Gruppo di Lettura Pride & Prejudice Bicentenary – Tappa 4

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Poster di Pemberley Pond

Siamo nella carrozza che sta riportando Lizzy e gli zii Gardiner alla loro locanda a Lambton, dopo una memorabile visita a Pemberley – che apre questa Quarta Tappa, e la cui scoperta è un piacere tale che mi asterrò dall’anticipare qualunque commento in questa introduzione, preferendo andare fino a qualche capitolo dopo…
Zia e nipote stanno chiacchierando diffusamente di tutto e di tutti coloro che hanno incontrato, come si conviene – “tranne che di lui”… Lui, intanto, nella sua Pemberley, ha appena ridotto ai minimi termini l’ennesimo attacco che quella iena da salotto di Caroline Bingley ha condotto assai maldestramente contro Lizzy.
A questo punto della vicenda, siamo già catturati dall’evidenza: le incomprensioni sono risolte, i pregiudizi e gli orgogli svaniti, la crescita interiore che i due ex antagonisti stanno percorrendo individualmente li porta sempre più vicini. Ma li aspetta un’ultima prova…
Le lettere hanno un ruolo fondamentale nella narrazione, possono introdurre personaggi o svelare retroscena e caratteri. Ora, al cap. 46 di questa tappa, ben due lettere inviate da Jane attendono Lizzy a Lambton. Andiamo subito a leggere come, dopo i paradisiaci capitoli dedicati alla scoperta di Pemberley e delle bellezze che contiene, queste due lettere, apparentemente insignificanti, possono adombrare la vacanza di Lizzy! E diamo il via alla Quarta ed ultima Tappa!

Gruppo di Lettura del Bicentenario di Pride & Prejudice (Orgoglio e Pregiudizio) – Tappa 4

Ancora una volta, il solito doveroso promemoria:

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– c’è sempre il GiveAway dell’audiolibro Emons, Orgoglio e Pregiudizio letto da Paola Cortellesi, al quale ci si può iscrivere fino al 25 gennaio;
– nel salotto qui accanto, Old Friends & New Fancies, è incorso il GdL parallelo, per leggere Mr Darcy’s Diary di Amanda Grange (link ai post delle Tappe)

Il Gruppo di Lettura non finisce qui! Il 25 gennaio ci ritroviamo per un condividere i nostri pensieri in libertà su questa (ri)lettura in un commento finale. 

Ecco i dettagli di questa Quarta ed ultima Tappa.

Calendario
Stiamo leggendo il romanzo suddiviso in 4 tappe settimanali.
☞ prima tappa: 28/12/12 capitoli 1-15 (Vol. I fino a cap.15)
☞ seconda tappa: 04/01/13 capitoli 16-30 (Vol. I capp. 16-23 + Vol. II capp. 1-7)
☞ terza tappa: 11/01/13 capitoli 31-42 (Vol. II capp. 8-19)
☞ quarta tappa: 18/01/13 capitoli 43-61 (Vol. III completo)
☞ Commento finale: 25/01/13
☞ proclamazione vincitore Giveaway: 26/01/12

Questa settimana
☞ quarta tappa: 18/01/13 capitoli 43-61 (Vol. III completo)
Ogni settimana ci ritroveremo qui per un tè di inizio tappa: a partire da quel momento, nello spazio dei commenti potrete inserire tutto ciò che vi viene in mente durante la lettura dei capitoli previsti dalla tappa.

Poche raccomandazioni
– non anticipate alcun commento riguardante i capitoli delle tappe successive (in gergo: non spoilerate!);
– se non resistete e proseguite la lettura dei capitoli della tappa successiva, nessun problema: annotate le vostre impressioni e scrivetele nel post di tappa quando sarà pubblicato;
– se siete in ritardo, non preoccupatevi, ma ricordate di commentare nella tappa relativa ai capitoli che state leggendo.

Come iscriversi al GdL (e al GiveAway)
La partecipazione è sempre aperta perciò potete unirvi a noi anche a lettura iniziata. L’importante, prima di commentare, è iscriversi al post di inaugurazione (Un mese con Orgoglio e Pregiudizio: Gruppo di Lettura e Giveaway! del 6 dic. 2012).
Chiunque sia iscritto al GdL partecipa al Giveaway.  A due sole, semplici, condizioni:
– essere un lettore fisso di questo blog;
– commentare almeno una volta una delle tappe del Gruppo di Lettura.
Il 26 gennaio sapremo chi sarà il fortunato vincitore dell’audiolibro di Emons, Orgoglio e Pregiudizio letto da Paola Cortellesi.

