Il terzo tè delle cinque dedicato alla (ri)lettura di Pride & Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio), ci riporta a Rosings e alla vicina canonica di Hunsford dove un Mr. Collins agitatissimo ha passato un’intera mattinata di passione in attesa di vedere profilarsi all’orizzonte due gentiluomini illustri in visita alla sua mai troppo adulata patronessa, Lady Catherine de Bourgh.
L’ennesimo colpo di scena di questo romanzo vorticoso come i balli di cui ci racconta è, infatti, l’arrivo di Mr. Darcy e del Colonnello Fitzwilliam in visita alla zia. Ma le sorprese non sono certo finite…
Come resistere al ritmo incalzante della narrazione, con questo ritorno in scena di Mr. Darcy dopo la lunga pausa invernale? Si incominci subito la Terza Tappa!
Prima, il solito doveroso promemoria:
– c’è sempre il GiveAway dell’audiolibro Emons, Orgoglio e Pregiudizio letto da Paola Cortellesi, al quale ci si può iscrivere fino al 25 gennaio;
– nel salotto qui accanto, Old Friends & New Fancies, è incorso il GdL parallelo, per leggere Mr Darcy’s Diary di Amanda Grange
Di seguito, i dettagli di questa Terza Tappa.
Calendario
Stiamo leggendo il romanzo suddiviso in 4 tappe settimanali.
☞ prima tappa: 28/12/12 capitoli 1-15 (Vol. I fino a cap.15)
☞ seconda tappa: 04/01/13 capitoli 16-30 (Vol. I capp. 16-23 + Vol. II capp. 1-7)
☞ terza tappa: 11/01/13 capitoli 31-42 (Vol. II capp. 8-19)
☞ quarta tappa: 18/01/13 capitoli 43-61 (Vol. III completo)
☞ Commento finale: 25/01/13
☞ proclamazione vincitore Giveaway: 26/01/12
Questa settimana
☞ terza tappa: 11/01/13 capitoli 31-42 (Vol. II capp. 8-19)
Ogni settimana ci ritroveremo qui per un tè di inizio tappa: a partire da quel momento, nello spazio dei commenti potrete inserire tutto ciò che vi viene in mente durante la lettura dei capitoli previsti dalla tappa.
Poche raccomandazioni
– non anticipate alcun commento riguardante i capitoli delle tappe successive (in gergo: non spoilerate!);
– se non resistete e proseguite la lettura dei capitoli della tappa successiva, nessun problema: annotate le vostre impressioni e scrivetele nel post di tappa quando sarà pubblicato;
– se siete in ritardo, non preoccupatevi, ma ricordate di commentare nella tappa relativa ai capitoli che state leggendo.
Come iscriversi al GdL (e al GiveAway)
La partecipazione è sempre aperta perciò potete unirvi a noi anche a lettura iniziata. L’importante, prima di commentare, è iscriversi al post di inaugurazione (Un mese con Orgoglio e Pregiudizio: Gruppo di Lettura e Giveaway! del 6 dic. 2012).
Chiunque sia iscritto al GdL partecipa al Giveaway. A due sole, semplici, condizioni:
– essere un lettore fisso di questo blog;
– commentare almeno una volta una delle tappe del Gruppo di Lettura.
Il 26 gennaio sapremo chi sarà il fortunato vincitore dell’audiolibro di Emons, Orgoglio e Pregiudizio letto da Paola Cortellesi.
Prepariamoci ad accompagnare la nostra Elizabeth ad una movimentata serata di Pasqua a Rosings dove, tra un’esecuzione al pianoforte e piacevoli conversazioni con il simpatico Colonnello Fitzwilliam,
il suo spirito arguto sarà nuovamente impegnato in molte sfide in punta di fioretto con l’arrogante padrona di casa e, soprattutto, con il suo degnissimo nipote…
eccomi pronta pronta per la nuova tappa e ahimè l’ultima con la versione completa di tutti i romanzi della bur come volevo io finalmente! molto più comodo del mammut! ho letto solo i primi due capitoli di questa tappa e mi ha colpito quando Darcy dice ad Elizabeth che non ha l’abilità che hanno altri di conversare facilmente con persone che non conoscono..perchè gli assomiglio in questo! comunque è sempre bellissimo conversare e parlare di questo capolavoro con voi! quindi grazie ancora per la possibilità che mi avete dato!
p.s. penultima scusate piccolo errore!
anch’io ho adorato quella parte *-*
Ah ! Che meraviglia il primo incontro a Rosings tra Elizabeth e Darcy, alla presenza del colonnello Fitzwilliam e di quell’impicciona di Lady Catherine….. quel duello verbale è il padre di tutte le schermaglie amorose !
si è vero stupendo! anche se mi dà un fastidio a me Lady Catherine che è sempre li pronta a impicciarsi e voler sapere quello che si stanno dicendo! ma cavoli suoi no! però Elizabeth da delle belle frecciatine a Darcy!
