Avevo promesso a me stessa che mai avrei parlato di questo libro nei miei tè con Jane Austen. Non volevo dargli ulteriore visibilità, ne ha già fin troppa grazie al sapiente lavoro dell’uff. marketing della casa editrice.
Mi sono decisa a farlo solo perché voglio impedire che altre persone, in assoluta buona fede come me, cadano nella trappola della bieca industria editoriale austeniana. O almeno, vorrei che la loro scelta fosse fatta con cognizione di causa.
Sedetevi comodi e servitevi più volte di tè e biscotti (se non siete deboli di stomaco)…
Intorno al Ferragosto del 2010, mentre mi aggiravo nella mia libreria di fiducia semi-deserta, ho adocchiato questa copertina, decisamente furbetta, con una gentile signorina in perfetto stile Regency ma… sbrindellata e sanguinolenta. Orgoglio e pregiudizio e zombie. Ma certo, ne avevo già sentito parlare. Non solo io, a quanto pare, visto che la fascetta di copertina ricordava che aveva già venduto un milione di copie.
Sì, il nome dell’autore accanto a quello di Jane Austen mi sembrava un azzardo al limite dell’arroganza, però… Non amo il genere (anche se in gioventù non mi sono sottratta alla visione della Notte dei morti viventi del maestro Romero) ma l’idea di reimpastare O&P in salsa zombie mi restituiva una sensazione di puro divertimento, tanto le due cose sono distanti l’una dall’altra!
Pensandoci bene, la contaminazione dei generi non mi sembrava fuori luogo. In fondo, qual è il genere romanzesco che divertiva tanto Jane Austen, talmente tanto da farne una parodia in Northanger Abbey? Il gotico. Dal quale hanno avuto origine altri generi, tra cui quello dell’orrore. Insomma, un senso austeniano c’era. Inoltre, mi pareva che i due protagonisti si prestassero perfettamente ad una trama oscura – la battagliera Elizabeth ed il misterioso Darcy – e che le altre figure potessero essere trasformate e piegate alle ragioni della letteratura di questo genere… E sia! Lo comprai. E lo lessi.
Ecco ora il racconto della mia deludente esperienza. E le ragioni di un’impietosa stroncatura.
CAPITOLO 1: UN DUBBIO SI INSINUA
Le prime pagine strappano più di un sorriso divertito, è vero, ma già accendono la lampadina d’allarme: il testo è IDENTICO all’originale, solo leggermente semplificato nella sintassi e nel lessico, nonché nella lunghezza degli scambi, delle descrizioni e delle frasi. Spuntano, ma solo per un breve accenno, spade affilate ed arti marziali orientali, crani spaccati e corpi divorati, gesta eroiche e codici d’onore ma senza essere mai contestualizzati.
Va bene, siamo alle prime battute, vediamo che succede in seguito.
Così passano i primi capitoli, con il dubbio che si autoalimenta sotto la soglia di coscienza, finché non diventa certezza…
CAPITOLO 5: NON C’E’ PIU’ ALCUN DUBBIO
Questa è né più né meno una ricopiatura di O&P con qualche inserto estemporaneo, ficcato dentro come un cuneo di ferro tra due pezzi di marmo. Un po’ come quelle tesi di laurea compilative redatte in fretta e furia con un copia-incolla da altre tesi o altri testi ma arricchito da pochi e brevi pezzi scritti ex-novo.
In realtà, si tratta di una tecnica creativa precisa, chiamata mash-up (letteralmente: schiacciare, ridurre a poltiglia), ma dev’essere “creativa”, appunto, e non fine a se stessa.
Se il titolo è “Orgoglio e pregiudizio e Zombie”, si dà a questi ultimi una dignità di protagonisti assoluti. Invece qui i morti viventi compaiono poche volte e per di più ridotti a mere figure di decorazione, per dare un po’ il sapore dello sbrindellamento orrorifico, quel tanto che basta per una spruzzatina di splatter (che va tanto di moda), e quasi spariscono negli ultimi capitoli per ritornare, sparuti, solo in poche righe alla fine.