Versiamoci una tazza di tè e, dopo aver conosciuto il mondo di Pemberley, apriamo le lettere insieme a Lizzy…

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…e a Darcy, giunto inaspettatamente alla locanda.  Perché?
Non c’è modo di saperlo: le notizie da Longbourn sconvolgono Lizzy e cambiano nuovamente il corso degli eventi! (No!… proprio adesso che…)

Jennifer Ehle (Lizzy) e Colin Firth (Mr. Darcy), Pride & Prejudice, BBC 1995

Silvia Ogier

64 pensieri su “Gruppo di Lettura Pride & Prejudice Bicentenary – Tappa 4

  1. romina angelici

    Vi aspettavo impaziente di iniziare.
    Mi piace molto la delicatezza degli zii Gardiner espressa da zia Jane: “trassero tosto la convinzione che, dei due, uno almeno sapesse cosa vuol dire amare” (Cap. XLIV) e come coglie il farsi strada nel cuore di Lizzie di un sentimento nuovo, strano, coinvolgente per Mr. Darcy

    Rispondi
    1. Sylvia-66

      Un momento bellissimo, scritto meravigliosamente:
      the full conviction that one of them at least knew what it was to love.

      E quel “at least”/”almeno” è pieno di significato, come se JA ci volesse dire che la “full conviction” c’era verso Darcy ma verso Lizzy c’era comunque un certo… sospetto.

      Rispondi
  2. Elisabetta

    ciao a tutti! eccoci giunti all’ultima tappa! non ho resistito ed ho letto il primo capitolo di questa tappa, bellissimo mi piace molto il racconto di quando Elizabeth e i signori Gardiner vanno a Pemberly e poi trovano li Darcy, li Lizzy si accorge ancora di più di che persona è Darcy anche le parole della serva che elogiano Darcy e sgridano Wickham e quanto lei alla fine senza saperlo è legata a lui!!

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  3. ValeD.

    Ciao a tutte mie care amiche ^^ Adoro questa parte, Lizzie a Pemberly che incontra Darcy!
    Lizzie per la prima volta che non sa come comportarsi,ma la dolcezza di Darcy…. che fa emergere il suo vero io di fronte alla donna che ama è…… stupefacente?? dolce???? tenero????
    Adoro questo idillio prima della tempesta!!! Amo Darcy!!!!

    Rispondi
    1. Sylvia-66

      Che domanda impegnativa. Posso astenermi?…
      Del resto, un tale uomo è stato inventato da una donna. Questo dovrebbe farci pensare!
      Però, no, non voglio essere disfattista. Diciamo che i Mr Darcy ci sono, da qualche parte, sono rari ma forse lo saranno sempre di meno – e certo indurli a leggere JA non potrà che accelerare questa evoluzione!

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    2. Sylvia-66

      Sì sì, ma non dobbiamo disperare, anzi, diffondere la conoscenza di Jane Austen anche tra i gentiluomini non può che giocare a nostro favore. ;-))

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  4. romina angelici

    Con tutte le allusioni di zia Jane nel cap. 43 sembra di stare con lei in un salottino a fare quattro chiacchiere, a scambiarci pettegolezzi su Lizzie e sul suo incipiente sentimento che da più benevolo, a fine capitolo diventa gratitudine e poi presentimento della sussistenza dell’amore di Mr Darcy per lei.

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    1. Sylvia-66

      Sì, mi scombussolo sempre tutta nel seguire questi primi capp. del vol.3, tutto ciò che finora abbiamo solo ipotizzato da pochi indizi qui prende forma, ma non in modo del tutto esplicito, così che continuiamo a stare incollati alla pagina per scoprire qualcosa di più, ad ogni riga. Ah, Zia Jane!

      Rispondi
  5. Sylvia-66

    Uh, scusate, ho inserito i commenti nell’altra tappa. Ehm, anche la padrona della sala da tè a volte può sbagliare. Sarà perché è totalmente presa da questo strepitoso romanzo?…

    (vengo a incollare tutto qui! a tra poco)

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  6. Sylvia-66

    Ah, Pemberley! La descrizione minuziosa che ne fa JA è importantissima. Come abbiamo ormai ben imparato, l’Autrice non si perde mai in descrizioni di luoghi o persone. E quando lo fa, è solo per darci pochi indizi, ma eloquenti, Qui rompe questa regola, e ne ha ben donde!
    Questo luogo è (come amo ripetere sempre) la proiezione dell’animo stesso di Darcy. Vedere e conoscere Pemberley significa esplorare la parte più profonda e intima di questo meraviglioso personaggio.

