Questo post nasce dalla visione di un grande film, tra i migliori che siano stati tratti dai romanzi di Jane Austen, quel Persuasion, di Roger Michell, prodotto dalla BBC nel fatidico 1995, un vero anno di grazia per gli adattamenti austeniani.
L’ho rivisto con immenso piacere proprio ieri sera, afferrando d’istinto il DVD dalla mia libreria (o meglio, quella porzione di libreria che ho inevitabilmente ribattezzato “altarino austeniano”).
Chiedo scusa preventivamente a chi leggerà e, soprattutto, a chi scrisse queste righe perché le ho estrapolate dal loro contesto naturale, sforbiciando impunemente la scena di cui fanno parte.
Ma se questa, almeno a mio avviso, è in generale la parte che meglio rappresenta l’opera (ma anche la vita…) di Jane Austen, queste frasi in particolare sono quelle che più di tutte hanno il misterioso, invincibile, inalterato potere di toccare e smuovere le fibre della mia sensibilità.
Ma basta chiacchiere, forse avete già capito di quale scena, anzi, capitolo di Persuasion sto parlando e senza indugi lascio che a parlare ora sia soltanto l’inarrivabile zia Jane, attraverso Anne Elliot, durante una conversazione molto intensa con il Cap. Harville originata dalla domanda retorica di quest’ultimo a proposito della effettiva profondità e conseguente costanza dell’amore nelle donne.
(Anne) «[…] Sì. Noi certamente non vi dimentichiamo così presto come voi dimenticate noi. È un nostro destino piuttosto che una nostra virtù. Non possiamo fare diversamente. Viviamo a casa, quiete, chiuse, e i nostri sentimenti ci tormentano. Voi siete costretti ad agire. Avete sempre una professione, delle occupazioni, affari di qualche specie che vi riportano subito nel mondo; e l’occupazione e il mutamento continuo fanno presto ad indebolire le impressioni.
[…] Anzi, sarebbe troppo duro per voi se fosse diversamente. Voi avete difficoltà, privazioni e pericoli più che a sufficienza con cui lottare. […] Non potete disporre né del tempo, né della salute, né della vita. Sarebbe davvero troppo duro» la voce le tremò «se i sentimenti di una donna si dovessero aggiungere a tutto questo.»
(Cap. Harville) […] Ma lasciate che vi faccia notare che vi sono sfavorevoli tutte le leggende, tutte le storie sia in prosa che in poesia. […]
(Anne) […] Per favore, nessun riferimento a esempi nei libri. Gli uomini hanno avuto tutti i vantaggi nel raccontare la loro storia. Hanno avuto un’educazione più completa; hanno avuto la possibilità di usare la penna. Non ammetto che i libri possano provare nulla.
[…] Sarei del tutto spregevole se osassi supporre che il vero affetto e la costanza siano conosciuti soltanto dalla donna. No, vi credo capaci di tutto ciò che è grande e buono nella vostra vita matrimoniale. Credo che siate all’altezza di ogni sforzo importante, e di ogni pazienza domestica fino a che, se mi permettete l’espressione, fino a che avete uno scopo, un oggetto. Intendo, fino a che la donna che amate è viva, è viva per voi. L’unico privilegio che reclamo per il mio sesso (e non è un privilegio invidiabile, non avete bisogno di desiderarlo) è quello di amare più a lungo, quando l’esistenza o la speranza sono svanite.»
(Jane Austen, Persuasione, cap. XXIII, oppure vol. II, cap. XI – l’edizione italiana qui riprodotta è nella traduzione di Giulietta Cardone Cattaneo per BUR, Rizzoli, Romanzi, 2007, cap. XXIII, pagg. 1280-1284)
Buongiorno! Anch’io adoro “letteralmente” questo versione del 1995…Ciaran Hinds mi piace tantissimo ed Amanda Root è meravigliosa!!! Anch’io ho l’Altarino “Jane Austen”…mi dispiace solo che non ci siano molte versioni in italiano dei suoi film…
Un caro saluto e Buon Anno a te, *Maristella*.
Sì, questo film è sempre molto emozionante, credo che Amanda Root, per Anne Elliot, abbia fatto un lavoro di un livello paragonabile a quello di Jennifer Ehle per Elizabeth Bennet. Buon anno anche a te!!
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Ci sono dei passi dei romanzi austeniani che generano ogni volta brividi d’emozione…pochi scrittori, io credo, ci regalano questi attimi che si rinnovano ad ogni rilettura…meravigliosa, impareggiabile Zia Jane!