Il tutto è condito da “cineserie” striminzite mai contestualizzate e rese, per questo, quasi incomprensibili – come le guardie del corpo ninja, lo shaolin (meglio conosciuto come “kung fu shaolin”: è l’arte marziale praticata dai monaci buddisti del tempio cinese di Shaolin, detto “il tempio dei monaci guerrieri”), il dojo (il luogo deputato all’allenamento nelle arti marziali). Le stesse arti marziali, che qui sono tecniche indispensabili per la lotta agli zombie, vengono ridicolizzate senza pietà.
Il capitolo 31 è mirabile in tal senso: Elizabeth esegue una dimostrazione delle proprie capacità eseguendo una verticale su una sola mano, appoggiata alla punta di un solo dito – il che può ancora funzionare ma il punto è che resta così per altre due pagine, mentre intreccia uno dei più pepati scontri verbali con Darcy, e conclude degnamente camminando per la stanza sui soli polpastrelli, come un fenomeno da baraccone.
Nessun elemento horror assurge mai a vero e proprio protagonista, resta tutto sullo sfondo fino a diventare chiaro che è solo un mero pretesto commerciale. Chi ama il genere non può che restarne assai deluso se non infastidito. Chi ama O&P non può che chiedersi: a che pro?
OOPS, A FORZA DI USARLO ANCHE IL COPIA-INCOLLA SI INCEPPA
Cineserie senza senso e zombie ridicolizzati a parte, il “CRTL C – CTRL V” si dev’essere un po’ inceppato in alcuni punti. Forse per tentare di giustificare l’operazione, qualcuno alla casa editrice deve aver avuto il lampo di genio di provare a far finta di cambiare qualcosa, così nessuno può dire che sia una ricopiatura al 100%.
Prendiamo il caso di Charlotte Lucas. Condannata a vivere 27 anni da zitella vituperata da tutti (in un’epoca in cui l’unica carriera femminile consentita era “sposarsi”), nell’originale di Jane Austen ha una sufficiente realizzazione del suo destino nel matrimonio con il viscido ed inetto Mr Collins, in cui comunque dimostra una sottile ed ammirevole intelligenza. Ma qui è l’unico personaggio a restare contagiato ed a trasformarsi in zombie, subito dopo il matrimonio. Potrebbe essere una metafora crudele sui matrimoni male assortiti se l’autore non le facesse dire che, essendo condannata alla morte-non morte, si sposa per godersi un po’ la vita. Con Mr Collins?! Ma che male gli ha fatto la povera Charlotte?
Il cattivo della situazione, Wickham, invece, qualcosa di male lo ha fatto. Il bell’imbusto viene punito per le sue malefatte con un castigo quasi offensivo per la sua banalizzazione: reso semi paralitico da Darcy stesso in virtù del su citato codice d’onore guerriero, viene ripetutamente umiliato con riferimenti all’incapacità di trattenere i liquidi corporei o di parlare propriamente.
Ma la ciliegina sulla torta è una frase, una semplice frase, che l’autore appioppa ad Elizabeth. Su questo punto ho letto su Anobii numerosi commenti simili al mio quindi non sono io ad essere diventata improvvisamente bacchettona. Ecco di che cosa si tratta.
Abbiamo appena assistito ad una dichiarazione d’amore senza alcun inserimento ex novo di atmosfera sulfurea o zombesca ed Elizabeth (che nei punti “inseriti” viene vista sempre pronta a staccare la testa a chiunque la guardi vagamente storto) ci appare in tutto il suo tripudio di virgineo imbarazzo, esattamente come l’ha voluta Jane Austen. Ed ecco che, interrogata da sua sorella Jane su come si sia innamorata di Darcy, Elizabeth risponde (pag. 352) “[…] penso che tutto risalga al giorno in cui ho visto come i pantaloni gli aderivano ai gioielli.”