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  7. Sylvia-66

    E, naturalmente, la scena della galleria dei ritratti è l’apice di questo percorso di conoscenza del “vero” Mr Darcy.
    Ogni volta, mi sdilinquisco, sia per il modo in cui JA sceneggia tutto il capitolo (un genio assoluto), sia per la vicenda in sé.

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  8. Sylvia-66

    E l’incontro improvviso! Non resisto, lo devo incollare qui:

    Mentre camminavano sul prato verso il fiume, Elizabeth si voltò per dare un altro sguardo; anche lo zio e la zia si fermarono, e mentre il primo faceva ipotesi sulla data di costruzione, il proprietario in persona apparve all’improvviso, venendo verso di loro dalla strada che conduceva alle stalle.
    Erano a meno di venti metri di distanza, e la sua comparsa era stata così repentina che sarebbe stato impossibile non vederlo. I loro occhi si incontrarono all’istante, e sulle guance di entrambi si diffuse un violento rossore. Lui sobbalzo di scatto, e per un attimo sembrò paralizzato dalla sorpresa, ma si riprese subito, avanzò verso di loro, e si rivolse a Elizabeth, se non con un tono perfettamente composto, almeno con assoluta cortesia.
    Lei si era girata d’istinto per andarsene, ma, bloccata dall’avvicinarsi di lui, accolse i suoi ossequi con un imbarazzo impossibile da vincere.

    Quale agitazione da parte di entrambi! Solitamente così poco incline a raccontare l’aspetto meramente “fisico” di una scena, ecco JA che ci racconta per filo e per segno ogni gesto, ogni reazione dei due protagonisti. Io mi emoziono ogni volta, forse quanto loro…

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    1. ValeD.

      Eccolaaaaaaaaaaaaaaa si è questa la parte che dicevo, tutti e due sconvolti, sotto sotto felici, ma anche terrorizzati e imbarazzati! Come comportarsi in una situazione come questa???
      Darcy è fantastico *-*

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    2. romina angelici

      Ve l’immaginate: essere lì a casa sua e vederselo comparire davanti, una situazione così imbarazzante e emozionante che zia Jane ha saputo rendere così reale, vera, tanto che mi sembra di sentire i palpiti del cuore di tutti e due accelerare e sussultare alla vista dell’altro, inaspettatamente e piacevolmente

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    3. saetta9

      Questa scena è descritta Magnificamente!!! Sembra di essere lì con Lizzy ad ammirare Darcy avvicinarsi con la sua eleganza che lo contraddistingue 🙂

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  9. Sylvia-66

    Vi chiedo scusa fin d’ora, pazientissime partecipanti, se insisto con questa mia fissazione sulla struttura ma trovo che anche qui JA dimostri la sua grandezza.
    Il cap. 43, quello di Pemberley, è in realtà il cap. 1 del vol. 3.
    Questo ha un significato enorme. L’arrivo in questo luogo, con tutto quello che vi accade sotto ogni punto di vista, inaugura anche un nuovo corso nei rapporti tra Lizzy e Darcy e, soprattutto, l’apice della loro crescita interiore. Conoscono meglio se stessi e l’altro.

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    1. romina angelici

      Si rovesciano le parti, fino a qui era stato Darcy a vincere il suo orgoglio e a migliorarsi, ora tocca a Elisabeth passare attraverso le traversie familiari e cominciare a rendersi conto di quanto valga e meriti lui.

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    2. Sylvia-66

      E’ vero, Darcy è già a buon punto su questo cammino, Lizzy ha appena iniziato a lavorare su quel “I never knew myself” scaturito dalla lettera di Darcy.

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  10. Manu

    Veder spuntare Darcy all’improvviso, oltre a diventare rossa credo che non sarei riuscita a dire una parola, non un sensata almeno…e ogni volta la rilettura dà la stessa emozione del primo incontro! Trovo che questo sia il punto di svolta dell’intera vicenda, anche se entrambi hanno iniziato a cambiare dopo il fatale scambio verbale a Rosings credo che sia solo qui che il tutto si rende manifesto: il comportamento di lui verso gli zii, il comportamento della stessa Elizabeth… I protagonisti sono sempre Darcy ed Elizabeth ma qui sembra di incontrarli davvero per la prima volta, anche se in realtà li conosciamo da molto.

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  11. saetta9

    Condivido ogni singolo parere detto! Il nuovo incontro tra i due si rivela essere un momento di pura magia e Darcy continua a farsi amare sempre di più da noi povere lettrici ammaliate non solo dal suo aspetto ma anche dal suo catetere e dai suoi modi che pochi personaggi letterari possono vantare!