Adoro Lizzy quando dice:
There is a stubbornness about me that never can bear to be frightened at the will of others. My courage always rises at every attempt to intimidate me.
…
In me c’è un’ostinazione che non sopporterà mai di essere intimorita dalla volontà degli altri. Il mio coraggio cresce sempre, a ogni tentativo di intimidirmi.
E’ una specie di mantra che mi ripeto ogni volta che mi sento in soggezione o spaventata. What would Lizzy do?…
E mi scappa sempre una risata vendicativa quando rievoca il loro disastrosissimo primo incontro e dice:
Ha ballato solo quattro volte, sebbene scarseggiassero gli uomini; e, lo so per certo, più di una signorina è dovuta restare seduta per mancanza di cavalieri. Mr. Darcy, non potete negarlo.
Quel “lo so per certo” con quel che segue è spassoso e fulminante!
Dopo la serata di ieri, con quella scorpacciata di versioni cinematografiche, riprendere la narrazione mi rende ancora più consapevole della potenza di questo romanzo. Possono pasticciarlo e rimaneggiarlo e adattarlo finché vogliono ma il suo fascino resta immutato e, soprattutto, inesorabile!
Avete notato anche la perfezione strutturale di questo romanzo? Siamo esattamente a metà (i capitoli in totale sono 61 quindi tra 30 e 31 siamo proprio a metà) ed ecco che la storia prende una direzione nuova. Non a caso, accade dopo alcuni capitoli in cui scorre il lungo inverno, con cambiamenti che si consolidano e che “germogliano”…
già è vero! non ci avevo pensato!
Sono le scoperte preziose delle riletture! In questo libro c’è talmente “tanta roba” che emerge di volta in volta.
è vero, niente è lasciato al caso da zia Jane, tutto inserito in una cornice logica e coerente, anche la stessa ciclicità del tempo narrativo che segna l’arrivo e il ritorno di Bingley a Netherfield
Oh sì. Più di una volta, mi sono fatta elucubrazioni senza fine sulla cronologia e, proprio come dici tu, su come l’intera vicenda inizi poco prima del 29 settembre (giorno di Michaelmas), quando Bingley arriva a Netherfield, quindi con l’autunno, e finisca praticamente un anno dopo, sempre in autunno, tra 6 e 8 di ottobre, con Darcy e Bingley a Longbourn. Che Natale strepitoso, poi!
Non so voi ma io ho una cocente invidia per la capacità di questa ragazza di dire sempre la cosa giusta al momento giusto, e di rintuzzare qualunque provocazione con ironia sopraffina (che non significa sarcasmo, badate).
E’ dalla prima volta che l’ho incontrata, quindi oltre vent’anni, che tento disperatamente di imparare a fare lo stesso. E non posso dire di esserci riuscita… Forse devo esercitarmi di più?…
già è vero ha una bella dote! io non so mai cosa dire a volte, mi piacerebbe essere come lei..mi sa che bisogna proprio esercitarsi Sylvia 🙂
Forse l’esercizio serve… ho dovuto imparare molto presto l’ironia ed ho scoperto che l’autoironia è sempre un ottimo veicolo per stare in compagnia: non si ferisce nessuno e gli altri ridono di gusto, senza considerare che si uccidono sul nascere le cattive tentazioni altrui… io sono di poca statura (e come dice impietosamente mia figlia “tappa”) e sai quante prese in giro ho dovuto sopportare ! Però con gli anni si riesce maggiormente a dire quello che effettivamente si vuole dire !
Sorry per la digressione… , ma è pertinente all’ultima parte.
Ciao ragazze, felicissima di ritrovarvi!
Penso che l’ironia di Elizabeth sia davvero la personificazione di quella di zia Jane , primo per il modo in cui nella storia nessuno ha creduto mai del tutto che il suo rapporto con Tom fosse solamente un flirt e nulla più e secondo perchè come tutti sanno Elizabeth è l’eroina che le è meglio riuscita fra tutte,forse proprio perchè è quella che le assomiglia di più
Sì secondo me lei ci si rivede, forse per come era stata in passato, giovane e di belle speranze.
