capitoli 1-15 (Vol. I fino a cap.15)
☞ seconda tappa: 04/01/13 capitoli 16-30 (Vol. I capp. 16-23 + Vol. II capp. 1-7)
☞ terza tappa: 11/01/13 capitoli 31-42 (Vol. II capp. 8-19)
☞ quarta tappa: 18/01/13 capitoli 43-61 (Vol. III completo)
☞ Commento finale: 25/01/13
☞ proclamazione vincitore Giveaway: 26/01/12
Questa settimana
☞ prima tappa: 28/12/12 capitoli 1-15 (Vol. I fino a cap.15)
Ogni settimana ci ritroveremo qui per un tè di inizio tappa: a partire da quel momento, nello spazio dei commenti potrete inserire tutto ciò che vi viene in mente durante la lettura dei capitoli previsti dalla tappa.
Poche raccomandazioni
– non anticipate alcun commento riguardante i capitoli delle tappe successive (in gergo: non spoilerate!);
– se non resistete e proseguite la lettura dei capitoli della tappa successiva, nessun problema: annotate le vostre impressioni e scrivetele nel post di tappa quando sarà pubblicato;
– se siete in ritardo, non preoccupatevi, ma ricordate di commentare nella tappa relativa ai capitoli che state leggendo.
Come iscriversi al GdL (e al GiveAway)
La partecipazione è sempre aperta perciò potete unirvi a noi anche a lettura iniziata. L’importante, prima di commentare, è iscriversi al post di inaugurazione (Un mese con Orgoglio e Pregiudizio: Gruppo di Lettura e Giveaway! del 6 dic. 2012).
Chiunque sia iscritto al GdL partecipa al Giveaway. A due sole, semplici, condizioni:
– essere un lettore fisso di questo blog;
– commentare almeno una volta una delle tappe del Gruppo di Lettura.
Il 26 gennaio sapremo chi sarà il fortunato vincitore dell’audiolibro di Emons, Orgoglio e Pregiudizio letto da Paola Cortellesi.
E per cominciare…
…ditemi: quale versione utilizzate?
Cartacea o elettronica? O audiolibro? In italiano o in inglese? E quale edizione avete scelto, di quale casa editrice?
Credo che uno degli aspetti più piacevoli di queste riletture sia proprio scegliere la versione da utilizzare. Confesso che, essendo assai in imbarazzo nella scelta, e volendo immergermi totalmente nel mondo di Elizabeth Bennet, userò l’audiolibro italiano (sì sì, proprio l’audiolibro che è oggetto del GiveAway) per i miei spostamenti in auto, quello inglese per deliziarmi del suono originale delle parole di Zia Jane e il libro cartaceo di Giuseppe Ierolli, ottimamente tradotto e ricco di note interessantissime.
Vi ricordo che molti Link Utili su Come leggere Pride & Prejudice/Orgoglio e Pregiudizio sono disponibili nel post di inaugurazione.
Bene, il tè è pronto!
Entriamo nel libro – o meglio, a Longbourn, nella casa della famiglia Bennet,
dove Mrs Bennet non vede l’ora di destare il marito dalla sua immancabile lettura per dargli una notizia a dir poco sensazionale…
la mia versione è cartacea! ho il volume grande della Newton con tutti i romanzi di zia jane!
però ho anche il volume singolo di orgoglio e pregiudizio 🙂
Amo molto i volumi che raccolgono tutti i romanzi, perché mi diverto ad aprirli a caso per vedere dove mi portano, in lungo e in largo per l’opera di un autore…
Ho ben presente questo che indichi, anche se non ce l’ho (ho quello della BUR, con la deliziosa copertina che illustra dei fogli tenuti insieme da un po’ di spago e un fiore).
ah bellissimo! anche lui raccoglie tutti e sei i romanzi…lo volevo anche io perchè quello che ho è grossino 🙂
E’ una verità universalmente riconosciuta che una donna in possesso di un briciolo di cervello debba necessariamente leggere e commentare questo piccolo capolavoro…..
La lettura si svolge su supporto cartaceo (adoro il profumo della carta stampata !) e adesso mi metto all’opera !
Buon viaggio a tutti !
Anna
Buon viaggio anche a te, cara Anna!
Il rapinoso incipit è un tale ottimo inizio… ricordo la prima volta che lo lessi. Mi fece sorridere con grande piacere e mi sentii trascinata in casa Bennet con l’allegra baldanzosità di quelle prime parole.
Buona Lettura! a dopo!
io ho ripreso la mia prima edizione, quella con cui ho incontrato Jane Austen, BUR 1982, carta giallognola, traduzione arcaica, nomi propri italianizzati (addirittura Lizzie diventa Lisetta), ma voglio assaporare tutte le emozioni possibili correlate a questo Romanzo!
vado a mettere su il bollitore… a presto ragazze, ciao Sylvia, ti stavo aspettando!!
Lizzie che diventa Lisetta! Credevo non ci fosse nulla di simile alla mia Lizzie che diventava Bettina nell’antica, gloriosa ma ormai anacronistica traduzione di G.Caprin (una vecchia edizione Mondadori) ma, a quanto pare, ecco trovata la sua degna compagna!
Ciao, Romina, buona lettura!
Mrs. Bennet aveva un’unica ossessione: trovare un buon partito per le figlie e sistemarle prima che sia troppo tardi. Ai giorni nostri è questa ossessione che rende la trama pesante e incompressibile. Per capire la mentalità di questa donna possiamo trare qualche spunto nel cap. 7 e nel cap. 13: la rendita dei Bennet era vincolata, in mancanza di un erede maschio chi ereditava era un lontano parente e non le figlie. La parità tra uomo e donna in questo periodo era quasi inesistente sia per la società che all’interno della fam. Per apprezzare il romanzo consideriamo il periodo storico. In conclusione, sono riuscita a leggere i primi cap., all’inizio ero perplessa perché avevo troppi impegni; per me è la seconda volta a distanza di molti anni e, per questa occasione, ho scelto il libro elettronico. Volevo il libro in lingua originale ma forse è troppo presto e poi avrebbe rallentato la lettura.
E’ vero, oggigiorno l’ansia da matrimonio di Mrs Bennet (e via via di tutte le fanciulle del libro, Lizzie a parte) è il punto su cui si focalizzano le critiche più aspre proprio perché la mentalità moderna ha superato questo terribile obbligo sociale (o forse gli ha dato una veste nuova…) e chi si ferma al dato contingente fatica a leggere sotto le righe.
In realtà, il matrimonio qui è proprio ciò che indichi, un simbolo della condizione femminile e, in quest’ottica, il romanzo riesce ad essere modernissimo.
Ottima scelta, la versione in italiano: essendo la prima rilettura dopo tanti anni, almeno te la puoi gustare appieno. Per l’originale c’è tempo. A presto, cara!
Ma quanto è bello il primo capitolo? In poche pagine, Jane ci espone tutta la scena, i personaggi, i temi in gioco. Il dialogo tra i due coniugi è fulminante: le loro stesse parole ce li descrivono così bene che l’autrice deve solo aggiungere poche parole, traboccanti di ironia, per concluderne il ritratto!
Oroglio e Pregiudizio deve, assolutamente essere in cartaceo, infatti anche se ho la versione digitale con tutti i suoi romanzi, utilizzerò la versione cartacea, regala dalla mia mammina *-*
E’ la versione oscar mondadori, introduzione di Isobel Armstrong, tradotto da Giulio Caprin e co nalla fine uno scritto di W. Somerset Maugham, prezzo 8,40.
Mi metto all’opera *-*
Sì, difficile staccarsi dalla carta. Poi ho un’insana mania per i segnalibri, quindi infilo di tutto tra le pagine. Ho un segnalibro per ogni tappa, e uno per la fine del capitolo in lettura, e altri in fondo al volume per qualunque necessità…
La Mondadori è stata la mia prima edizione! Si tratta di quella di Giulio Caprin, come la tua, del 1932, ma non ancora “ammodernata”, in una ristampa del 1986. Praticamente, una reliquia!