Va bene, stiamo fingendo di sguazzare nel fango e nella sporcizia degli zombie, ma arrivare a battute banalmente volgari appiccicate lì senza alcun senso narrativo proprio non è accettabile, a prescindere da Jane Austen.
Se questo è l’assemblaggio di pezzi diversi…
CHI E’ L’AUTORE/COPIA-INCOLLATORE
Stando alle note di copertina e ad altre fonti, Seth Grahame-Smith, classe 1976, è scrittore anche per la tv ed il cinema specializzato nel genere horror. L’idea di pasticciare O&P gli è venuta dal suo editore, Jason Rekulak (presso la casa editrice Quirk Books), che gli ha proposto di (testuali parole di Wikipedia EN) “mescolare una trama zombie nel romanzo noto al grande pubblico, creando effettivamente uno dei primi “mash-up” letterari”.
Il mash-up, termine molto usato ed ormai ben codificato in informatica e in musica, nel campo letterario indica un testo fatto di pezzi di altri testi. Un assemblaggio. Una specie di Frankenstein, per intenderci. Che può essere bello, nel suo genere, per quanto mostruoso.
Non mi intendo di opere d’intelletto assemblate perciò potrei sbagliare clamorosamente. Però a me questo sembra un espediente banale per giustificare questa bieca operazione commerciale. Un assemblaggio credo debba avere una sua dignità finale e non essere fine a se stesso. Come invece è questo romanzo. Che così riesce in un colpo solo a massacrare un capolavoro assoluto della letteratura mondiale e a far travisare il vero senso di una tecnica creativa relativamente nuova e piena di potenzialità inesplorate. Complimenti!
CONCLUSIONE
Nella mia mente di Janeite, la scelta di comprarlo e leggerlo era nata dall’idea (desiderio?) che si trattasse di una riscrittura di O&P in chiave parodica/orrorifica, proprio come L’Abbazia di Northanger lo fu del romanzo gotico – da cui il genere horror discende.
Mi sono sforzata anche di prenderlo come metafora della vita. Magari non troppo sottile e profonda ma pur sempre metafora: la società crudele che stritola la personalità e la libertà individuale delle persone facendone morire l’anima, rendendole così morti viventi. Ma temo di dare troppa nobiltà a questa arida operazione di marketing, utile solo al conto corrente della casa editrice statunitense e a colui che si fregia del nome di scrittore – arrivando ad accostare il proprio nome a quello di zia Jane in copertina. Alla luce della sua prestazione di scrittore, questo sì che è un reato di lesa maestà.
In generale, per quanto sia ricopiato, nelle mani sporche di questi mercanti di libri il mio adorato O&P perde di mordente, si snatura, non è più lo stesso romanzo, è una pallida idea di ciò che è veramente anche perché non diventa qualcos’altro, come sarebbe lecito aspettarsi dal titolo, ma resta il fantasma (e non certo un morto vivente) dell’originale. Un’ottima occasione sprecata malamente!
A chi ama Jane Austen… A chi ama il genere horror e gli zombie in particolare… A chi non ha mai letto O&P… dico: non sprecate tempo e denaro e DIMENTICATE CHE QUESTO LIBRO ESISTE!
…MA NON E’ FINITA QUI!
– Il film – Di questa prodezza del marketing editoriale si vuole fare un film in cui il Nostro figura come uno dei produttori (quindi con facoltà decisionale nella realizzazione). Si è favoleggiato di Natalie Portman o Anne Hathaway nel ruolo di Elizabeth Bennet, il regista è cambiato già 4 volte… Ogni settimana c’è una novità. Ma del film, nemmeno un ciak. Forse qualcuno ha capito qualcosa. NB: il film uscirà in prima mondiale il 4 febbraio 2016!
– il Prequel – Dawn of the dreadfuls (di Steve Hockensmith) in cui si spiega come la nostra Elizabeth è diventata la più feroce cacciatrice di zombie, senza tralasciare amori impossibili e allenamento da guerriera. Guarda il booktrailer.