Il riferimento a Tom io lo vedo in tutte le considerazioni del cap. XXVI già passato, riferite all’allontanamento di Wickham e alla mancanza di mezzi di Lizzie fino al saggio epilogo: “i bei giovanotti hanno bisogno di che vivere non meno dei brutti”
Ecco un altro punto che ad ogni rilettura mi stuzzica e mi coinvolge: il momento della consapevolezza per Elizabeth nel corso delle meditazioni sulla lettura della lettera di Darcy. Quando quest’ultimo sottolinea la mancanza di decoro mostrata da tutta la famiglia (Elizabeth e Jane eccettuate)è uno dei momenti che reputo topici: sicuramente Mr. Bennet (per quanto lo apprezzi e mi faccia letteralmente morire dal ridere) non è un buon marito e padre (se non per il fatto di sapere valorizzare Lizzie). Non è attento alla loro educazione e non si cura nemmeno di contenere gli eccessi delle sue donne e si limita a riderne… molto grave!. Dal lato della cura alla prole, trovo più attenta la sciocca Mrs. Bennet (nonostante la mente limitata si preoccupa davvero per il benessere delle figlie nonostante i modi non siano mai azzeccati). Che ne pensate ?
Ebbene, cara Anna68, qui potremmo fare lunghe riflessioni perché davvero, come dici tu, siamo ad un momento topico.
Lizzy si è già accorta più volte dell’alto tasso di spettacolarità della sua famiglia. Al ballo di Netherfield (cap. XVIII) ecco che cosa si legge:
A Elizabeth sembrò che se la sua famiglia si fosse messa d’accordo per dare spettacolo durante la serata, sarebbe stato impossibile per loro recitare la parte con più spirito o con maggiore successo […]
E poco fa, ha fatto più o meno la stessa riflessione (fine cap. XXXIII).
Ebbene, ormai anche noi ne siamo convinti. E vediamo come l’origine di tutto sia proprio la coppia di genitori. Solo le figlie che hanno saputo usare meglio il proprio cervello riescono a crescere bene, le altre in qualche modo si “guastano” e solo certi sviluppi futuri aiuteranno Kitty e Mary a uscire da questa strada senza uscita.
Sì, i due Bennet ci fanno fare molte risate ma – ecco il genio di Zia Jane – allo stesso tempo sono risate amare, perché capiamo tutta la loro inadeguatezza.
I limiti dei suoi familiari sono visti ora da Elisabeth, che seppure ne era stata testimone, con gli occhi che le ha aperto la lettera di Darcy, e nella loro descrizione si sente tutta l’amarezza -da sorella- della rassegnazione e della consapevolezza del duro prezzo pagato per essi: la felicità di Jane.
Questa volta non sono riuscita a finire la 3° tappa. Pertanto non posso commentare ma mi sto attrezzando per recuperare. Intanto seguo i vostri commenti.
A presto…
No no, anzi! La terza tappa inizia oggi! Ogni post dà il via alla tappa, quindi abbiamo appena cominciato a leggere i primi capitoli di questa emozionantissima terza tappa. E a commentarli. Perciò… non esitare a inserire i tuoi pensieri, se vuoi.
Buona serata a tutte!questa parte centrale del libro è quella che preferisco perché è da qui che gli eventi si susseguono e intrecciano più che mai. Adoro la dichiarazione di Mr Darcy, il modo inaspettato con cui arriva alla canonica e la sorpresa che coglie Lizzie prima nel vederselo piombare lì, poi nell’ascoltare la sua proposta.
Carissima Romina, e carissime tutte lettrici e partecipanti, effettivamente qui siamo davvero sulle montagne russe! Il ritmo, già sostenuto in tutta la parte precedente, da questo momento si fa vorticoso.
E la dichiarazione alla canonica è in qualche modo “caricata” anche da tutto quell’andirivieni di Darcy (gli incontri pseudo-casuali nel bosco, le visite alla canonica, le strane riflessioni su distanze e quant’altro) prima di decidersi a venire allo scoperto – che sottolinea il tormento di quest’uomo combattuto tra la ragione (di stato/di casta/di classe) ed il sentimento.