Ah guarda, ma come ci riesce? sembra di essere lì con loro nel salottino di Longbourn ad assistere al battibecco tra moglie e marito in diretta e conoscerli da sempre con una spontaneità e una vivacità immortali. “Ho anzi il massimo rispetto dei tuoi nervi, che sono i miei vecchi amici…”: le sit-com di Casa Vianello al confronto sono minestra riscaldata, zia Jane le aveva inventate nell’Ottocento!
(posso continuare a commentare o solo una volta?)
già è vero! con i loro battibecchi sembrano il raimondo vianello e la sandra mondaini dell’800! no credo che puoi commentare quanto vuoi!
Certo, potete commentare quanto volete! Anzi, i commenti sono l’anima di un GdL online come questo, perciò non indugiate a scrivere.
Io nella mia copia Newton Compton 1996 ho tantissimi segnalibri, in corrispondenza dei passaggi più importanti per me.
Comunque conto di iniziarlo la settimana prossima, insieme a Mr Darcy’s Diary. Ascolterò la versione audio della Emons e poi confronterò la versione in inglese in e-book con il romanzo della Grange.
Mia cara Gee! Benvenuta anche a te! Una bella immersione totale in P&P, vero?
Ne approfitto per ricordare, come hai fatto tu, il GdL parallelo a questo, su Old Friends & New Fancies, dedicato a Mr. Darcy’s Diary di Amanda Grange, che ci fa vedere P&P dal punto di vista di Mr. Darcy. Presto sarà pubblicato il post.
Leggendo il capitolo sei! << auguro di cuore ogni successo a Jane, e per conto mio credo che se lo sposasse anche domani, avrebbe la stessa probabilità di essere felice che se ne studiasse il carattere per un anno. la felicità nel matrimonio è solo questione di fortuna. Ammettendo anche che due si conoscano da sempre, e abbiano dei caratteri identici, non è detto che questo basti a renderli felici. Si scopriranno sempre abbastanza diversi, dopo il matrimonio, per provare la loro parte di guai, ed è assai meglio conoscere il meno possibile i difetti della persona con cui si ha da passare tutta la vita>> questo è quello che Charlotte Lucas ci dice voi cosa ne pensate?? da una parte forse vero però chi lo sa…secondo voi perchè ora non farebbero più un discorso simile ma ci penserebbero su molto di più prima di sposarsi? secondo me Jane ci spinge a ragionare sul presente e vedere com’era nel passato!
Il discorso è molto complesso – e in questo sta la magia di Jane Austen: una sola frase, come questa, basta a scatenare considerazioni di ogni genere, persino a distanza di 200 anni…
Ebbene, temo che alcune parole di Charlotte siano valide ancora oggi. Se ci penso, so che le ho sentite pronunciare anche recentemente da qualcuno con cui ho chiacchierato: “la felicità nel matrimonio è solo questione di fortuna”, “se lo sposasse anche domani, avrebbe la stessa probabilità di essere felice che se ne studiasse il carattere per un anno”.
Al posto di matrimonio potremmo mettere semplicemente “amore” o “coppia”, ma la sostanza non cambia. E’ vero, ma solo in parte: fondamentalmente, rispondo con le parole di Lizzie “Lo sai che non è così” perché io non potrei unirmi ad una persona senza conoscerla ma resta il fatto che una coppia è una cosa viva e c’è sempre qualcosa dell’altro che dovremo scoprire strada facendo e che la vita può sempre riservare sorprese. Ed è meglio che finisca qui! (potrei continuare per ore!)
già non si conosce mai a fondo una persona anche quando si pensa di conoscerla bene! concordo su tutto quello che hai detto!
Grazie per la risposta 🙂
Eccomi qui infine! Scusate il ritardo ma ho giusto in mano la copia cartacea di ‘Austen tutti i romanzi’ della Newton Compton ed. Integrali che sebbene farebbe inorridire le protagoniste del film ‘il club di Jane Austen’, io adoro perchè ho sottomano tutti i romanzi e a volte mentre sto per interromperne uno per dormire o fare altro prima faccio una capatina da uno degli altri per soddisfare qulache curiosità mnemonica!
…è sempre un grande piacere constatare che non sono sola nelle mie piccole follie austeniane! 😉 Anch’io faccio scorribande lungo tutti i romanzi nella mia raccolta BUR…
Benvenuta, Laura!
Brava Laura! infatti farebbe inorridire il club di Jane Austen, ma io non ne posso fare a meno!
Sono contenta che ci sia qualcuno con la mia versione con tutti i romanzi! benvenuta 🙂
Finalmente rileggo questo capolavoro *__* ho l’edizione con tutti e 6 i romanzi della Bur ma la prima volta che ho letto Orgoglio e pregiudizio avevo l’edizione newton compton con due Romanzi ( l’altro era ragione e sentimento) ma quella l’ho ceduta ormai… 🙂
La mia stessa edizione! (Adesso però sto leggendo quella di Giuseppe Ierolli)
Sei stata generosa con la tua prima edizione (io sono visceralmente attaccata ai miei libri, mi dovrebbero scollare a forza) ma sono sicura che abbia avuto un ottimo effetto sul destinatario. Il tuo sacrificio, di certo, è stato utile. 😉
Il primo duello verbale tra E&D dopo il fattaccio dell’Assembly Hall è portentoso.
E l’introduzione che ne fa Jane lo rende appassionante:
“Occupata com’era a osservare le attenzioni di Mr. Bingley verso la sorella, Elizabeth era ben lungi dal sospettare che lei stessa stava diventando oggetto di un qualche interesse agli occhi dell’amico di lui. “
e poi
“[…]cominciò a scoprire che quel volto era reso insolitamente intelligente dalla bella espressione dei suoi occhi scuri. A questa scoperta ne seguirono altre ugualmente imbarazzanti.” Di solito qui mi scappa una risata – ben ti sta, antipatico!
E’ evidente che ho un debole per il cap. 6? Ci sono tanti piccoli colpi di scena, e tante battute in punta di fioretto, che mentre faccio la ola per Lizzie, perché MrD sta cadendo ai suoi piedi e continua a comportarsi da altezzoso (e nel frattempo mi faccio qualche risata con Sir Lucas e qualche riflessione con Charlotte), ecco che proprio MrD – così, all’improvviso – riesce a conquistarmi con due frasi praticamente perfette… Ah, Zia Jane!
Le “scoperte imbarazzanti” di Darcy che comincia a subire il fascino di Elisabeth contro la sua volontà sono assolutamente spassose! Fa tenerezza.
Felicissima di trovarmi con voi ragazze!
anche io 🙂
Per questa grande occasione mi ero preparata procurandomi la trilogia dei romanzi di P. Aidan su Mr Darcy e insieme a O&P ho iniziato la lettura incrociata del primo volume, “per orgoglio o per amore” e sto procedendo di pari passo, episodio per episodio, in base all’una e all’altra prospettiva: quella di Elisabeth e quella di Mr Darcy. A zia Jane bastano pochissimi accenni per far capire che la resa di lui è inesorabile mentre con tutte le sue elucubrazioni mentali il Mr Darcy della Aidan ancora ci deve arrivare!!!
Ottima osservazione! A suo tempo, anch’io mi sono divertita a fare una “lettura con testo a fornte”. Di certo, è divertente seguire la stessa scena su due fronti diversi però, ovviamente, con il dovuto distinguo che hai giustamente sottolineato.
Mi piace tanto come nel cap.8 Miss Bingley mette in evidenza ‘l’orgoglio e l’impertinenza’ del modo di fare di Elizabeth e subito dopo ‘l’orgogliosa indipendenza’ della stessa per essere arrivata camminando a Netherfield. Così Jane Austen secondo me va a giocare con le caratteristiche dei due quasi innamorati che a fasi alterne sono entrambi orgogliosi ed entrambi manifestano pegiudizi per lo più classisti!
si è vero è molto interessante!