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  12. romina angelici

    Ehi, buonasera
    Sono arrivata alla parte in cui Mrs Bennet si dispera prevedendo già l’uccisione del marito a duello con Wickham e che invece quando se lo vede tornare a casa “non manifestò tutto il compiacimento che le sue figliole s’aspettavano, considerando la grande ansia in cui era stata èper la vita del consorte” (Cap.48). E poi quando tutto si risolve per il meglio, l’unica a gioirne senza ritegno è sempre lei, scesa di nuovo e seduta a capotavola, “oppressivamente lieta”: un’espressione che non avrebbe potuto descriverla meglio (Cap. 50).

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  13. romina angelici

    In tutto il romanzo c’è la ricorrente menzione del vicinato, da ultimo qui quando Mrs Bennet ha “la soddisfazione di sapere che avrebbe potuto andare in giro pel vicinato a mostrare la figlia sposa” (Cap.50). Ho trovato anche prima questo vicinato come fonte di chiacchiere, pettegolezzi, dicerie cattive, opinione che corrisponde a quella delle lettere che Jane invia a Cassandra. Spassoso il passo in cui le maligne vecche signore di Meryton si accontentano della buona notizia, anche se, osserva zia Jane, la conversazione avrebbe tratto maggior vantaggio da qualche complicazione o stranezza.

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  14. MaraB

    In questa ultima sublime tappa del nostro GdL ho trovato il vero ritratto dell’amore: “Lo rispettava, lo stimava, gli era grata, provava un reale interesse per il suo bene, e voleva solo sapere quanto quel bene dipendesse da lei, e quanto avrebbe fatto la felicità di entrambi se lei avesse usato il loro potere, che la sua immaginazione le diceva di possedere ancora, per indurlo a rinnovare la sua dichiarazione.” E poi: “[…] di lui era orgogliosa. Orgogliosa che in una questione di compassione e d’onore egli avesse dato il meglio di se stesso.” E poi da un punto di vista strutturale trovo straordinaria la costruzione circolare, che quasi alla fine del racconto, alla notizia del ritorno di Bingley, rievoca l’incipit: “L’argomento che era stato con tanto fervore discusso tra i loro genitori quasi un anno prima fu sollevato di nuovo.” Ci sono passi di questo capolavoro che non sembrano affatto stati scritti a inizio Ottocento: sono molto più moderni e formalmente esemplari di tanta letteratura contemporanea.

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    1. romina angelici

      Questo in particolare è senza tempo, forse perché mette a nudo l’animo umano, dai sentimenti meno nobili a quelli splendidi, che-nonostante millenni di storia, progresso, etc, rimane sempre uguale nel suo bisogno di amore. Inoltre, come sopra mi faceva considerare Sylvia, è scritto da una donna e nessun’altra creatura poteva parlarne meglio, anche perché tale.

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    2. Sylvia-66

      Forse scivolo inesorabilmente nella banalità ma ho capito che cosa fosse l’amore (e l’unione coniugale, nel vero senso della parola) leggendo proprio questo romanzo, a vent’anni. Nella mia vita, ho sempre cercato questa unione profonda. Alla mia venerabile età, non posso ancora dire di esserci riuscita ma se c’è una cosa che Jane Austen mi ha insegnato è proprio questa: non smettere mai di credere in me stessa.

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  15. Anna68

    Ragazze, stavolta sono in ritardo ma sto recuperando… che meraviglia l’incontro a Pemberley, la partecipazione di Darcy (“con più sentimento che buona educazione”) alla sofferenza di Lizzie, sono questi i momenti che mi sorprendono ancora all’ennesima rilettura. In realtà anche i personaggi minori sono basilari: non riuscirei a fare a meno di nessuno, contribuiscono a creare una perfetta armonia di insieme: quella che ancora ci affascina.

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    1. romina angelici

      Alle prime letture a me capitava di concentrarmi su loro due, divorando le pagine in attesa di trovare il loro prossimo incontro, la successiva baruffa. Dopo invece, ogni volta che ho ripreso il libro ho colto un’espressione, una sfumatura ironica, divertente, una caratterizzazione, che nella foga iniziale mi erano completamente sfuggiti. Ma anche stavolta, di cui ho perso il conto, anche grazie a voi, mi sto gustando ex novo ogni singola parola!!!

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    2. Sylvia-66

      Oh, sì, mi incanto, mi diverto, mi commuovo semplicemente davanti alla maestria con cui le parole vengono messe insieme. Nel cap. 45 (avete capito che mi piace molto, vero?) ci sono certe frasi…
      Le parole “desiderio” e “timore” che si ripetono, insieme, nel giro di poche righe a sottolineare il moto dei sentimenti nell’animo di Lizzy, prima e durante l’apparizione di Darcy..
      E poi lo stesso moto in quello di Darcy sottolineato dal “colorito molto acceso”, “lo sguardo ardente”, e tutte le parole che indicano l’impeto dei suoi sentimenti… Che meraviglia!