E parallelamente, la stessa scena, dal punto di vista di Lizzy, è caricata dalle mille riflessioni di questa sulla sua famiglia, sulle stranezze di Darcy, sulle rivelazioni del Col. Fitzwilliam, nonché sulla natura del rapporto con esso… Insomma, mi ripeterò ma davvero Jane Austen orchestra la narrazione con un’abilità che trovo più unica che rara.
In questa fase sto apprezzando la lettura parallela del III volume di Pame Aidan e trovo quel controcanto più opportuno e interessante (dopo la deludente e sconclusionata esperienza del II volume)ma lei è davvero unica e inimitabile, riesce a seguire l’intreccio della storia e l’introspezione dei personaggi nonché a mantenere il distacco del narratore con superba maestria!
Le letture parallele con Aidan o anche con Grange (Mr Darcy’s diary) sono davvero divertenti perché entrambe queste autrici hanno saputo seguire con cura la traccia originale e, nello stesso tempo, creare “la loro versione” del punto di vista di Darcy.
Pardon se non sono delle vostre oggi ma stamane ho sostenuto un esame e domani ne affronterò un altro spero di commentare domani pomeriggio al massimo domenica 🙂
Uh, teniamo le dita incrociate per te! Non ti preoccupare, sei la benvenuta quando vuoi, in qualunque momento. A presto, cara saetta9!
Grazie mille! 🙂
in bocca al lupo!
La scena-madre della prima dichiarazione di Darcy (perché di questo si tratta, sì, ma che scena-madre di lusso!) è esattamente a metà del romanzo, per numero di pagine. E’ il perno di tutta la vicenda, tutto conduce qui e tutto riparte da qui. Il percorso di caduta e rinascita dei due antagonisti/protagonisti raggiunge qui il punto di svolta.
C’è una nota illuminantissima su questa faccenda, nell’edizione di Giuseppe Ierolli, che riporto per intero perché vale la pena soffermarsi su questo punto:
Nell’edizione Cambridge, il curatore, Pat Rogers, annota: “Nella prima edizione qui siamo a p. 135 del secondo volume, ovvero alla 442ª pagina delle 869 complessive dei tre volumi. Quando Egerton ristampò il romanzo in due volumi (1817) il capitolo divenne il primo del secondo volume. Era abituale per i romanzieri inserire a questo punto quella che i teorici della letteratura chiamavano «scena-madre centrale» […] È una caratteristica di JA servirsi delle più usate convenzioni della narrativa facendole sembrare sempre nuove e creative.”
Come non essere d’accordo con Pat Rogers?
Grazie infinite, dear Aunt Jane…
Ieri sera, come molte janeites, non ho potuto fare a meno di guardare orgoglio e pregiudizio del 2005 (purtroppo quello del 1940 era troppo tardi per i miei orari, altrimenti avrei di certo completato la maratona!). Ho notato un particolare, che magari a voi non è mai sfuggito. La famosa “inventata” scena dell’alba del film, in cui Elizabeth e Darcy vagano per i prati fino a incontrarsi, può essere associata alla parte del romanzo in cui, il giorno dopo della prima dichiarazione, Elizabeth passeggia per Rosings Park e incontra Darcy, che le porge la sua lettera di spiegazioni. Che ne dite?
Quale vortice di emozioni che si prova leggendo i capitoli di questa tappa!
Sì Silvia sono d’accordo, questo passo ha ricordato anche a me la scena finale del film del 2005… è come se quest’ultimo avesse rimescolato alcune suggestioni del libro spostandole nella sceneggiatura.
Bene, sono contenta che anche qualcun’altro abbia avuto la mia stessa sensazione! Comunque, probabilmente ti sei confusa.. ma sono Sofia 🙂
Ooops, scusami! E’ imperdonabile da parte mia … 🙂
Anch’io l’altra sera mi sono rivista per la….forse venti-venticinquesima?? (Giuro che non sto esagerando !) P&P del 2005 e anche se non è fedele per me la scena del tempietto di Apollo dove Lizzie rifiuta ma alla fine quasi bacia – :)) – un Mr Darcy completamente perduto d’amore è insuperabile.. in effetti l’incrocio casuale per lei e cercato di lui nella scena finale ricorda il passaggio che descrivi tu Sophie.
Anch’io ho sempre apprezzato il fatto che questo film abbia saputo cogliere la ciclicità di cui parlavamo poco più su con Elisabetta e Romina, proprio in queste due scene.