Assolutamente vero. Solitamente, si tende a polarizzare i due difetti – l’orgoglio sarebbe personificato da Darcy, il pregiudizio da Elizabeth – ma è semmai vero che queste due correnti di pensiero sono all’opera in entrambi, in modo molto evidente. Il bello è anche vedere come, confrontandosi in questi duelli verbali, i due imparino a conoscere se stessi e l’altro… Ah, Jane!
Finalmente eccoci qui a leggere Orgoglio e Pregiudizio. A dire la verità, complici le vacanze di Natale, ho iniziato con qualche giorno di anticipo: non ho resistito e mi sono immersa nel mondo di Elizabeth! Ma questa sera, data l’occasione, la dedicherò per bene alla lettura; come consigli tu Sylvia, accompagnata da una tazza di tè fumante o una tisana. Piccoli piaceri che mi riempiono di gioia!
Uso l’edizione di Fabbri Editore che ho trovato anni fa nella libreria di mio padre e che non ho ancora letto, fa parte di una collezione di classici: copertina rigida, decori ottocenteschi dorati…direi che è proprio adatta!
Presto scriverò anche un commento con qualche riflessione.
Una serata perfetta, dunque, cara Sofia, seduta sul sofà di Chawton ad ascoltare Jane che ti racconta questa storia strepitosa!
Ho presente l’edizione che stai usando, di quella serie ho soltanto Ragione e Sentimento, un volume davvero bello, che rende onore al suo contenuto.
A presto. (buona lettura!)
non so perchè ma tutte le volte che la signora Bennet parla in pubblico mi sotterrei se potessi se fossi al posto di Lizzie! Poi si deve intromettere sempre e peggiorare le cose senza sapere che così da una pessima opinione della sua famiglia, come nel capitolo 9 quando è a Netherfield e per rispondere male a Darcy gli dice che non è vero che non ci sia compagnia varia in campagna e che è come la città, tanto per lanciare frecciatine a Darcy! mamma mia che madre fa sempre fare delle figure!
..pensa che poi diventa comunque la suocera di Darcy!! 😀
ahahah quello è vero! meno male 🙂
Caroline, del resto, fedele al proprio ruolo di iena da salotto, lo ha avvisato, quel bell’imbusto di MrD, mentre era tutto preso dalle scoperte imbarazzanti di cui sopra:
Avrete davvero una suocera incantevole e, naturalmente, starà sempre a Pemberley con voi.
(tiè)
E se nemmeno questo terribile scenario lo fa desistere…
Per ora la più antipatica è lei, Miss Bingley con le sue continue e acide frecciatine (anche quella dei ritratti dei familiari di Elisabeth appesi alle sacre pareti di Pemberley), i complimenti sperticati verso Darcy; avete visto nel cap. X le fastidiose interruzioni alla lettera per Georgiana? solo una Miss Bingley così però poteva far meglio risaltare Lizzie, lontana dal sussiego e dalle adulazioni gratuite e vacue
Nello sceneggiato BBC 1995, Anna Chancellor (Caroline) fa un piccolo capolavoro quando reagisce con un brevissimo smarrimento, appena percettibile, nel sapere da Darcy stesso (il suo obiettivo primario) che è Lizzie a suscitare la sua attenzione “particolare”.
Ma la Caroline più strepitosa che abbia visto sinora è senza dubbio Marsha Fitzalan, perfetta iena da salotto, costantemente in bilico tra macchinazioni, falsità e pochezza di spirito, e per questo votata al suicidio sociale e sentimentale.
Nel capitolo X c’è una schermaglia particolarmente gustosa tra Elizabeth e Mr. Darcy che comincia con la proposta di quest’ultimo di danzare un reel e prosegue con il deciso rifiuto della ragazza: questa è una delle scene che preferisco e che mi fa apprezzare ogni rilettura.
La maestria di Jane Austen nel dirigere il “gioco dell’amore e del caso” è sempre a pieno ritmo. Qui c’è un’altra frasettina fulminante che ci rivela, in una manciata di parole, la rivoluzione copernicana in corso nella testa di Darcy:
[…] Darcy non era mai stato così stregato da nessuna donna come da lei. Era convinto che, se non fosse stato per l’inferiorità della sua famiglia, si sarebbe trovato davvero in serio pericolo.
Un altro punto topico tra Elizabeth e Darcy si trova nel capitolo XI dove viene sottolineata la differenza fra le sciocchezze di cui ridere ed i veri difetti che, in quanto tali, non meritano sicuramente di essere derisi: mi piacciono questi dialoghi così arguti !
Altro spasso assoluto: l’introduzione e la conoscenza del pomposo Mr. Collins…. una lunga teoria di trovate brillanti della cara zia Jane… costui rimane un personaggio attualissimo.
si ma in Jane Austen se si guarda bene c’è molta attualità nonostante le sue opere risalgono a 200 e passa anni fa!
Mr Collins è una delle creature più meravigliose (strapazzare l’italiano è una necessità, in questo caso) che Jane Austen abbia mai concepito. Credo che risulterà attuale persino agli esseri umani che tra 200 anni circoleranno ogni giorno per il cosmo con il teletrasporto…
La sua entrata in scena è irresistibile: una lettera dallo stile così artificioso da far colpo su Mr Bennet!
“Un misto di superbia e servilismo, boria e bassa umiltà” … oltretutto “lontano parente” del bibliotecario del Principe Reggente, questa volta conosciuto in carne e ossa a Londra grazie ad Henry. Dovevano essere frequenti queste figure di ecclesiastici falsamente modesti…
Io sto leggendo una versione digitale e in lingua originale.
Adoro l’immaturità di Elisabeth all’inizio (e il modo in cui la vediamo imparare a conoscere sé stessa e il mondo durante il romanzo).
Dato che qualcuno ha citato Il club di Jane Austen, ricordo che lì veniva accennata un’interpretazione secondo cui Charlotte in realtà sarebbe lesbica (lei stessa dice qualcosa come “non mi piacciono gli uomini”). Voi avete mai sentito questa teoria? Che ne pensate?
Ps. e l’importanza del saper decorare un paravento per potersi definire una ragazza istruita? Bello come da un dettaglio di una conversazione la Austen ci trasmetta il ritratto dei nonsense della “buona società” dell’epoca.
Ho presente quella battuta nel libro, affidata a Allegra, che è lesbica e sembra riflettere su Charlotte alla luce della propria esperienza. Credo fosse un modo dell’autrice per sottolineare l’anomalia di Charlotte rispetto a Lizzie. Credo anche, però, che JA volesse soltanto ricordare attraverso di lei il destino comune a tante donne del suo tempo (e forse anche del nostro…), a cui non era permesso scegliere da convenzioni sociali feroci.
E Jane lo denuncia anche attraverso minuscoli dettagli, come il paravento che citi molto opportunamente.
Ah, il decalogo della donna istruita…E come risponde Lizzie? “Non mi sorprende più che lei conosca soltanto cinque o sei istruite. Mi stupisce se mai che lei ne conosca tante”…
sembravano i requisiti per accedere ad un concorso, ma quanto è moderna lei?!?!?
Eccomi ci sono anche io anche se decisamenete in ritardo…..niente tè magari tisana a quest’ora però va bene ugualmente spero. Versione cartacea, in italiano, edizione Oscar Classici Mondadori traduzione di Giulio Caprin ma sto portando avanti contemporaneamente anche quella di Ierolli adoro le illustrazioni riportate e poi mi piacerebbe vedere le differenze che ci sono. Sono solo all’inizio però non pensate che si dovrebbe dare un po’ di rilievo al Signor Bennet? lo trovo fantastico!