– il Sequel – Dreadfully ever after (di Steve Hockensmith) in cui, durante la luna di miele, Darcy viene morso da uno zombie. Elizabeth dovrà accaparrarsi un miracoloso antidoto per salvare il suo amato bene. Guarda il booktrailer.
Et voilà, la trilogia è fatta!!
Nooo…
Ho letto tutto il tuo commento e mi hai fatto morire dal ridere, sebbene non sarebbe il caso di ridere.
L’autore quindi non è nemmeno riuscito ad essere coerente con ciò che ha deciso di creare se mette in scena 3 tipi differenti di Elisabeth: una mostruosa, una ancora capace di arrossire, una volgare ad anche arrapata!
E’ proprio vero che certa gente cerca di cavalcare l’onda del successo solo per soldi e senza alcun rispetto per i lettori.
Cerchiamo di non caderci…
Ciao cara, grazie della recensione!
No comment!!! Devo dire che la copertina e soprattutto l’idea del “romanzo” m’incuriosiva, ma dopo aver letto la tua recensione ho proprio cambiato idea!!!
E poi, sarò troppo tradizionalista, ma non mi piace che vengano ripresi dei romanzi così importanti e modificati in questo modo orribile. Il mash-up dovrebbero lasciarlo solo ai musicisti…come ai Linkin Park…quelli sì che sono capolavori!!!
Grazie per avermi aperto gli occhi!!!
Buon fine settimana,
Cri
Buonasera Sylvia…insomma è un cattivo minestrone (senza offendere i minestroni che sono così buoni!).
Ti ringrazio, ma anche a me questo genere, che ora va molto di moda, mi annoia a morte!
Un caro saluto, *Maristella*.
brrrrr….!!!!
Ma non per la tua recensione…
Già per se, il genere non mi attira affatto (e non c’ho pensato neanche una volta di prenderlo in lettura), ma dopo aver letto la tua stupenda ed ironica recensione, confermo la mia apriori idea: non fa per me… non davvero… no grazie.
Kiss, kiss!
mia delizia,
come tu sai son caduta in errore e lo comprai …. e come ancor sai non son riuscita aleggerle, ne son rimasta altamente disgustata …. qs. è un emerito ……. ad aver sfiorato O&P … credo che oscurerò la sua immondizia dal libro per far respirare ancor i nostri amati .. delle belle linee nere di pennarello e provateci a chiamarla censura?
bisou
Aldina
se prima avevo qualche dubbio ora ho l’assoluta certezza che questo libro sia un’emerita ciofeca, benchè non lo abbia letto. Mi chiedo come si possa pubblicare un simile insulto a un grande romanzo, a prescindere dal fatto che si della Austen (lo stesso discorso varrebbe per qualsiasi altro romanzo). Se non sbaglio ne hanno già fatto anche il film….
Comunque la tua recensione è fantastica!
La cosa che mi ha più insospettita è stato leggere sulla copertina che l’autore aveva letto O&P da ragazzo e non gli era piaciuto… salvo poi cambiare idea magicamente quando gli hanno proposto di “scrivere” questo libro e allora non ha avuto dubbi sul fatto che O&P fosse perfetto per un simile “esperimento”… chissà come mai ha avuto un tale repentino cambiamento d’idea… saranno mica i dollaroni????!!!
Mai e poi mai leggerò un libro del genere!
E’ triste pensare che tanti scrittori di talento (me compresa) non avranno mai un’occasione, mentre questi ciarlatani fanno soldi a palate…
Credo che difficilmente qualche star accetterà di far parte del cast del film: c’è da perdere la credibilità a mischiarsi ad un simile progetto…
@cri-val: condivido pienamente il commento sui Linkin Park, quelli sono geni!!!!