Tutto inizia all’alba di questa giornata bellissima in cui Elizabeth passeggia e legge un libro (avete notato che libro è…? Fate un fermo immagine e noterete una divertente citazione autoreferenziale, se così si può dire!) ed ha visibilmente la testa piena di pensieri che la portano chissà dove, anche con il cuore. Inizia il suo percorso, che si intreccia con quello di Mr Darcy e che si conclude, per entrambi, in quell’altra alba (uh, che scena emozionante!, non mi importa se è del tutto inventata, è perfetta!) dove inizia la loro vita insieme.
E anche la prima dichiarazione, completamente rimaneggiata nel film ma fedele (sì sì fedele) alla tumultuosità che si percepisce nel libro, è davvero insuperabile, Laura.
Dopo la lettera di Darcy Elisabeth soppesa di più le pecche dei suoi familiari e sembra che in contemporanea con questa raggiunta consapevolezza si pongano le basi della loro rovina e ne inizi il declino a favore del primo piano che i protagonisti si stanno guadagnando
Inoltre volevo aggiungere che a partire da questa metà del libro i ruoli iniziali stabiliti tra Lizzie e Darcy cominciano a correggersi: se Darcy era il detentore assoluto dell’Orgoglio ed Elisabeth alimentava in ogni occasione il suo bel pregiudizio su di lui, da questo momento in poi, per aspirare al lieto fine, tutti e due cercano di emendare questi difetti del loro carattere. Ho però letto che queste due caratteristiche non possono considerarsi prerogativa esclusiva dell’uno piuttosto che dell’altra. E infatti si può notare che anche Elisabeth è orgogliosa quando rifiuta di ballare con Darcy su invito di Sir Lucas e anche Darcy ha pregiudizi verso i parenti arricchiti di Elisabeth…
Ho sempre pensato che nell’iper-orgoglio classista di Darcy, che si preoccupa innanzitutto della propria posizione sociale, del buon nome della famiglia, delle responsabilità che effettivamente egli ha nei confronti di tutta “l’azienda” Darcy e Pemberley, ci fosse una buona dose di pregiudizio. E’ da questo infatti che scaturisce la disastrosa prima dichiarazione. O la sua ingerenza negli affari di cuore di Bingley – ha un bel da dire, il caro Darcy, che lo ha fatto solo perché riteneva Jane indifferente. Non si è limitato a riferirgli la propria opinione, ha proprio congiurato contro di lui e Jane. Un grave errore dettato dal pregiudizio e dall’orgoglio.
è che i due sentimenti non sono poi così distanti portando l’orgoglio con sé il pregiudizio o della propria superiorità e dell’inferiorità altrui o di essere sempre nel giusto (cosa in cui cade anche Lizzie)
Nei capp 33 e 34 quando lui si dichiara e poi le porge la lettera mi piace vedere come zia Jane metta progressivamente in evidenza i sentimenti sempre più fort di Lizzie chw lei ancora non è in grado di comprendere del tutto. Il turbamento genersle, il piacere comunque provato nel ricevere la proposta di Darcy poi messo subito in secondo piano dallo sprezzo, il malessere provato per tutta laera e la mattina dopo ancora, mostrano secondo me come lei in realtà sia già innamorata anche se inconsapevolmente…che bella questa tempesta di sentimenti….e che ben descritti
Zia Jane riesce a descrivere la nascita dell’amore in Lizzie con realismo e allo stesso tempo con discrezione cogliendo i moti impercettibili del suo stato d’animo, l’insinuarsi di piacevoli pensieri e lo svelarsi di reconditi desideri, perché l’amore non si annuncia e non si programma
Tutto il capitolo 36 è un capolavoro di precisione psicologica, considerato che a quei tempi non esisteva neanche il nome, di questa disciplina… apprezzo in particolare quando la Austen esprime chiaramente l’ebbrezza, la vertigine di Elizabeth nel realizzare di colpo, dopo lo scontro serrato che ha luogo a seguito della dichiarazione di Darcy, di essere stata oggetto di un amore profondo e vissuto come inevitabile, destinico, da colui che lo ha dichiarato. Quale balsamo inebriante per l’amor proprio! E anche se, intelligentemente, la Austen osserva che sul momento, al di là della lusinga, i sentimenti di Elisabeth per Darcy non possono certo cambiare così all’improvviso, vista la precedente avversione, la sentiamo proprio vacillare sotto il colpo. L’originale inglese riporta “how ardently I admire and love you”, ma io amo l’infedeltà del film del 2005 che fa dire a McFadyen “… I love you! Most ardently.” Il doppiaggio italiano recita “con grande ardore”, ma io trovo che non vi sia traduzione italiana sufficiente per quel “most”… :-))
Cara Angela, sono del tutto d’accordo con te: quell’avverbio, ardently, ha ancora una modernità in inglese che in italiano rischia di perdersi. Non solo, nel film del 2005 quel most messo lì davanti rende intraducibile lo spirito di queste due paroline…
Ho sempre pensato di leggere le opere in lingua originale proprio per questo motivo: si possono notare una serie di differenze tra l’originale e la traduzione. Per la lettura, almeno per me, è ancora presto. Riesco a seguire i film in lingua originale con i sottotitoli (sempre con i sottotitoli in lingua originale) e queste differenze si notano…
Infatti, seguire i film in originale con i sottotitoli in lingua originale, come fai tu, è un ottimo esercizio, persino per chi ha piena dimestichezza con l’inglese.
