La selezione dalla rassegna stampa dedicata al Bicentenario di Pride & Prejudice oggi torna a 20 giorni prima del glorioso anniversario, precisamente all’8 gennaio, quando il quotidiano La Repubblica pubblica un grande servizio dedicato a quest’opera e alla sua geniale Autrice: Il segreto di Jane – Perché continuiamo ad amare Orgoglio e Pregiudizio di Elena Stancanelli.
Prima di lasciarvi alla lettura, è bene precisare che l’articolo contiene una clamorosa svista e qualche imprecisione.
Proprio in apertura, viene indicato che la data di uscita del romanzo è il 29 gennaio 1813. Ovviamente, la data è il 28 gennaio, come dimostrano gli annunci pubblicati sui quotidiani The Morning Post e The Morning Chronicle di quel giorno (per consultarli, si vedano i link in fondo al post).
Un’altra affermazione azzardata è quella riguardante l’editore Thomas Cadell, che non era il “più prestigioso editore londinese” (lo era di certo Murray, che poi divenne effettivamente il fortunato editore di Emma e i postumi Persuasion e Northanger Abbey), come mi ha ricordato Giuseppe Ierolli in una chiacchierata su questo articolo.
Inoltre, a rivolgersi a Cadell non fu esattamente Jane ma suo padre, il reverendo George, che molti anni prima, nel 1797, aveva inviato all’editore non esattamente Pride & Prejudice ma First Impressions, cioè la prima stesura del romanzo, accompagnandola con una lettera che (con tutto il mio rispetto, Rev. Austen) sarebbe stata degna di comparire proprio nel romanzo che presentava come ottimo esempio di prosa epistolare quanto meno maldestra, se non proprio “à la Mr Collins”… Leggendola, non ci si può stupire che il manoscritto sia stato restituito senza nemmeno essere letto! Per leggere e scaricare l’intero articolo:
☞ Scribd (potrebbe essere richiesta una registrazione)
☞ Rassegna stampa di Zeroviolenzadonne.it (in PDF)
Ad integrazione dell’articolo, il 28 gennaio Repubblica TV ha pubblicato un breve servizio sull’anniversario di quel giorno.
Nemmeno in questo caso mancano leggere imprecisioni: nell’occhiello, la Jane Austen’s House Museum diventa “Hause” (alla tedesca); nel video, viene detto che Chawton si trova “a Hampshire” come se lo Hampshire fosse una città e non una contea (“in Hampshire”).
Per saperne di più
☞ Gli annunci pubblicitari apparsi il 28 gennaio 1813 sui quotidiani, nel post Oggi sento che devo scriverti
☞ La lettera che il Rev. George scrisse all’editore Cadell per proporre First Impressions, sul sito jausten.it
Innanzitutto speravo di trovare il tuo post perché per me questo del venerdì è diventato un appuntamento irrinunciabile;
secondo, confermo che c’è telepatia tra noi perché non so da quanto tempo cerco di aprire l’articolo dal sito di repubblica (da quando me lo avevi segnalato) e non sono mai riuscita e ora eccolo qui per magia (tua)!
infine certo non sempre a scrivere di lei sono persone competenti e ferrate in materia ma è sempre bello poter leggere di lei e vedere riconosciuta l’importanza della sua opera.Grazie.
(Felice di esserti stata utile!)
Carissima, sono pienamente d’accordo. Nonostante i tanti refusi e le tante imprecisioni che spesso leggiamo negli articoli o ascoltiamo nei servizi dedicati a Jane Austen, possiamo solo essere contente che se ne parli. Chi la conosce, può trarre ulteriori occasioni di approfondimento.
E chi ancora non la conosce, potrebbe essere incuriosito a farlo! – probabile primo passo verso una salutare dipendenza…
Bello leggerti e vedere la tua preparazione sull’argomento!
L’articolo me l’ero perso; certo, ha fatto un bell’errore proprio dopo due righe…però, mi ha fatto piacere leggere che ci avevo visto bene e che c’era un legame(oh mio Dio perdonate il mio pensiero blasfemo!!!) una tra il Diario di Bridget Jones e Orgoglio e pregiudizio.
p.s.grazie per il tuo commento al mio post su P&P, ti rivelo che ritengo migliore Laurence Olivier a livello di interpretazione, trovo che abbia più personalità e te lo dico da accanita fan di Colin Firth, che nel ruolo di Darcy resta cmq affascinante, ma a suo tempo ancora poco espressivo.
un abbraccio Alessandra
Sì, superate le prime righe ho trovato anch’io qualche osservazione opportuna: mi è piaciuta la definizione di “scintillio dei dialoghi” perché rende proprio l’idea dell’effetto che hanno i duelli verbali da lei intessuti e condivido il fatto che abbia “inventato donne la cui intelligenza ci sembra di non riuscire a doppiare”. Interessante anche quel sito perché offre un’ampia rassegna per i frequentatori non assidui della carta stampata.