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  16. Gwen1984

    Io adoro anche il modo in cui Lizzy scopre il ruolo da “benefattore” che Darcy ha assunto nella vicenda di Lydia e Wickham: siamo all’interno del capitolo 52 e la cara zia Gardiner rivela per lettera alla nipote i meriti di Darcy. Mi piacciono, in particolare, le riflessioni della nostra eroina:
    Oh, come rimpiangeva amaramente ogni sgradevole impressione da lei alimentata, ogni parola aspra che gli aveva rivolta! Per sé non provava che umiliazione; ma era orgogliosa di lui. Orgogliosa che in una questione di pietà e di onore egli fosse stato capace di vincere se stesso. Lesse e rilesse le lodi che di lui aveva tessuto la zia. Non erano sufficienti, ma la lusingavano. Provò persino un certo piacere, benché misto a rimpianto, nel constatare quanto fermamente convinti fossero gli zii, tutti e due, che fra lei e il signor Darcy dovesse sussistere affetto e confidenza.

    Rispondi
    1. romina angelici

      L’incertezza in cui rimane Elisabeth è tenera e realistica, sembra di assistere dal vero ai dubbi tipici dell’innamorata combattuta tra la speranza e la rassegnazione per l’occasione buttata al vento.E ad aggravare il suo stato confusionale (a cui si è aggiunta anche la gratitudine e la vergogna per quanto fatto per Lydia) il ritorno di Bingley con Mr Darcy: indecifrabile il contegno di lui durante le loro visite. Una delle poche occasioni in cui Lizzie non sa cosa pensare o cosa dire. Per fortuna ritrova la favella (e le stoccate)con Lady De Bourgh. Non è divertente che proprio quell’antipaticona con il suo intervento, proteso a scongiurare l’unione tra i Darcy e una miss Bennet qualunque, invece sia proprio determinante a favorirlo?

      Rispondi
    2. Sylvia-66

      Mi esalto sempre (sì sì, mi esalto) quando arriva questo momento topico! Il duello all’ultima stoccata di fioretto tra queste due donne granitiche, Lizzy e Sua Signoria, la nostra mai abbastanza amata e riverita benefattrice Lady Catherine De Bourgh! 😉

      Persino mentre lo leggevo la prima volta (lo avevo già visto in tv nel film del 1940, ed era stato uno dei motivi per cui questa storia mi aveva colpito), ero esaltata dalla battaglia verbale, sì, eccome, ma anche dalle sue implicazioni. Perché è evidente anche alla prima lettura che questa mania interventista di Lady C. qui la sta mettendo nei guai. E mentre se ne va con tutta la sua boria ed il suo sdegno, non sappiamo bene che cosa esattamente accadrà ma abbiamo netta la sensazione che lei, sì, proprio lei, la nemica numero 1 di Lizzy, abbia compiuto il gesto estremo che mette in moto lo svolgimento finale!
      Adoro Lady Catherine.

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  17. Anna68

    Chiedo venia, ho eliminato il mio commento precedente: avevo fatto una marea di errori di battitura…..
    Amo particolarmente questo passaggio, in cui Lizzie risponde a Jane in merito a quando i suoi sentimenti abbiano cominciato a cambiare nei confronti di Darcy: “E’ accaduto così gradualmente, che non saprei dire quando sia cominciato. Ma deve essere stato quando ho visto per la prima volta la sua meravigliosa tenuta di Pemberley”. Questa frase racchiude tutto il “wit” e l’ironia di Elizabeth (e di zia Jane).

    Rispondi
  18. Clairelune

    L’ironia è l’arma di Elizabeth (e di Jane Austen), così equilibrata da non cadere mai nel sarcasmo fine a se stesso. Non è facile, anche se spesso l’ironia non viene compresa da molti oppure non considerata come espressione dell’ingegno umano.

    Rispondi
    1. Sylvia-66

      Pienamente d’accordo, Clairelune!

      La smaccata differenza tra ironia e sarcasmo diventa evidente confrontando le Lizzy dei vari adattamenti film/tv. L’unica che è riuscita a esprimere pienamente l’ironia di questo personaggio è Elizabeth Garvie (BBC 1980). Le altre due (J.Ehele e K.Knightley), al suo confronto, sono evidentemente più sarcastiche che ironiche, e sono spesso persino imbronciate (un tratto che nel romanzo non si percepisce per niente).
      Greer Garson merita un discorso a parte perché quella Lizzy è assai distante dall’originale ma questa grande attrice sfodera una classe ineguagliabile e c’è molta ironia anche nella sua interpretazione.