Povero Mr Bennet, inguaiatosi da solo in un matrimonio sbagliatissimo, incapace di porvi un qualche rimedio se non scappando dalla realtà e rifugiandosi nei libri. Amo molto i momenti in cui Jane rivela non tanto la sua ironia graffiante contro le vanità femminili (che egli evidentemente non ha mai imparato a gestire), quanto gli squarci sui suoi sentimenti, nelle parole rivelatrici del suo affetto per Lizzie, la figlia prediletta, di cui è palesemente orgoglioso.
Mi sono sempre domandata se in lui ci fosse un po’ del Rev. Austen, sicuramente nella predilezione per Lizzie/Jane e nella stima per la sua superiore intelligenza ma non per il suo rimanere troppo appartato e distante dalla vita familiare…
devo dire che,forse condizionata dall’affetto che prova per Lizzie,riesco a vedere Mr Bennet solo con affetto (nella versione cinematografica secondo me ne esce meglio che dal libro). E’ un po’ indolente forse ma rispecchia quello che erano gli uomini all’epoca e la natura maschile in generale che non ama molto occuparsi di certe faccende!
“e potrei facilmente perdonare il suo orgoglio se non avesse mortificato il mio” (Ierolli) fine del capitolo 5…fantastica! come la trovate nelle vostre edizioni? non rende nello stesso modo nella versione mondadori nella quale al posto di orgoglio è usato “amor proprio”
Anch’io sto seguendo il testo di Giuseppe ed è un vero piacere.
il mio dice così invece: << e potrei scusare facilmente il suo orgoglio se non avesse ferito il mio>>! si in effetti rende molto meglio con orgoglio!
<< Credo che in ogni carattere ci sia una tendenza o un difetto particolare, una disposizione naturale che neppure l’educazione riesce a reprimere>> quanto è vera questa frase detta da Darcy a Elizabeth! e voi che ne pensate??
p.s. volendo si può anche continuare domani a commentare no??
…per tutta la settimana, a dire il vero. Dalla sua pubblicazione, infatti, ogni post “di tappa” resta a disposizione, in qualunque momento, di chiunque desideri condividere le proprie impressioni.
ah bene! meno male 🙂
Io penso che siano tante “le verità universamente riconosciute” contenute in questo libro!
Sacrosanta verità! 😉
A me piace tantissimo la scena del cap. XI quando Miss Bingley invita Elisabeth a passeggiare per la sala e Mr Darcy rifiuta di unirsi a loro per le ragioni che poi spiega incalzato dalla prima: se dovete confidarvi dei segreti vi sarei d’intralcio, se volete far ammirare le vostre figure posso farlo meglio restando seduto… ho in mente la scena corrispondente del film.
i suoi romanzi sembrano fatti apposta per essere sceneggiati: la scena si compone nel momento stesso in cui leggi le parole che la descrivono e puoi figurarti e vedere gli sguardi, i lievi cenni col capo, lo sfiorare la mano, o sentire la risata impertinente di Lizzie, un misto di dolcezza e “birichineria” (sob, da me è tradotto così).
Non è zia Jane che parla quando Lizzie afferma: “A me una buona risata piace moltissimo”?
È una scena molto bella e significativa. Tra l’altro ci sono molti spunti per trovare corrispondenze, punti di contatto con altre parti del romanzo o con qualcosa che ha a che fare con altre opere austeniane o con la sua vita.
Quando Elizabeth dice: “Spero di non mettere mai in ridicolo ciò che è saggio e buono. Stravaganze e sciocchezze, capricci e assurdità mi divertono, lo ammetto, e ne rido ogni volta che posso.” viene in mente un brano della biografia del nipote James Edward: “Il suo pronto e inusuale senso del ridicolo la portava a giocare con tutti i luoghi comuni della vita quotidiana, sia che riguardassero persone che cose; ma non giocava mai con le cose serie come doveri e responsabilità, né metteva mai in ridicolo i singoli individui.”, o quello che lei stessa scrisse al rev. Clarke, che le aveva suggerito di scrivere un romanzo storico: “Non potrei mettermi a scrivere un Romanzo serio per qualunque altro motivo se non quello di salvarmi la Vita, e se fosse indispensabile farlo e non lasciarmi mai andare a ridere di me stessa o degli altri, sono certa che mi impiccherei prima di aver terminato il primo Capitolo.”
Quando Darcy risponde a Elizabeth: “”Sì, la vanità è indubbiamente una debolezza. Ma l’orgoglio… dove c’è una reale superiorità d’intelletto, l’orgoglio sarà sempre sotto attento controllo.” ci si rammenta subito delle parole di Mary nel cap. 5: “La vanità e l’orgoglio sono cose diverse, anche se le parole sono spesso usate come sinonimi. Una persona può essere orgogliosa senza essere vanitosa. L’orgoglio appartiene più all’opinione che abbiamo di noi stessi, la vanità a quello che vorremmo che gli altri pensassero di noi.”
E poi quella frase lasciata cadere proprio alla fine del capitolo: “Cominciava ad avvertire il pericolo di concedere troppa attenzione a Elizabeth.”: uno dei tanti piccolo accenni, un altro nel cap 10 è stato già citato da Sylvia, in cui sembra di vedere Darcy che scivola sempre di più in quella che in quei momenti considera ancora una china molto pericolosa e che poi si rivelerà un percorso verso la felicità.
Sì il primo collegamento l’avevo notato anch’io, l’altro grazie per avermelo ricordato e se posso aggiungerei questo, scritto da Henry nella sua nota biografica che mi fa pensare alle affermazioni di Lizzie: “Tutto le usciva già completo dalla penna, poiché su tutti gli argomenti aveva idee tanto chiare quanto erano ben scelte le sue frasi” (dalla sua trad.)
In effetti leggendo (o rileggendo) il libro dopo aver visto il film devo dire che apprezzi la sceneggaitura del film del 2005 che in effetti è molto fedele. Non ho ancora visto altre versioni ma perchè in fondo mi sembra di tradire quella con keira che mi ha entusiasmato
Carissima Cinzia, ti esorto a tradire Keira ogni volta che ne avrai la curiosità. Ogni adattamento ha la propria impostazione, in alcune cose è fedele, in altre no, e in generale è fedele o infedele a modo suo.
Lo sceneggiato BBC del 1995 c’è anche in versione italiana.
Poi ti raccomando quello del 1980, sempre BBC, per quanto apparentemente datato, perché secondo me è addirittura migliore del 1995. Di certo c’è la Lizzie perfetta, in assoluto (Elizabeth Garvie).
Poi c’è il film 1940, molto infedele ma imperdibile (io mi sono innamorata di P&P grazie a questo film, il che è significativo).
Io ho amato la versione del 2005 con Keira ma ho notato che quella del 1995 con Colin Firth è molto più fedele al libro! comunque molto belle tutte e due
Ragazze io è il primo gdl a cui partecipo però devo dire che mi sto appassionando, mi piace molto….grazie
Ciao a tutte! sto rileggendo la versione cartacea della Mondadori del 1932 in cui il titolo è stato tradotto in “orgoglio e prevenzione”!Mi piace sempre più la figura di Mr. Bennet;un uomo che, nonostante i matrimoni combinati e la disparità fra i sessi, mostra comunque un certo amore per la moglie assecondandola. Un uomo dotato anche di una notevole ironia!
La famosa prima edizione di O&P! E’ forse il libro con copertina rigida blu (o verde, non ricordo) e sovracoperta con il disegno di CE Brock? E’ un libro molto prezioso, almeno per noi Janeite.
La traduzione è anacronistica (ce l’ho in versione tascabile, 1987) ma ha il merito di aver inaugurato le edizioni italiane delle opere di Jane.
Si è quello! con copertina verde!!è il regalo di un’amica che sa quanto amo questo libro!
Mi permetto, quindi, di fare i miei complimenti alla tua amica che ha saputo scegliere con grande sensibilità un regalo praticamente perfetto.
(A questo punto, poco importa che Lizzie diventi Bettina e Lady Catherine sia Donna Caterina… La magia del romanzo resta intatta!)