Il post di oggi, infatti, (la prima dichiarazione letta da M. Mac Fadyen) è stato pubblicato proprio sull’onda di una serie di considerazioni di questo genere fatte durante il GdL.
Ascoltare e seguire il testo è di certo la migliore palestra possibile.
Aggiungo solo che in questo gli audiolibri sono una vera manna dal cielo. (Ah, mi si risvegliano i ricordi di quando studiavo! E all’epoca ci si arrangiava con le musicassette acquistate nelle librerie londinesi)
La parte che domina questa tappa è il contenuto della lettera. Anche se lunga, si scopre il motivo della separazione di Jane da Bingley e poi la vera storia di Wickham. Il colpo che riceve Lizzie con la lettera è descritto in modo magistrale.
Una parte che mi ha incuriosito è quando si dice di aver acquistato un cappellino non proprio carino per poi risistemarlo e per renderlo un po’ più gradevole: “Non appena sarò a casa, lo smonto e vedo se posso ricavarne qualcosa di meglio…quando avrò comprato un po’ di raso di un bel colore per rimetterlo a nuovo, credo che diventerà più che passabile”. Per l’intera storia è un punto insignificante, ma mi sono immaginata le persone che conosco che da un pezzo di stoffa o da un paio di pantaloni vecchi o rotti, creano un abito o una borsa o altro nuovissimi e originalissimi … bravissime
Sì, assolutamente sì.
La lettera (cap. XXXV) e la sua analisi da parte di Lizzy (cap. XXXVI) sono l’apice di questa salita faticosa verso la consapevolezza perché da qui in poi c’è la crescita interiore dei due personaggi coinvolti e del loro rapporto.
Impossibile dire quanto mi senta sempre coinvolta e persino stravolta dalla lettura di questi capitoli. La calma apparente (la lettera, la sua lettura, le riflessioni) nasconde un vortice di emozioni e pensieri.
JA sceneggia tutto ciò come sempre in modo magistrale, segnalando l’agitazione di Lizzy, la scomposizione delle sue certezze, che stanno crollando, e che piano piano si ricompongono, attraverso quel modo di leggere quasi schizofrenico:
Lesse con un fervore che le lasciava a malapena la facoltà di comprendere, e con un’impazienza di sapere quello che la frase successiva avrebbe rivelato, che la rendeva incapace di soffermarsi sul significato di quella che aveva di fronte agli occhi.
Leggere “la mancanza di un’adeguata posizione sociale non poteva essere un ostacolo così grande per il mio amico” oppure “c’erano altri motivi di incompatibilità” oppure “La posizione della famiglia di vostra madre, anche se criticabile, non era nulla in confronto alla totale mancanza di decoro così di frequente, quasi di continuo, dimostrata da lei, dalle vostre tre sorelle minori e talvolta persino da vostro padre” e così via,aggiungendo la descrizione dello stato d’animo di Elizabeth nel cap successivo (ma anche di Mr. Darcy per aver scritto le parole nella lettera), credo che la Austen, in questi tratti, abbia al meglio accolto lo stato interiore dei personaggi …almeno fino a questo momento, poi vediamo che cosa succede nelle prossime pagine
Trovo potentissime queste righe:
“Io, che ero orgogliosa del mio acume! Io, che mi reputavo così intelligente! che ho spesso disprezzato il generoso candore di mia sorella, e gratificato la mia vanità con una diffidenza inutile e biasimevole! Che scoperta umiliante! Eppure, com’è giusta questa umiliazione! Se fossi stata innamorata, non avrei potuto essere più terribilmente cieca. Ma è stata la vanità, non l’amore, la mia follia. Compiaciuta dalla preferenza dell’uno, e offesa dall’indifferenza dell’altro, immediatamente dopo averli conosciuti, ho coltivato preconcetti e ignoranza, e ho messo da parte il buonsenso nei confronti di entrambi. Fino a oggi, non ho mai saputo chi fossi.“
In originale, quest’ultima frase è addirittura travolgente:
Till this moment, I never knew myself.