      Rispondi
  19. Sylvia-66

    Il suo potere stava crollando; tutto doveva crollare di fronte a una tale prova di debolezza da parte della sua famiglia, a una tale certezza di un disonore così acuto. Non poteva né stupirsi né condannare, ma la consapevolezza di quanto lui avesse avuto ragione non aveva nulla di consolatorio per il suo cuore, nulla che potesse alleviare la sua angoscia. Era, al contrario, proprio quello che ci voleva per farle capire i propri sentimenti; e mai come adesso aveva sentito con la stessa chiarezza che avrebbe potuto amarlo, quando l’amore era ormai inutile.

    Her power was sinking; every thing must sink under such a proof of family weakness, such an assurance of the deepest disgrace. She could neither wonder nor condemn, but the belief of his self-conquest brought nothing consolatory to her bosom, afforded no palliation of her distress. It was, on the contrary, exactly calculated to make her understand her own wishes; and never had she so honestly felt that she could have loved him, as now, when all love must be vain.

    cap. 46 – il grassetto è mio

    Rispondi
    1. Sophie

      Un passo molto intenso! Davvero ben scritto. E soprattutto la magia di Jane Austen: leggere e rileggere senza stancarsi mai.
      Ha la capacità di trasmettere emozioni profonde, ma allo stesso tempo quotidiane, che ti fanno sorridere con trasporto e che ti scaldano il cuore. Ogni volta mi meraviglio di come mi faccia sentire bene leggere i suoi romanzi, provo una sensazione di pace che nessun’altro scrittore è in grado di darmi.

      Rispondi
  20. Sophie

    Parliamo di…traduzioni!
    Volo al capitolo LVIII: dopo la seconda dichiarazione di Darcy, nell’edizione Fabbri Editore, i nostri innamorati si danno del “tu”. Cosa ne pensate? Per me è stato un salto improvviso, un qualcosa che storpiava.

    Rispondi
    1. Giuseppe Ierolli

      Talvolta scegliere come tradurre il generico “you” inglese è problematico. In questo caso particolare posso dirti la scelta che ho fatto io nella mia traduzione. In tutto il libro ho scelto naturalmente il “voi” tra Darcy ed Elizabeth, ma in questo capitolo c’è un “salto improvviso” anche nel testo originale, quando Darcy chiama per la prima volta Elizabeth con il solo nome di battesimo: “and such I might still have been but for you, dearest, loveliest Elizabeth! What do I not owe you!”. Quel “dearest, loveliest Elizabeth!” l’ho interpretato come una svolta, meritevole di essere evidenziata in italiano con il passaggio dal “voi” al “tu”. Devo dire di averci pensato per un po’, ma poi mi sono convinto che fosse la scelta giusta, mi è venuto spontaneo scrivere prima “se non fosse stato per te” e dopo “Che cosa non devo a te!” perché incorniciare quella frase così appassionata con un freddo “voi” mi sembrava fuori posto.
      Dopo ho riletto molte volte quel brano, e l’originale mi è sembrato sempre di più una sorta di “crescendo” che culminava in quel “dearest, loveliest”. In termini musicali, è come se a qual punto ci fosse stato bisogno di un accordo dissonante (una settima diminuita, per esempio) per accompagnarci nella riposante tonica di “You taught me a lesson…”
      Mi sono un po’ dilungato, ma quando ho letto il tuo commento, mi è subito tornato in mente il momento in cui ho tradotto quel capitolo, i dubbi che ho avuto e la graduale convinzione che lì un bel “tu” (quasi uno squillo di tromba, per tornare alla metafora musicale) ci stesse proprio bene.

      Rispondi
    2. Sophie

      Ho letto la sua traduzione, Giuseppe. Il crescendo di emozioni nel discorso di Darcy si percepisce bene e quel “tu” nel punto di svolta mi sembra appropriato, per riprendere il termine del mio commento precedente, non storpia. Nella traduzione di Fabbri Editore il “tu” tra Darcy ed Elizabeth inizia ad esserci da questa frase:
      “Conoscevo abbastanza il tuo carattere per essere certo che se tu mi fossi stata assolutamente contraria, l’avresti detto francamente e apertamente a Lady Catherine .”
      Con tutto un altro risultato!

      Rispondi
    3. Sylvia-66

      Mi infilerei in questi scambi sulla traduzione per ore ed ore! Grazie, Giuseppe, per il tuo contributo “dal vivo”. E grazie, Sophie, per aver posto la questione.
      Questa è un’arte difficile e delicatissima. Come i commenti di Sophie dimostrano molto puntualmente, basta un’inezia (qui: il “tu” usato con troppa fretta o leggerezza, in anticipo rispetto al flusso emotivo veicolato dalla narrazione e dalle stesse parole), e subito la musica stona (questo non accade nella traduzione più attenta e “intonata” di Giuseppe).