😉
Anch’io l’ho comprato, incuriosita da come veniva descritto nell’ retro copertina, dopo 5 capitolo mi sono rifiutata da andare avanti, l’avrei bruciato… Non posso far altro se non concordare
Innanzitutto, devo ringraziarvi @tutte per la pazienza che avete avuto a leggere tutto questo sproloquio… E’ curioso (o forse patologico?) che più un libro non mi piace, più cose ho da dire…
In realtà, sapendo che molti “non austeniani” si sono scandalizzati per lo scandalo suscitato tra gli “austeniani”, ho preferito dilungarmi sulle ragioni che spingono noi Janeite a bocciare questa EMERITA CIOFECA (per parafrasare @Aldina e @Nicky).
@Silvia: abbi fede! Lo so che è desolante e talvolta persino scoraggiante ma il passaparola è una grande risorsa (…a proposito: come mai io no ho ancora letto il tuo libro????… dove posso trovarlo?… So che la mia cara Miss Claire lo sta leggendo… adesso vengo dalle tue parti a cercarlo…)
Ti ho scritto tutte le info sul mio libro su anobii!
😉
Già l’immagine di copertina mi aveva infastidita, perchè indubbiamente di cattivo gusto. Leggendo la tua recensione poi non ho avuto ulteriori dubbi: libro da non acquistare mai!!!
Ciao 🙂
Grazie, grazie davvero del tuo post! Ero tentata di prenderlo, ma ora ho cambiato decisamente idea!!
Che brutta roba quel libro!!
Grazie ancora e W Jane Austen! 🙂
ossignur! insomma una tragedia su più fronti! forse avrebbe avuto più senso fare il film ed evitare il libro… ma visto che il materiale di partenza è così scadente forse anche no.
Non sono mai stata tentata di leggere questo libro. E adesso ancora meno! 🙂 Un abbraccio
Giuliana
Nooo, non è possibile che si possa partire da un capolavoro della letteratura per demolirlo così! io credo sia una vergogna, come può una casa editrice promuovere un testo così ignobile? e per fortuna non l’ho mai letto, mi sto solo basando sulla tua recensione! Già la copertina mi avrebbe impedito di prendere in mano questo libro se lo avessi visto in libreria!
Grazie della recensione cara!
Un’abbraccio
ne avevo già sentito parlare e sempre malissimo…
credo che non cadrò nella trappola del marketing della casa editrice
@AM: benvenuta e grazie per il tuo commento! La cara zia Jane vince sempre e comunque su tutto e tutti, decisamente. (P.S. ma quanto è bella la Snoopy-mappa dell’amico perfetto che ho visto sul tuo blog!!)
@Clau: ma sai che anch’io ho pensato che sarebbe stato molto meglio evitare questo scempio e partire subito con una sceneggiatura ed il film…
@Eri: bentornata!!!!
@Pupottina: benvenuta anche a te! E sì, dobbiamo resistere alle trappole del marketing (non ci riesco sempre ma mi sforzo…)
Grazie mille…ero quasi tentata!!! :DDD
Mi sono assolutamente rifiutata di comprarlo quando uscì e mi confermi che ho fatto bene. Mi sembrava un vero scempio e la lettura dell’interno copertina me l’ha confermato facendomi rabbrividire (quello sì!!). In una libreria degli Stati Uniti ho visto “Sense and Sensibility e mostri marini”!!!. Non dico altro…
Ciao @ML, e benvenuta nella sala da tè!
Ebbene, una mia cara amica, Austeniana di ferro, sostiene che la pessima impressione che mi ha fatto questo libro sia dovuto alla traduzione, non proprio felice. Se dovessi cimentarmi con la versione originale, non mancherò di aggiungere qui un commento.
..e devo confessarti che la versione “mostro marino” di S&S potrebbe presto essere oggetto di una lettura nell’altro salotto, OF&NF, con le Lizzies, giusto per capire se questo nuovo filone dei derivati austeniani ha una qualche consistenza creativa al di là dei fenomeni commerciali.
A presto e grazie per il tuo commento!