Bellissima citazione Sylvia, una di quelle che avevo sottolineato nella mia prima lettura e che ha avuto ancora il potere di scuotermi, nonostante ne conoscessi il contenuto. Questo è uno dei punti in cui viene maggiormente fuori la modernità di Jane Austen, come avete già giustamente commentato: la sua indagine della natura umana è veramente anticipatrice dei tempi e delle scienze psicologiche.
Il turbine di eventi, emozioni e rivelazioni di questa tappa mi ha fatto correre veloce fino alla sua fine…dove si profila all’orizzonte l’indimenticabile visita a Pemberley.
Certamente, e mi pare non manchi di forza neppure l’italiano letterale: “Fino a questo momento, non ho mai conosciuto me stessa”… In questo romanzo JA è tutto tranne che “moderata”, questi capitoli sono tumultuosi, i sentimenti dei protagonisti ribollono sotto lo stile nitido e pacato.
Del tutto d’accordo, @Angela! Infatti, io stessa quando leggo quella frase, la “sento” in italiano proprio nella sua forma letterale, per i motivi che hai perfettamente individuato.
E credo che, per quanto mi possano spiegare che è “più corretto” dire altro, continuerò a ritenerla la traduzione migliore.
La lettera di Darcy fa veramente riflettere Elizabeth su se stessa e su come ha giudicato i due signori senza sapere la verità sul conto di entrambi, facendosi “circuire” da Wickham che gli ha dato una versione sbagliata di chi in realtà sia darcy, un fratello amorevole e un gentiluomo!
Non può ovviamente ancora perdonarlo, diciamo che la lettere le trasmette sentimenti contrastanti da un lato lo perdona e maledisce se stessa per aver creduto a Wickham anche se all’inizio non può crederlo e dall’altra lo odia ancora per aver voluto dividere Bingley da sua sorella, solo perchè lei più inferiore come classe sociale e perchè secondo lui Jane non era innamorata di Charles come lo era lui di lei, ha fatto un errore di calcolo e di pregiudizio!
Però qui comincia a porsi veramente delle domande su se stessa e rimane scioccata e turbata dalla lettera di cui dovrà nascondere il contenuto a Jane sopratutto del fatto che Darcy quando era con Bingley a Londra gli ha vietato di fare visita a Jane!
Quello che mi chiedo di Darcy è che se a lui importava che Bingley facesse un matrimonio conveniente perchè anche lui si è ritrovato a sposare una donna di rango inferiore?? semplice perchè si è innamorato di questa donna! Anche se sapeva di andare contro i suoi principi l’ha sposata ugualmente! questo fa capire anche i cambiamenti di vedute di Darcy oltre che di Elizabeth sono due personaggi che secondo me evolvono insieme no?? comunque bellissima lettera la leggerei più volte!
In questi giorni oltre alla rilettura di P&P, mi sono rivista il film come già detto e poi mi è scappato di rivedere anche Persuasion perchè ogni tanto devo’correre’ da Anne e Wentworth, miei adorati, e come tutte ben sapete anche lì il momento cruciale e risolutorio passa attraverso la lettera che lui consegna a lei dichiarandole il suo rinnovato amore. Così pur avendo contenuti diversi, quella di Darcy per difendersi dalle accuse di Lizzie e quella di Wentworth per dichiararsi, è l’uso di questo mezzo di comunicazione così perso oggi, così miseramente sostituito dagli sms o dalle e-mail sì moderne ma ahimè così povere e spesso stilisticamente spersonalizzanti che mi fa pensare a quanto di bello e romantico si è andato progressivamente perduto.
Due lettere sconvolgenti, entrambe affidate a due splendidi personaggi maschili.
In un mondo come il nostro, dell’iper-comunicazione, la lettera scritta a mano su carta è diventata obsoleta perché “lenta” rispetto ai mezzi moderni. Eppure c’è ancora qualcuno che crede che sia un gesto di grande creatività e attenzione…
già anche io ci ho pensato e ho visto tra l’altro per la prima volta il film di persuasione!