      Rispondi
    4. Sophie

      Infatti ho avuto un po’ di timore nel segnalare quest’impressione, non avendo nessuna competenza a riguardo. Immagino quanto sia un lavoro difficile e pieno di dubbi! Comunque è solo la sensazione di una lettrice 🙂

      Rispondi
  21. romina angelici

    Il discorso di Darcy è in crescendo: una confessione-sfogo che lo porta a mettersi completamente in discussione nonché ad ammettere i propri difetti (di educazione) e che però culmina nella tenerezza più dolce, nell’arrendevolezza mostrata ad Elisabeth, rivolgendosi a lei in quel modo perfettamente tradotto passando dal genenrico e formale voi al tu: le regole della cortesia e dei rapporti sociali sono ormai infrante, questo è il momento in cui fra loro inizia ad instaurarsi un sodalizio molto più intimo e paritario. E qui ci vuole lo squillo di trombe: si amano!

    Rispondi
  22. Elisabetta

    Quest’ultima parte è bellissima, succedono così tante cose!!
    Prima abbiamo la visita a Pemberly dove si intravede la possibilità di una nuova proposta, interrotta probabilmente dalle sciagurate lettere sulla fuga di Lydia..
    Il cambiamento di lui e di lei sono così marcati, ma anche così graduali che giunti alla fine si rimane shoccati per i tanti cambiamenti avvenuti..
    Come anche nelle altre tappe, ho letto O&P in contemporanea con Mr Darcy’s diary, ed è stato molto bello e interessante vedere l’evoluzione e tutti gli avvenimenti dal suo punto di vista.
    Lo consiglio vivamente per chi, come me, è curiosa di conoscere anche l’altra faccia della medaglia, di scoprire eventi che Jane Austen ha appena accennato e anche di scoprire un piccolo sequel sulla vita successiva al matrimonio!

    Rispondi
    1. Sylvia-66

      Un ottimo consiglio, Elsabetta!
      Tra l’altro, leggere Mr Darcy’s Diary parallelamente a O&P fa apprezzare ancora di più il lavoro svolto da Amanda Grange. Lo stesso capita anche con la trilogia di Pamela Aidan.
      Di certo, si tratta in entrambi i casi delle “riscritture” di O&P che ho trovato più rispettose e piacevoli.

      Rispondi
    2. romina angelici

      La Aidan diventa più rispettosa proprio in quest’ultima parte e procedere a due voci è stato molto emozionante senza perdere di vista comunque l’insuperabile originale (anzi, apprezzandolo ancora di più)

      Rispondi
  23. Sylvia-66

    (chiedo scusa preventivamente a Jane Austen per quanto sto per dire)
    Nel cap. 56, nel duello all’ultimo sangue tra Lizzy e Lady Catherine, c’è una frase di Lizzy che a me è sempre sembrata un manifesto rivoluzionario!

    […] Sono solo decisa ad agire nel modo che, a mio giudizio, possa rendermi felice, senza renderne conto a voi o ad altre persone che mi sono totalmente estranee.
    e due righe più sotto:
    “Né dovere, né onore, né gratitudine”, replicò Elizabeth, “hanno qualsivoglia diritto su di me nel caso in questione. Nessuno di questi principi sarebbe violato dal mio matrimonio con Mr. Darcy. […]

    La prima volta, ebbi un sussulto. Siamo nel 1813 e una gentile signorina decorosamente e doverosamente anonima, già autrice di S&S, scrive una roba del genere! Non ci leggete anche voi un sussulto di autodeterminazione di genere e di classe? In breve, di femminismo e rivoluzione borghese?
    Lizzy è, sì, figlia di un gentiluomo ma è anche di ceto inferiore rispetto a Lady C. e Mr Darcy e rivendica il diritto ad essere scelta come moglie, a prescindere dal ceto.
    Inoltre, rivendica a sé, donna, il diritto di scegliere essa stessa autonomamente, pure in barba al “dovere” sociale.
    Sul serio, ogni volta mi stupisco che nessuno, ai vecchi tempi, si sia accorto della portata… sovversiva di queste parole.
    (scusa, Zia Jane, se mi prendo questa libertà!)

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  24. Sylvia-66

    Ahimé, siamo alla fine!!! Ma oggi, se volete chiacchierare in lungo e in largo del romanzo, di questa lettura che abbiamo fatto inseme, e di qualunque cosa che vi passi per la mente su P&P, vi aspetto per un tè delle cinque dedicato ai nostri “Commenti finali”.

