Jane Austen, l’immortale. Un’intervista su L’Indro.it

Questo è un tè delle cinque in trasferta, offerto lo scorso 12 marzo sulle pagine culturali della testata giornalistica L’Indro.it, dove Ilaria Piovan mi ha gentilmente invitata a fare due chiacchiere sull’eterna modernità di Jane Austen e sul perché le donne e gli uomini di oggi siano sempre più conquistati dall’arte narrativa di questa geniale scrittrice inglese.
Buona lettura!

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Jane Austen, l’immortale

di Ilaria Piovan – L’Indro.it

(articolo pubblicato il 12/03/2015 su L’Indro.it: http://www.lindro.it/0-cultura/2015-03-12/170550-jane-austen-limmortale)

Miti letterari che non tramontano
Jane Austen, l’immortale
Letta, riletta e adorata, Austen non smette di fare proseliti, come ci spiega Silvia Ogier

di Ilaria Piovan – L’Indro.it

Alzi la mano chi, dopo una giornata particolarmente pesante, in preda allo sconforto, non ha preso in mano un romanzo di Jane Austen per staccare la spina e lasciarsi trasportare nel suo mondo “semplice” caratterizzato dal tè delle cinque, balli sfavillanti e battute di caccia. I suoi romanzi non sono, però, solo un fantastico esempio di “coccola letteraria” da fine giornata, ma anche perfetti manuali di rapporti sociali e relazioni tra uomo e donna. Arguta, profonda e mai banale, la scrittrice inglese, nata nel 1775 a Steventon nello Hampshire e morta nel 1817, a 42 anni, era dotata di un’ironia raffinata e amava scoperchiare la cappa di mediocrità ed ipocrisia dietro cui si nascondeva la buona società inglese. Ma per conoscere al meglio questa straordinaria scrittrice lasciamo la parola a Silvia Ogier, appassionata ad esperta di Jane Austen, nonché presidente della Jane Austen Society of Italy e perfetta padrona di casa del blog Un tè con Jane Austen.

– Passano gli anni, ma Jane Austen resta un mito intramontabile per gli appassionati di letteratura. Cosa rende immortale questa scrittrice?

Rispondo prendendo a prestito le parole di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (non a caso scelgo le parole di un uomo) che di questa scrittrice geniale ha tracciato uno dei ritratti più accurati: «La Austen è uno dei pochi romanzieri che ha davvero creato un mondo», un mondo nel senso più vasto e variegato del termine, un vero microcosmo letterario popolato da personaggi indimenticabili, espressione delle mille sfaccettature dell’animo umano, in cui tutti, in ogni luogo e in ogni tempo, ci riconosciamo. Parla solo di ciò che conosceva bene, cioè della vita quotidiana come riflesso della più vasta società, ma lo fa «in modo assolutamente spregiudicato», con dosi industriali di pungente ironia e attraverso eroine educatamente anticonformiste, che ci conquistano a mani basse. Il tutto veicolato da una scrittura fascinosissima, perfetta e poetica, in cui ogni parola, ogni virgola, non è mai banale ed è carica di significato: per dirla ancora con Tomasi di Lampedusa, Jane Austen «è uno di quegli scrittori che richiedono di esser letti lentamente: un attimo di distrazione può far trascurare una frase che ha un’importanza primaria: arte di sfumature, arte ambigua sotto l’apparente semplicità».

– Nel tuo caso quando e come è scoppiata la passione per Jane?

Rispetto alla media, che sembra essere intorno ai 13-14 anni, ho scoperto Jane Austen quando ero già grandicella: a vent’anni, rincorrendo i film di e con Laurence Olivier, incappai in ‘Orgoglio e Pregiudizio’ del 1940, e rimasi folgorata. Pochi giorni dopo, curiosando tra gli sconti di una bancarella di libri, adocchiai il romanzo e lo comprai subito: lo divorai in tre giorni e due notti. Avevo trovato la mia casa, il mio mondo, e da allora, non ho mai smesso di conoscere meglio questa autrice, e di rileggerla periodicamente.

Orgoglio e Pregiudizio, 1940

Greer Garson e Laurence Olivier, Orgoglio e Pregiudizio, 1940

– Tramite il tuo blog ‘Un tè con Jane Austen’ organizzi incontri e club di lettura. Chi vi partecipa? Sono soprattutto donne dallo spirito romantico o vi partecipano anche uomini?