Adoro questa parte..
Quando leggo Orgoglio e Pregiudizio la parte iniziale scorre velocemente, ma quando arrivo a Rosings, mi gusto parola per parola, attimo per attimo, anche se poi so che il lieto fine è ancora lontano!
Invidio un sacco Lizzy, il fatto che in ogni situazione riesca sempre a dire le cose giuste mi colpisce sempre, vorrei anch’io avere quella spontaneità (pur mantenendo la sua ingenuità) che la contraddistingue, ma ahimè, mi devo accontentare di avere solo il nome uguale!
Ricorda, Elisabetta: nomen omen!
E poi, sai come si dice: practice makes perfect. Perciò, non ci resta che allenarci costantemente (come del resto la stessa Lizzy ricorda a Darcy mentre suona un po’ goffamente il pianoforte…). 😉
Anch’io corro rapida verso il soggiorno di Elizabeth a Rosings, in particolare al punto in cui arrivano i due signori ospiti di Lady Catherine! Penso di essermi innamorata di Darcy almeno una decina di volte, rileggendo la sua dichiarazione, nonostante quello che dice a Elizabeth (lotta contro se stesso, riserve sulla famiglia di lei…) non riesco a non adorarlo! E nonostante l’acume e la prontezza di risposta e di spirito di Elizabeth siano una delle costanti del libro che mi piacciono di più, non so se la frase “siete l’ultimo uomo al mondo che sposerei” ferisca più Darcy o me 🙂
Rispetto a quello che scrive Elisabetta, io invece ne sono così poco capace (di avere la risposta pronta e acuminata quando mi serve) che parteggio sempre per chi non è “alla Lizzie” [che un po’ mi fa rosicare :-)]. Ho un esempio sulla punta degli occhi (ah ah) che porta fuori binario ma neanche tanto. Si tratta del film (che ho visto per la prima volta giorni fa in lingua originale) You’ve Got Mail (C’è posta per te), dove Meg Ryan cita proprio Orgoglio e Pregiudizio, e soprattutto nell’email in cui spiega al suo misterioso corrispondente (Tom Hanks) la propria agonia nei confronti dei pronti di lingua, laddove quando è il momento giusto per colpire, la sua mente “goes blank”, si paralizza, e lei fa scena muta. Nel film sembra aver luogo una simpatica inversione (unicamente sotto questo aspetto), e la parte di Lizzie la fa il protagonista maschile, Joe Fox (sempre Tom Hanks ma lei non lo sa ancora), ricordate (per chi lo ha visto)?
Sì!!!!Stupendo quel film, lo rivdrei cento volte; è vero lei cita proprio Orgoglio e Pregiudizio…
quanto vorrei una libreria come la sua!il battibecco fra i due, la “guerra” che si fanno a distanza sembra proprio riecheggiare la contesa tra Lizzie e Darcy, è verissimo!!! grazie
bellissima sto pezzo in cui Darcy manifesta i suoi sentimenti per Lizzie e tramite la lettere gli spiega tutto!
Uh, eccome se ricordo bene quel film! Praticamente, lo so a memoria… E mi piace l’osservazione di Angela sul ribaltamento estemporaneo dei ruoli in merito all’esser pronti alle repliche argute e pertinenti.
Uh quanto rosico anch’io!!! E’ l’invidia più grande nei confronti di Lizzy (supera persino l’invidia per quel meraviglioso compagno che riesce a conquistare, in barba a qualunque convenzione sociale secolare, nonché dei suoi – her/his – difettacci).
Eccomi!!! Commento anch’io!!
Caspita, siamo già alla terza tappa! Che è, oserei dire, la più importante, con i meravigliosi capitoli 34, 35 e 36, ovvero, rispettivamente, la dichiarazione, la lettera e le riflessioni di Elizabeth!
E ci siamo fermati proprio sul più bello, appena in procinto di andare a visitare Pemberly!!
Ebbene, mi piacerebbe poter dire che l’ho fatto apposta ma in realtà, questa suspense l’ha creata proprio lei, la nostra amata Zia, interrompendo il vol.2 con quell’annuncio che ci lascia con il fiato sospeso e la frenesia di proseguire:
To Pemberley, therefore, they were to go.
Ci vediamo di là, nella Tappa 4, mia carissima Phoebes!
…cioè: a Pemberley!