Io sto rileggendo per la… non so, quarta, quinta??? volta l’edizione Enaudi che mi ha accompagnato un po’ di anni fa per gli ultimi due anni di liceo; è sempre un piacere ritrovare Lizzie e Mr Darcy, con il suo orgoglio e la sua vanità. Sarà entusiasmante trascorrere altri giorni in loro (e vostra!) compagnia.
Ciao, Emanuela! Spesso, quando amici o conoscenti scoprono che sto rileggendo lo stesso romanzo, restano un po’ perplessi. Io cerco di spiegare loro che in questo librino c’è molto più di quanto sembri e che la rilettura, oltre ad essere una sorta di bisogno, è anche terapeutica. Ovviamente, poiché tutti mi guardano con l’aria ancora più perplessa (per non dire preoccupata), concludo sempre con l’invito a leggerlo, così capiranno.
Buona ri-lettura!
Che bello essere qui 🙂 ho letto tutti i commenti con piacere e, come Romina, anch’io sto utilizzando la versione Bur di “Orgoglio e pregiudizio” tradotta da Maria Luisa Agosti Castellani: la mia è la terza ristampa del 1999 e mantiene inalterate le scelte linguistiche già presenti nell’edizione del 1982, come l’italianizzazione completa dei nomi propri di persona (Lisetta, Carlo Bingley, Carlotta Lucas e così via). Confesso di aver già ultimato la prima tappa perché ho iniziato con anticipo… in questi quindici capitoli l’abile penna di zia Jane ci aiuta ad entrare nel vivo della vicenda: le schermaglie verbali tra Darcy ed Elisabetta sono i punti che sto gustando come se fosse la prima volta che li leggo. In particolare il capitolo X, a cui avete già accennato, mi ha fatto sorridere e parteggiare spudoratamente per la nostra Lizzie. Trovo molto calzante la domanda che lei pone a Darcy sull’accettare di buon grado le richieste di un amico su decisioni di poca importanza:
– Mi pare, signor Darcy, che lei non ammetta riserve sull’influenza che l’amicizia e l’affetto possono esercitare. Si dà spesso il caso che, per un riguardo verso il richiedente, taluno si arrenda prontamente a una richiesta, senza aspettare di esservi indotto dalla ragione. Non parlo in particolare di un’ipotesi come quella da lei affacciata per il signor Bingley. Forse si farebbe meglio ad attendere che la circostanza si presenti, prima di discutere la logica del suo comportamento. Ma in casi generali, di ordinaria amministrazione, fra amico e amico, nei casi in cui l’uno desideri che l’altro cambi una decisione di non grande importanza, lei penserebbe male di colui che accedesse a tale desiderio, senza aspettare di esservi indotto dal ragionamento?
Infine in questa prima tappa ci vengono presentati quasi tutti i personaggi: compaiono il signor Collins, Wickham e, attraverso le parole ampollose del signor Collins, incominciamo ad intravvedere Lady Caterina de Bourgh e sua figlia.
La traduzione italiana dei nomi è improponibile, Villa Lucas mi pare il nome di una casa di cura, mi fa così tanto apprezzare quelle che si avvicinano il più possibile e cercano di rispettare fedelmente la lingua originale (come quella di Ierolli) ma le stoccate di Lizzie non sono meno affilate.
Ciò che mi infastidisce molto in alcune traduzioni è anche la scelta della forma allocutiva “lei” invece del “voi”, che trovo più appropriato per rendere “you”. Ricordo lunghe riflessioni in passato, tra scuola interpreti e università, su questo aspetto della traduzione: sembra un’inezia ma non lo è affatto. E’ un elemento fondamentale della caratterizzazione culturale e sociale di un romanzo, e di questo in particolare, dove le regole sociali sono grandi protagoniste, nel bene e nel male.
@Romina: i nomi italianizzati mi fanno sussultare ogni volta che li leggo… per fortuna nelle traduzioni più recenti si cerca di rimanere maggiormente fedeli al testo originale 😉
@Sylvia: hai ragione a far notare questo aspetto e grazie per averlo sottolineato (confesso che non lo avevo colto durante la lettura)! La scelta del “voi” appare più consona perfino a me che sono una “profana”… e ho notato che l’altra edizione in mio possesso (contenuta nel “mammut” Newton Compton del 2011 e tradotta da Italia Castellini, Riccardo Reim e Natalia Rosi) opta felicemente per il “voi”. Penso che la utilizzerò per una mia futura rilettura, non da ultimo per la scelta di lasciare inalterati i nomi originali 😉
Ciao a tutti! Arrivo un po’ in ritardo ma noto con gioia che questo GdL è iniziato benissimo, all’insegna dell’eleganza, del brio e della competenza. Sono orgogliosa di farne parte! Io sto leggendo per la prima volta la stupenda traduzione di Giuseppe Ierolli (che ringrazio di cuore per il suo lavoro!), che ho scaricato dal sito jausten.it e ho trasferito su Kindle. Trovo che questa prima parte di O&P sia non solo accattivante per la presentazione dei personaggi che tanto impareremo ad amare, ma anche illuminante per la modernità della sua disamina dei rapporti sociali. E’ vero che Mrs Bennet sembra ossessiva nella sua ansia di far sposare le figlie, ma quale madre non lo è, anche al giorno d’oggi? Non è forse vero che, anche oggi, una ragazza dell’età di Charlotte che non abbia un partner è comunque additata da parenti e conoscenti, che non fanno che chiederle perché non si decida a sposarsi? E molte donne, anche oggi, non si informano subito sullo stipendio, l’auto, la famiglia di eventuali (malcapitati) uomini single che vengono loro presentati? La nostra cara Jane è eccellente ed imperitura anche per questo: per la sua incredibile lungimiranza.
Verissimo cara Mara senza poi contare quanti Wickham o Willoughby ci sono in gir anche ai giorni nostri!
Eccomi qua! Ho solo 24 anni ma mia nonna non riesce a farsi una ragione del mio essere single e mia madre lancia periodicamente battutine su quanto si sentirebbe più tranquilla se sapesse che c’è un ragazzo con me.
Certamente Charlotte è da compatire più che disprezzare: io al posto suo avrei preferito mille volte un destino da istitutrice a uno da Mrs Collins però capisco la sua decisione.
Mrs Bennet con la sua ossessione diventa quasi il principale ostacolo alle possibilità delle figlie di trovare marito ma di certo Mr Bennet, che non fa nulla per contenerla, né fa qualcosa di suo per aiutare le figlie a fare buona impressione in società e a volte con il suo sarcasmo e disprezzo delle convenzioni le danneggia lui stesso, dimostra poco interesse per il loro futuro: dopo la sua morte potrebbero effettivamente finire in strada, non hanno nemmeno fratelli che possano provvedere a loro e sono in cinque; un po’ di ragione nel preoccuparsi c’è.
Già… Il tuo discorso sembra un po’ quello di Darcy nella lettera di spiegazione a Lizzie!
Diciamo che i genitori Bennet non sono perfetti, è ovvio che salta agli occhi subito la madre per le sue uscite fuori luogo e le sue rozze maniere, ma anche il padre ha i suoi difetti..
e Charlotte è molto pratica, ma anch’io non condivido il suo punto di vista.. chissà forse per il periodo era giusto così, non erano molti i matrimoni per amore, ma piuttosto erano frequenti quelli per interesse..
Ho un debole per Charlotte. Tendo (forse, esagerando ma non riesco a trattenermi) a vederla come un personaggio tragico, in cui, con la solita mano leggera ma precisa, Jane Austen personifica la situazione femminile dei suoi tempi. Lei stessa conosceva bene i compromessi a cui tutte erano obbligate dalle convenzioni sociali, e quanto costasse sottrarsene. Lizzie è l’altra faccia della medaglia “matrimonio”: attorniata da pessimi esempi di unione coniugale (tra cui anche la sua cara amica Charlotte con Mr Collins), tende ad un risultato “uguale ma contrario”, in cui continuare a rispettare se stessa e il proprio compagno.