La mia sala da tè austeniana è frequentata anche da uomini (in una percentuale assai minima, non lo nascondo), il che è comunque clamoroso se si considera che in Italia, purtroppo, si tende a pensare che Jane Austen sia ‘roba da donne’, con un’accezione negativa, frettolosamente confusa con romanzi rosa, chick-lit, tazze da tè, trine e merletti, e tutto l’armamentario dei più stucchevoli stereotipi del romanticismo. Chi sostiene questo non ha mai letto una sola riga delle sue opere: Jane Austen è ben lontana dai luoghi comuni e dai facili sentimentalismi, anzi, ne ride con la graffiante ironia per cui è famosa. Leggere per credere.
Dal dicembre 2010, cioè da quando ho aperto la mia sala da tè austeniana nella blogosfera, ho organizzato molti gruppi di lettura online. Dal 2014, sono diventati una realtà, dapprima con ‘Un tè con Jane Austen’ organizzato a febbraio dalla ‘Libreria delle Donne di Bologna’, un incontro che ha visto un’intensa partecipazione. In seguito, la prestigiosa Biblioteca Salaborsa di Bologna ha chiesto alla ‘Jane Austen Society of Italy’, l’associazione culturale di cui sono cofondatrice e presidente, di collaborare per creare un vero ‘Jane Austen Book Club’. Dallo scorso ottobre, fino a giugno 2015, ci troviamo in biblioteca una volta al mese per condividere le opinioni sui libri letti: tutti i romanzi, in ordine di pubblicazione, nonché le lettere e infine una biografia (Jane Austen. I luoghi e gli amici, di Constance Hill, scoperta, tradotta e curata da JASIT, edita da Jo March). Un’immersione totale in Austenland!

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Questi incontri sono stati una vera sorpresa: in media, sono presenti oltre 100 persone (in maggioranza donne, sì, ma non mancano gli uomini), anche da fuori Bologna o regione. Il pubblico è quanto di più eterogeneo, per età ma anche per esperienza austeniana poiché, accanto alle veterane, non mancano le neofite, né le voci discordanti (i gusti individuali sono sacrosanti). Dopo una mia introduzione al libro protagonista dell’incontro, cominciano gli interventi del pubblico, sempre molto pertinenti e partecipati, tra risate e approfondimenti. Grazie a Jane Austen, si stringono persino nuove amicizie. L’interesse e l’entusiasmo sono palpabili.
Qui, come già accaduto nei gruppi di lettura virtuali del mio blog, con mio immenso piacere, chi commenta si sofferma sulla propria esperienza di lettura attraverso gli aspetti caratterizzanti la scrittura di Jane Austen: l’esposizione delle sfaccettature dell’animo umano, la sopraffina caratterizzazione dei personaggi, i dialoghi sapientemente orchestrati, l’abilità nell’uso del discorso indiretto libero, i temi sociali e storici che affiorano dalle sue pagine… Degli stereotipi pseudo-romantici di cui sopra nemmeno l’ombra. Chi partecipa sono donne, e alcuni sparuti uomini, animati da passione per la buona scrittura, un cibo per la mente che Jane Austen dispensa in modo inesauribile.

– Tra le varie trasposizioni cinematografiche dei suoi libri qual è la meglio riuscita, a tuo parere, e perché?

Forse perché il mio impriting austeniano è stato un film, sono una grande appassionata degli adattamenti per lo schermo, grande e piccolo, ma la vera motivazione è che mi permettono di confrontarmi con diverse interpretazioni delle opere di Jane Austen. Non ho una trasposizione preferita in assoluto: periodicamente, me le riguardo tutte. O quasi: di certo, non guarderò mai più il ‘Mansfield Park’di ITV del 2007, in cui ogni elemento è decisamente sbagliato, a partire dall’attrice scelta per il ruolo della protagonista, per finire con la trama che stravolge radicalmente l’originale.
Tuttavia, ho i miei preferiti. Alcuni appartengono a quel periodo d’oro della Austen Renaissance che iniziò nel 1995 con l’iper-famoso sceneggiato ‘Orgoglio e Pregiudizio’ della BBC, ‘Ragione e Sentimento’ di Ang Lee (sceneggiato da Emma Thompson, premiata con l’Oscar) e ‘Persuasione’ del regista Roger Michell. Amo molto anche il controverso ‘Orgoglio e Pregiudizio’ del 2005, di Joe Wright. Ho rivalutato ‘Mansfield Park’ di Patricia Rozema del 1999, un’interpretazione molto libera ma davvero interessante e soprattutto ben realizzata. Un ottimo film è il biografico ‘Io, Jane Austen’ (titolo originale, molto più evocativo: Miss Austen Regrets), di Jeremy Lovering del 2008, che racconta gli ultimi anni dell’autrice attingendo con maestria alle lettere e alle biografie dei familiari. Potrei continuare ancora per molto, con gli sceneggiati televisivi, ma mi fermo qui.
Segnalo soltanto una chicca: la web serie ‘The Lizzie Bennet Diaries’, una geniale trasposizione in chiave moderna di ‘Orgoglio e Pregiudizio’, del 2013, da guardare a perdifiato su Youtube.