    E domani: proclamazione vincitore Giveaway!

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  25. Phoebes

    Che tristezza, il GDL è già finito! Che meraviglia, però! Davvero non riuscivo a smettere di ascoltare!

    Vorrei dire veramente tante cose, ma mi limiterò a parlare di Lizzy e Darcy!
    Prima di tutto, che emozione quando si rivedono a Pemberly!! E che bello quando Darcy parla con gli zii Gardiner e Lizzy è fiera di loro, perché anche se sono commercianti sa che non la metteranno in imbarazzo come gli altri suoi parenti! Ma soprattutto, che piacevolissimo shock vedere Darcy comportarsi in maniera tanto diversa, così affabile, semplice e gentile!
    Povera Lizzy, quante settimane di doloroso tormento ha dovuto passare, sopportando la gioia della sorella irresponsabile, pensando che in quel modo ogni possibilità di felicità era per lei ormai preclusa! E si è dovuta sorbire pure le lamentele della zia! Bellissimo comunque il Capitolo 56, quando Lady Catherine de Bourgh arriva a Longbourne per scongiurare il matrimonio! Se non avessi già amato tanto Lizzy, avrei sicuramente iniziato a farlo sentendola rispondere per le rime alla terribile Lady Catherine! Questo personaggio non manca mai di stupirmi: la sua prepotenza e presunzione sono veramente incredibili! Mi stupisce soprattutto che una donna così altolocata non si faccia scrupolo di mostrarsi maleducata verso coloro che ritiene inferiori (ovvero praticamente tutti!).
    Ma non riesco a prendermela troppo con lei, visto che proprio a questa sua sfuriata dobbiamo la felice conclusione della storia d’amore tra Lizzy e Darcy! 😀
    Bene, per ora penso possa bastare! Vorrei dire altre cose, ma… le rimando al commento generale! 🙂

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    1. Sylvia-66

      Mi piace la nota sul lungo tormento di Lizzy dopo la bomba-Lydia. Aveva cominciato ad amare Darcy, ed il loro rapporto si era finalmente rasserenato ed instradato nel modo più roseo possibile… ed ecco quella scellerata che combina un guaio di proporzioni gigantesche per tutta la famiglia!
      Ma ecco il Cupido involontario, Lady Catherine, che in questa in veste mi fa sempre molto ridere, che soddisfazione!

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  26. tina

    carissime anche io come voi adoro tanto il personaggio di Darcy, perchè è proprio come dev’ essere un uomo, – orgoglioso e fiero, ma anche generoso. Volenteroso perchè dimostra che ha voglia di migliorare il suo carattere, correggendo i suoi difetti per la persona amata.e anche io ho vissuto con lizzie l’imbarazzato ed emozionato incontro di Elisabeth con Darcy nel parco di pemberley…. ogni volta quando arrivo a quel capitolo mi immergo nel sogno romantico di due anime gemelle … che si incastrano perfettamente l’una all’altra .. uno tutto d’un pezzo .. serioso ed intelligente … ostinato come elisabeth troverà in essa la vivacità e l’ironia che li manca. bellissimo. ma ancora ho notato la differenza dell’incontro nel derbishire .. cotrapposto a quello cinematrografico.. che invece avviene in casa mentre la curiosità di lizzie tende lo sguardo dentro una stanza dove vi era lui e la sorella georgiana che suona il pianoforte… e a questo proposito ho notato anche la differenza di carattere di georgiana darcy che è timida nel libro mentre nel film l’hanno resa assai vivace.
    un’altra osservazione che ho fatto nel libro è il parlare molto del padre di darcy in maniera molto positiva … ma per niente della madre — si parla spesso del padre ma non della madre.. non lo trovate strano?

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    1. Sylvia-66

      Ah, Mr Darcy, un uomo ideale ed imperfetto che, proprio come dici tu, pur con tutti i suoi difetti è comunque generoso e sa migliorare. Credo sia proprio questo che ce lo rende così amabile.
      Hai ragione! Del padre di Mr Darcy si parla ma della madre abbiamo pochissimi indizi se non le poche parole dette da Wickham o Lady Catherine (di cui è sorella). E’ anche vero che, se non ci fosse necessità di raccontare la storia tra Darcy e Wickham, anche del padre avremmo solo le buone parole di Mrs Reynolds.
      Mi piace molto, però, il fatto che dei due genitori parli solo Darcy, alla fine del libro (cap.58), in un momento molto bello e romantico, con Lizzy. Anche se, ancora una volta, è soprattutto la figura del padre ad essere ricordata.

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