Sotto questo aspetto, Mr Bennet (non a caso proprio lui) pronuncerà una frase molto toccante, alla fine del libro. Ma la strada è ancora lunga…
Mi piace molto come vengono introdotti i due personaggi antitetici di Mr Collins e Mr Wickham. Il primo come ben descriitto nei commenti più sopra entra in scena in modo esilarante a partire dalla lettera che preannuncia il suo arrivo e dai successivi tentativi di imbonirsi la famiglia e in particolare le ragazze suscitando invece più fastidio e disappunto che altro. Nonostante ciò Jane Austen crea un personaggio che sebbene secondario resta davvero indimenticabile. Mr Wickham invece viene introdotto in modo più mesto, quasi insinuante secondo me, a preannunciare che sotto quelle belle maniere, quell’elegante dialogare si nasconda qualcosa di non così trasparente. A posteriori, sapendo poi cosa combina o ha combinato il nostro, si riescono a cogliere meglio quei sottili segnali che zia Jane in qualche modo ha anticipato al lettore
E’ verissimo, per questo adoro le riletture perché ogni volta colgo un’allusione o un’anticipazione nuova (che sono sempre state lì nel testo, volutamente lasciate cadere dall’autrice con garbo)
Aprire O&P è un po’ come tornare a casa. La conosco benissimo, la mia casa, la mia famiglia, e tutto ciò che ruota intorno ad esse, eppure c’è sempre qualcosa di nuovo con cui arricchire i ricordi.
La riletture sono fantastiche, ogni tanto mi ritrovo a pensare “No, Lizzie, non credere a Wickham, attenta!!!” 😀
E’ vero: possiamo anche conoscere intere scene a memoria ma la maestria della “sceneggiatrice” è tale che ne veniamo sempre conquistate. E addirittura, parliamo con i personaggi.. e anche con l’autrice…
Ma perché quelle due piccole impudenti delle sorelle minori di Lizzie affascinate solo dagli uomini in divisa?! si muovono sullo sfondo ma vigile è l’attenzione su di loro, pronta a risvegliarsi con qualche pennellata sapiente. Spianano la strada tra Longbourn e Meryton solo per vedere gli ufficiali, ai balli danzano solo con loro, attendono con ansia qualunque nuovo arrivo e quando si prospetta l’arrivo di Mr. Collins, JA osserva: “Per Caterina e per Lidia né la lettera né il suo autore presentavano il minimo interesse. Era pressoché impossibile che quel loro cugino arrivasse vestito di scarlatto ed erano ormai diverse settimane che loro due non traevano diletto se non dalla compagni adi uomini vestiti di quel colore…”, Cap. XIII (abbia pazienza per la traduzione, Ierolli!)
Non sembrano già destinate ad essere “perdute”?!
Jane Austen dipinge perfettamente l’adolescenza inquieta, sempre in bilico sull’orlo del precipizio, e come dici tu le bastano poche righe, qua e là, per farci capire quanto l’errore fatale che cambia tutta la vita sia un pericolo concreto e sempre pronto a piombare addosso a queste sprovvedute – che del resto non sono particolarmente curate dai loro genitori.
Non c’è niente da fare. Ad ogni rilettura, mi rendo conto che dovrei sottolineare e mettere segni dinamici praticamente su ogni riga!
E se continuo così, finisco il romanzo in poche ore…
Sì anch’io mi sono dovuta fermare perché la tentazione di proseguire è irresistibile. ci sono certe frasi veramente spassose che valgono più d’una sottolineatura; p.e.”Egli si scusò di essere dispiaciuto. Con tono raddolcito ella dichiarò di non essere affatto risentita; ma egli continuò a chiedere scusa per circa un quarto d’ora” (fine Cap. XIII).
Ecco la rilettura del mio amatissimo classico!
Ah, i poveri nervi di mrs Bennett!!
Sono troppo belli i primi capitoli!!
L’ho iniziato in versione cartacea, edizione oscar mondadori..
Nel frattempo sto leggendo Mr Darcy’s diary, è fantastico leggere il suo punto di vista mentre seguo la versione originale!!
Buona lettura a tutti!
Ottima lettura parallela! Non esitare a venire a commentare Mr. Darcy’s Diary nel salotto di OF&NF, quando inizierà il GdL parallelo il prossimo 5 gennaio, se lo vorrai.
Sono già al capitolo 9..
Una volta iniziato, non riesco più a fermarmi…
E questo conferma che P&P è una meravigliosa droga, dagli ottimi effetti a lungo termine!
Uh, nel cap. 9 c’è quell’imbarazzante, esilarante visita di Mrs Bennet a Netherfield… Ogni volta che leggo la sua reprimenda a Elizabeth, quando questa inizia un bellissimo scambio con Mr Bingley sullo “studio dei caratteri”:
“Lizzy”, esclamò la madre, “ricordati dove sei, e non lasciarti andare ai modi incivili che tolleriamo a casa.”
…mi scappa sempre una sonora risata (ma anche un notevole senso di vergogna per la totale assenza di spirito della povera Mrs Bennet!).
Verissimo!!
Leggendo anche il punto di vista di Darcy è bello notare che nonostante non sopporti la madre per le sue maniere rozze e maleducate (sottolineate anche da commenti non troppo velati verso lui) la sua simpatia per Elizabeth non diminuisce, ma anzi apprezza il fatto che lei si imbarazzi di fronte alle maniere della madre, sintomo, a suo dire, della superiorità di Elizabeth
Avevo scritto un commento lunghissimo…cancellato dal mio odiato pc 🙁 provo a riprendere tutto! Rileggere O&P è un toccasana, qualsiasi cosa sia successa ha il potere di migliorare la visione delle cose! La versione che preferisco è quella cartacea, anche se non disdegno digitale, audiolibro e versioni cinematografiche 🙂 tra le parti che preferisco nei primi capitoli ci sono le schermaglie verbali tra Elizabeth e Darcy, mirabilmente riviste nella trilogia di Pamela Aidan!
Mrs Aidan ha dipinto un Darcy forse un po’ troppo femminile però devo ammettere che mi ha dato il piacere di leggere tre bei romanzi (il secondo non è all’altezza degli altri due, ad essere sincera) e soprattutto di seguire la stessa scena dai due punti di vista, con molto rispetto per l’originale.
(Quasi quasi, vado a ripescare il primo volume…)
sì il primo merita, se non altro per la interessante trovata di offrire il punto di vista di Mr Darcy nell’incontro-scontro con Lizzie, ma che dire del secondo volume della Aidan?! non è rimasto più niente del Mr Darcy di JA, solo il nome…
Il secondo volume in effetti non mi è piaciuto molto, lontano dalla figura di Darcy e anche dallo spirito di O&P, il terzo però era già migliore. Ovviamente non mi permetterei mai di confrontarla con JA!
Concordo con tutti voi. Jane Austen è un porto sicuro, una casa dove trovare sempre accoglienza e pace, che ti rasserena i pensieri e che calma l’animo. Quando ho una giornata no o qualche momento di turbamento sento il bisogno di aprire un romanzo di Jane Austen: ritrovo subito l’equilibrio nelle sue parole.
Venendo a Orgoglio e Pregiuzio: cosa ne pensate della dolce Jane? E’ come se con la sua bontà cercasse di liberare la mente di Elizabeth dai pregiudizi. E vi siete mai chiesti il perchè la Austen avesse scelto proprio quel carattere a cui attribuire il suo stesso nome?
Ho sempre pensato che Jane venga troppo spesso travisata. Anche negli adattamenti flim/tv, la si dipinge come un angelo al limite dell’ingenuità. In realtà, Jane (Austen) getta qua e là delle frasi che dimostrano uno spirito di osservazione acuto.