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– C’è un romanzo in cui esce fuori maggiormente il pensiero della ‘vera Jane’?

Credo che ogni appassionato così come ogni studioso darebbe una risposta diversa, indicando un romanzo diverso, di certo quello preferito, ma, rendendosi conto di non poter rinunciare a nessuno degli altri, finirebbe col rispondere “tutti”. La ragione è semplice: Jane Austen è ovunque, in tutte le sue opere. Ogni romanzo, dal frizzante ‘L’Abbazia di Northanger’ allo sfuggente ‘Mansfield Park’, contiene tutti gli elementi, letterari e meta-letterari, che caratterizzano la sua autrice, pur avendo una “personalità” specifica. Se dovessi consigliarne uno per fare la sua conoscenza, non esiterei ad indicare ‘Orgoglio e Pregiudizio’, perfetta macchina romanzesca, dal carattere solare ed appassionante, con personaggi indimenticabili e molto umani. Che è anche il mio preferito, ovviamente.

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– La vita privata della Austen è stata raccontata nella pellicola ‘Becoming Jane’ con Anne Hathaway. Pensi sia un tentativo riuscito? Abbiamo delle fonti certe su cui poter ricostruire la sua vita?

Becoming Jane è un film molto romantico ma, da un punto di vista filologico, pur avendo alcuni pregi, lavora molto di fantasia. È ispirato ad una biografia molto discussa, di Jon Spence (2003), che parte da un’ipotesi minuscola, il flirt con Tom Lefroy, e costruisce una storia romanzesca. Questo flirt è l’unico esplicitamente raccontato dalla stessa Jane nelle lettere sopravvissute alla severa selezione operata dalla sorella Cassandra. Si tratta comunque di pochi accenni, insufficienti per ricostruire la realtà dei fatti.
Se si cerca maggiore aderenza alla realtà, coniugata ad un alto valore artistico, assai preferibile è il film ricordato più sopra, Io, Jane Austen, dove la vita dell’autrice è raccontata con accuratezza.
Per quanto di lei si sappia relativamente poco, anche a causa della distruzione della maggior parte delle lettere a cui accennavo, è pur vero che ne abbiamo a disposizione 161 e, soprattutto, sono arrivati fino a noi i cosiddetti ‘Memoir‘, cioè le biografie scritte da alcuni familiari di Jane, a cominciare dal Memoir of Jane Austen (Ricordo di Jane Austen) scritto dal nipote James Edward Austen-Leigh, nel 1870.
Lettere e ‘Memoir‘ sono una fonte imprescindibile per ricostruire la vita della scrittrice. In particolare le lettere sono piacevolissime da leggere: vi si trova la vera voce di Jane Austen, arguta e frizzante, che coincide perfettamente con quella dei romanzi, così che le lettere diventano quasi un’ulteriore opera letteraria.

Lettera scritta da Jane Austen alla sorella Cassandra, 24-26 dic. 1798

Lettera scritta da Jane Austen alla sorella Cassandra, 24-26 dic. 1798

– Jane Austen può essere definita un’antesignana delle femministe?

L’argomento è molto dibattuto. Sempre più spesso, negli ultimi anni, una parte della critica letteraria e, più in generale, i mezzi di informazione tendono a definirla “proto-femminista” ma è un termine che trovo sbagliato, anche soltanto per una semplice questione temporale: basti pensare che il femminismo aveva già avuto la sua consacrazione filosofica nel 1792, con la pubblicazione della ‘Rivendicazione dei diritti della donna’di Mary Wollstonecraft, quando Jane aveva diciassette anni. Sappiamo per certo che possedeva una copia di un romanzo filosofico, ‘Hermsprong’, ispirato all’opera di Wollstonecraft, ed era un’attenta lettrice anche di giornali. Dunque, conosceva queste idee ed il dibattito che ne era nato. Eppure, non c’è traccia di una sua esplicita dichiarazione a favore (o a sfavore) nelle lettere o nei romanzi e dubito che ne avremmo mai trovata una, non sarebbe stato nel suo stile.
Tuttavia, nei suoi scritti troviamo temi ed elementi che parlano del mondo da un punto di vista femminile, veicolando modelli di giovani donne anticonformiste rispetto ai rigidi schemi sociali dell’epoca, coscienti del proprio valore come esseri umani, che pretendono uguaglianza nel rispetto e che agiscono in modo autonomo per dare forma alla loro vita, secondo le loro condizioni. E in questo senso, sì, Jane Austen è femminista.
Sarebbe facile prendere ad esempio Elizabeth Bennet, la brillante e popolare protagonista di ‘Orgoglio e Pregiudizio’, che dice di no a ben due proposte di matrimonio soprattutto perché prevaricanti la sua dignità: i due pretendenti (in particolare il secondo, quel Mr Darcy perfetta espressione del ruolo sociale dominante) danno per scontato che lei, seconda di cinque femmine ancora nubili, senza altro a raccomandarla che il suo vivacissimo cervello in una società che non sa che farsene, dirà di sì perché è questo che la cultura dominante si aspetta da una donna.
È mia opinione che il femminismo di Jane Austen abbia una proclamazione inconfutabile altrove, in ‘Persuasione’, l’ultimo romanzo scritto (1816, pubblicato postumo nel 1817): in un emozionante dialogo tra la protagonista Anne e il Cap. Harville, in poco più di due pagine l’autrice rivela con logica disarmante tutto quanto c’è da sapere sulla condizione femminile e sulla differenza di genere. Duecento anni fa, quando queste cose non avevano neppure un nome.

da Persuasione, di Roger Michell, 1995

da Persuasione, di Roger Michell, 1995

– Noi donne moderne abbiamo ancora bisogno di trovare conforto tra le pagine dei suoi libri?

Senza ombra di dubbio! Anche perché tra quelle pagine troviamo molte altre cose mirabili. Personalmente, a vent’anni trovai (e trovo ancora oggi, che di anni ne ho qualcuno di più) il modello di donna a cui ispirarmi costantemente, il modello di uomo che vorrei avere al mio fianco e il modello di coppia che voglio costruire, il genere di persone da cui fuggire a gambe levate, il tipo di rapporti interpersonali che voglio coltivare. Oltre a bellissime storie, scritte con perfezione e poesia, universali ed eterne, che superano i confini del tempo e dello spazio e delle culture. Ecco perché sono romanzi che possono, anzi, devono essere letti anche dagli uomini moderni.

☞  Jane Austen Society of Italy (JASIT)
☞  Jane Austen Book Club di Biblioteca Salaborsa e JASIT
☞  Tutto il privilegio che reclamo, il tè delle cinque del 7 marzo dedicato al dialogo sulla differenza di genere
☞  Da Vedere, tutti gli adattamenti austeniani per il grande ed il piccolo schermo

Silvia Ogier

4 pensieri su “Jane Austen, l’immortale. Un’intervista su L’Indro.it

  1. Letizia

    Ritorno finalmente al tuo blog, mia cara, dopo millenni di lontananza ^_^ e leggo con grande piacere questa tua intervista sulla zia Jane, scorrevolissima come tutti i tuoi tè delle cinque!

    Ovviamente la porta del mio blog è sempre apertissima, sto cercando di riprenderlo un po’ in mano dopo averlo accantonato per una serie di piccole vicissitudini personali…

    un abbraccio!!!
    Letizia (www.metedinchiostro.blogspot.com)

    Rispondi
    1. Silvia Ogier Autore articolo

      Carissima Letizia, è con immenso piacere che ti ringrazio di essere passata di qui! – soprattutto perché mi annunci che sei tornata… A prestissimo, dunque, e un grande abbraccio anche da parte mia.

      Rispondi
    2. elevergois

      Cara Silvia,

      Mi scuso con lei se scrivo “cara” Silvia, perché in francese non sarebbe ammesso, ho visto con sollievo che i commenti da parte dei lettori (des hommes) non sono a priori messi da parte. Ho letto con piacere le (non tutte perché il perché di queste passioni letterarie è senza limiti) origini della sua vocazione austeniana e le mando i miei piu ammarativi complimenti per i progressi del suo sito e i suoi magnifici sforzi per far conoscere l’opera della Austen. I commentatori, che non hanno probabilmente distrutto tre a quattro volte la propria vita per qualche ragione profonda d’amore, passioni, ecc. forse non capiscono che miss Jane ( attraverso quella cosa davvero impossibile chiamata matrimonio, o “lien conjugal”, impossibile cosi per dire) fà cercare alle sue eroine un modello ideale, ed è questo sforzo continuo costituisce il vero suspense un po (mutatis mutandis) come nell opera di stendhal il quale dice che “l’unico affare della mia vita è stato l’amore”. Al di là di questo è una interessante preparazione alla “scelta” di un amore che ne valga la pena. Una specie di Bilsdungsroman per giovani donne che “dovrebbero” impare tanti passi di questi libri prima di scegliere, anche un lotta accanita per far coincidere amore e dignità — se si pensa alla condizione delle donne in quei tempi. Adesso magari sembra un po cambiato, per via della cosi detta “liberazione” — anche se ancora tanti uomini dovrebbero scusarsi. Ma chi puo essere all altezza di un Mister Darcy? cordialmente.

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