Sempre restando all’interno della tappa, al cap.5 c’è un esempio eclatante di ciò, per di più legato al sentire comune rispetto all’orgoglioso, altezzoso Mr Darcy, quando viene riferito il commento di Mrs Long sul fatto che egli “l’altra sera” non le avesse rivolto la parola per una mezz’ora intera. Jane osserva:
“Ne siete proprio sicura, signora? non c’è qualche piccolo malinteso?” disse Jane. “Io di certo ho visto che Mr. Darcy le parlava.”
E non è un caso che proprio a lei sia affidato il primo contraddittorio a proposito di Mr Darcy. Charlotte in questo sarà un’ottima alleata, in seguito, ma il primo dubbio sul giudizio unanime viene insinuato dalla buonissima Jane, che non vede mai difetto alcuno in nessuno…
Quanto all’omonimia con l’autrice, e alle ragioni di questa scelta, non saprei. Jane è anche il nome scelto per quell’antipatica di Jane Fairfax (sì, ha suoi ottimi motivi per fare ciò che fa, è una creatura sola al mondo, per di più nel mondo di allora, che con gli orfani non era clemente). Qui è, come dicevo prima, e come direbbe Bingley, un angelo di bontà ma molto attenta a ciò che accade intorno a lei. In questo è molto “Austen”. Ma non mi avventuro oltre. Tu che ne pensi? Hai fatto qualche riflessione in merito?
Se posso intromettermi, io in Jane Bennet e nella venerazione che per lei ha Lizzie vedo Cassandra Austen, la sorella maggiore tanto amata da JA; non sono molto propensa a credere nella ingenuità e nel candore sponsorizzati in JA dai nipoti in epoca vittoriana, che ne dite?
Sicuramente Jane Bennet è una figura perno di tutta la storia.. Il suo attaccamento per Bingley è ciò che spinge la storia fin dalle prime pagine.
Non la trovo un ingenua, timida forse, ma soprattutto molto educata.. In Orgoglio e pregiudizio Darcy sbaglia nel voler asserire che lei pare indifferente, è solo cauta nel dimostrare ciò che ha nel cuore e pensando alla madre e alle sorelle minori, se avesse manifestato più apertamente quello che sentiva sarebbe stata di continuo meta delle punzecchiature di madre e sorelle..
Jane comunque trova la grinta, ma non in questa tappa 🙂
Non credo al “santino” vittoriano dipinto dal nipote James Edward, di certo la vera Jane è da ritrovare nelle lettere e nei romanzi. Il Memoir racconta notizie importanti ma sul carattere, ovviamente, fa degli aggiustamenti consoni all’atteggiamento dell’epoca, soprattutto verso le donne scrittrici.
Neanch’io sono dell’idea che Jane Bennet venga dipinta come un’ingenua, anzi tutt’altro! Se lo fosse stata, sarebbe caduta nelle braccia di Bingley in men che non si dica; al contrario mantiene sempre una certa circospezione e razionalità, pronta ad accogliere qualsiasi avversione. E’ più calma e cauta rispetto a Elizabeth, ma non ingenua. Piuttosto assocerei l’ingenuità a Lydia, ma non voglio “spoilerare”.
Per quanto riguarda l’omonimia, proprio non saprei. Da un lato credo che Jane Austen non facesse questi “giochi” di associare un nome ad una persona di sua conoscenza, in questo caso lei stessa: le sue storie sono puramente frutto della sua ampia immaginazione. Dall’altro lato ritengo che, in un romanzo, un autore pone sempre qualcosa del suo mondo, da cui trae ispirazione. In questo caso potrebbe essere l’autrice stessa che guida la sua eroina verso la maturazione finale…ma sto divagando troppo! Purtroppo si possono fare solo semplici supposizioni.
Devo dire che ho già terminato la tappa, anzi direi che ho già praticamente finito anche la seconda, ma è più forte di me, non riesco a fermarmi!!
Esilarante la proposta di Mr Collins ad Elizabeth, disposto a considerare il rifiuto di lei come un incoraggiamento a chiedere nuovamente la sua mano (perché è usuale che una signorina ben educata rifiuti la prima proposta per accrescere il sentimento!!!)
è sottile il commento che Jane Austen fa, insinuando che, se si fosse rivolto a Mary, probabilmente lo avrebbe accettato (invitandolo ad ampliare le sue letture).. Chissà come sarebbe andata se mr Collins avesse scelto Mary anziché Lizzy? …non lo sapremo mai!
Che coppia, sarebbero stati! Una vera devastazione per i poveri nervi di chiunque! Persino Lady Catherine faticherebbe a resistere…
Che bello si comincia! **
allora, io utilizzo l’edizione cartacea, trovo difficile leggere in ebook, dopo un po il computer mi brucia gli occhi. E poi il profumo delle pagine mi aiuta ad immedesimarmi meglio nella storia XD
L’edizione è quella della Classici Y della Giunti del 2011 ma ne ho un altra versione, della Bur, molto più vecchia.
Benvenuta, Chrys! Il fruscio, il profumo, la consistenza della pagina di carta è qualcosa di unico. E poi, quanta vita vissuta assorbono, ad ogni rilettura!
Buona lettura, cara compagna di viaggio, e non mancare di inserire i tuoi commenti ogni volta che vorrai.
ehm, io sono già un pochino avanti con i capitoli… ma che ci posso fare, P&P rimane il libro più bello che abbia mai letto!! è uno spaccato di un mondo lontano, ma con molti contatti con la nostra società.
Il mio personaggio preferito rimane Mr.Bennet, con la sua pragmaticità e la sua ironia tagliente!!
Ti capisco, io sono a più di metà!!!
Praticamente, lo avrei divorato anche stavolta se non fosse che mi sono imposta di chiuderlo a fine tappa. E di ricominciare daccapo con l’inglese. E poi con l’audiolibro. 🙂
Ciao a tutti, spero di fare ancora in tempo a commentare la prima tappa… Allora, edizione Oscar Mondadori, trad. di Giulio Caprin del 1932 credo però rivista negli anni ottanta: non c’è più (per fortuna!) l’italianizzazione dei nomi propri, mentre è mantenuto (purtroppo, sono d’accordo) il “lei” invece del “voi” che è azzeccatissimo per l’epoca e per ogni atmosfera british che si rispetti… Sono assolutamente d’accordo con Romina quando afferma che O&P è fatto per essere sceneggiato: a differenza degli altri romanzi (a parte forse Emma?) è proprio una sceneggiatura in forma di romanzo, ed è in questo senso il romanzo più “moderno” della Austen. Arrivando ai capitoli di questa tappa, ferma restando la “perfezione” con cui viene “confezionato” il personaggio di Mr Collins, gustosissimo e ricchissimo ritratto di imbecille che immagino abbia mandato in visibilio ogni attore che si sia trovato ad interpretarlo (io trovo strepitosa nientemento che la prima versione cinematografica, quella del 1940, dove in aggiunta c’è il doppiaggio italiano che regala a Collins una voce nasale che non ha più avuto eguali!), la scena che “scelgo” (se mai si può) per questa prima tappa è il dialogo fra Charlotte ed Elisabeth a proposito di Jane e Bingley nel cap. VI. E’ uno scambio dei più sconcertanti, dove, oltre a far intravedere con una certa chiarezza quale sia l’orientamento di Charlotte (il che non porterebbe necessariamente alla scelta di un Mr Collins come marito ma non dovrebbe neanche stupirci, e se ci stupisce è solo perché andiamo dietro ad Elisabeth che alla fine esclama “tu stessa non agiresti mai in questo modo”, e ciò è magistrale), ci fa intuire anche la complessità dello sguardo della Lucas. Il dialogo infatti ha come una specie di avvitamento: è Elisabeth a spostare (e limitare) l’accento sul “buon matrimonio”, e il lettore tende ad assecondarla, ma Charlotte in quel discorso dice molto di più, offre spunti che nel seguito di P&P non verranno approfonditi, e su cui la scelta di Mr Collins come marito poserà una pietra tombale. La frase “Se una donna nasconde i suoi sentimenti con la stessa abilità anche all’uomo che li ha ispirati, può perdere l’occasione di conquistarlo, e sarebbe allora ben magra consolazione sapere che anche il resto del mondo è all’oscuro di tutto” sembra trovare un’eco, capovolta ed eccessiva, in Marianne Dashwood, che in alcun modo farà mistero di ciò che prova per Willoughby, ed è rafforzata dall’affermazione “Tutti possono dare il via liberamente a un sentimento e l’inclinazione verso qualcuno è più che naturale, ma sono pochi coloro che hanno abbastanza cuore da innamorarsi veramente senza alcun incoraggiamento”. Nei sei romanzi l’amore agognato dalle protagoniste trionferà su ogni riservatezza ostacolo o equivoco, perché è un amore maschile che ha “abbastanza cuore” da rischiare il rifiuto (solo Anne Elliot, donna e ultima protagonista in ordine di tempo!, oserà agire alla ri-conquista di Wentworth), e quindi sarà la linea portata avanti da Elizabeth a prevalere (tieni i tuoi sentimenti al riparo dalle indiscrezioni mentre capisci con chi hai a che fare e capisci cosa provi veramente), ma mi chiedo: cosa vedeva intorno a sé la Austen ai suoi tempi, per far parlare Charlotte in quel modo? E vogliamo parlare dell’assoluta contemporaneità delle sue parole in tempi come quelli che viviamo oggi, dove l’incapacità di elaborare ferite affettive precedenti ci rende sempre più spesso così cauti nell’esporci da riuscire sempre più di rado ad innamorarci “senza alcun incoraggiamento”?…
Benvenuta, Angela! Sei sempre in tempo a commentare questa tappa, anche durante le altre.
Come sai, ho per Charlotte un occhio di riguardo perché davvero credo che JA abbia voluto affidarle l’ingrato compito di rappresentare l’altra faccia della medaglia matrimoniale (sull’altro lato, ovviamente, c’è Lizzie) ma anche la prassi diffusa dell’epoca, in cui l’amore, il rispetto reciproco non avevano molta voce in capitolo ed una donna aveva un obbligo sociale e persino finanziario nello sposarsi. Ipotizzando all’estremo, forse rappresenta ciò che lei stessa avrebbe potuto diventare se non avesse cambiato idea nel corso di una notte ed avesse infine accettato di sposare Harris Bigg-Wither?
Eccomi, arrivo anch’io!
Per questo GDL ho alla fine optato per l’audiolibro letto da Paola Cortellesi, e devo dire che ne sono proprio felice, perché mi sta piacendo moltissimo questa versione! Rimando però al commento finale le mie impressioni sul formato, qui preferisco parlare del romanzo in sé.
In questi primi 15 capitoli già incontriamo tutti i personaggi principali, infatti verso la fine fanno la loro comparsa anche Mr Collins e Wickam. A farla da padrone però in questa parte introduttiva trovo siano stati i coniugi Bennet e i loro dialoghi, magistralmente resi dalle variazioni di tono della Cortellesi.
Ho letto questo romanzo l’ultima volta nel marzo 2010, e ascoltando l’audiolibro mi sono resa conto che lo ricordo poco, e ne sono felice perché posso rigodermene appieno la bellezza! 🙂 Non ricordavo per esempio che la prima volta che “vediamo” Lizzy sta misurandosi un cappello, e non pronuncia neanche una parola. Inoltre non ricordavo che l’attrazione di Darcy per Elizabeth venisse palesata abbastanza presto, già dai primi capitoli, non molto dopo il loro primo incontro!
A parte tutto questo, il romanzo è straordinario come lo ricordavo! Piacevolissimo da ascoltare, in ogni cosa: i personaggi, i dialoghi, i dettagli… tutto!
Ottima scelta, riscoprire O&P attraverso Paola! L’entrata in scena di Lizzie è bellissima. Addirittura, di lei sentiamo parlare nel cap.1 dal padre, che la adora, e dalla madre, che non la apprezza molto, e JA è magistrale nel presentarci la protagonista in questo modo così indiretto ma autorevole e perfettamente esauriente.
Commento un poco in ritardo.
Sto leggendo la mia versione italiana, comprata molto tempo fa, della Garzanti.
Rileggendo il libro con calma e attenzione ho anche io notato che Lizzie non viene introdotta subito, si parla prima della sua famiglia, soprattutto dei membri più imbarazzanti della sua famiglia, sua madre e viene citata anche Lydia.
Lizzie e anche Jane vengono presentate dopo, così spiccano di più rispetto agli altri.
Ho notato anche altre cose, che però richiamano alcuni avvenimenti successivi, perciò ne parlerò poi, per non rovinare il piacere della lettura.
ciao ragazze, questa volta sono molto lenta nella lettura .. sono ancora alla prima tappa 12° capitolo… praticamente quandole vite dei personaggi lizzie e darcy cominciano ad intrecciarsi ed a sviluppasi, da questo momento nel romanzo vediamo darcy colpito dal fascino di elisabeth bennet ,tanto da avere paura del sentimento che sta crescendo in lui… paura che diventi qualcosa di serio… e da qui che sempre quando rillego il romanzo ogni volta mi faccio catturare dal romanticismo … e dal desiderio di vedere queste creature unirsi … e seguo con grande ardore e passione le loro peripezie… dovute pressochè dalla lettura sbagliata reciproca dei rispettivi caratteri. I due personaggi forti sono sempre lizzie e darcy, caratterialmente, psicologicamente …. sono i protagonisti assoluti… mentre jane e bingley sono dei sempliciotti, ma non è che non hanno carattere, anche l’essere semplici è una caratteristica personale ed unica. le altre sono sempre un contorno.. funzionano da spalla ai nostri eroi principali. Un altro fascino particolare che nutro per questo romanzo sono le descrizioni dei luoghi, che raccontano il paesaggio circostante tramite piccoli dettagli… tipo il negozio di modista a merington.. o altre piccole cose .. ma senza entrare nello specifico .. senza essere troppo precisa e pignola nei dettagli… così faccendo lascia molto spazio alla fantasia del lettore .. libero di immaginarsi il derbyshire e la tenuta di pemberley come desidera. …. ed ora vi saluto e mi riemmergo nella lettura romantica di questo romanzo 😉 . Forse sono state banale ed ho detto cose scontate, ma mi andava di condividere un po con voi ….
ps. se c’è qualcuna che è indietro come me e le fa piacere di commentare insieme , io ne sarei falice.
Il grande fascino di questo romanzo risiede in tutti gli aspetti che hai giustamente sottolineato, carissima Tina!
Una su tutte mi cattura sempre, come se lo leggessi per la prima volta. Si tratta di quel dono speciale che ha Jane Austen di raccontare tutto pur raccontando pochissimo! Scusa il gioco di parole ma… è vero. Come tu hai detto, bastano poche parole, sapientemente scritte, ed ecco che JA ha già scatenato la nostra fantasia sulla base di pochi ma precisissimi indizi.
E poi ci sono i personaggi. Quante risate ci stiamo facendo grazie all’arrivo di Mr Collins? Abbiamo già riso molto delle stravaganze di Mrs Bennet, delle frecciate di Mr Bennet, ed ecco che arriva tra loto un vero campione di ridicolaggine e meschinità! JA ci fa ridere di lui e di tutti i suoi difetti: e tra le risate, sentiamo che le persone di questo tipo sono proprio quelle che anche nella nostra vita di tutti i giorni incontriamo e cerchiamo accuratamente di evitare!
Ah, sì… poi c’è questa dose enorme ma mai stomachevole di romanticismo. Loro, la coppia d’oro del mondo austeniano, ci conquistano subito, persino Darcy, con questi suoi modi inspiegabilmente altezzosi che, però, cedono un po’, sempre di più, di fronte ai “begli occhi scuri” di Lizzy – e al suo cervello sopraffino!
Uh, mia cara Tina, questi due non smetteranno mai di farci sognare!