I tè speciali mi piacciono molto, soprattutto quando sono legati alle persone a cui mi sento particolarmente affine e con cui condivido la passione per le magie della cara Zia Jane.
Perciò, dopo il tè delle cinque dedicato alla creatività pittorica di Aldina, ecco un tè dedicato alla creatività letteraria di un’altra amica regalatami dalla blogosfera, Mara
Non so se capita anche a voi ma, quando una persona che conosco scrive e pubblica un libro, io mi sento direttamente coinvolta: innanzitutto mi precipito a comperare l’opera come segno tangibile del mio sostegno al suo lavoro e, una volta iniziato il libro, la lettura diventa un’esperienza davvero unica, un misto di partecipazione emotiva e curiosità oggettiva e… orgoglio un po’ infantile di essere tra le persone che possono dire “la conosco!”. Se poi il libro mi piace molto, vengo presa da un entusiasmo che cerco di far diventare il più possibile contagioso.
Oggi ho intenzione di contagiarvi, quindi, facendo due chiacchiere su questo romanzo, La rivoluzione segreta, un giallo letterario che mi ha catturata fin dalle prime pagine e con tutti gli ingredienti che mi piacciono: un intrigo che affonda le radici nella letteratura e deve essere risolto tra biblioteche, manoscritti, diari ed epistolari, mistero e avventure, riflessioni e intrecci tra Storia, realtà e finzione, il tutto scritto davvero bene, in un italiano forbito ma scorrevolissimo, con una struttura romanzesca solida, personaggi ben caratterizzati, – originale, mai banale o scontato. (E persino qualche riferimento a Jane Austen!)
Nel panorama editoriale odierno, fustigato dalle mode e povero di qualità, questi elementi basterebbero a far gridare al miracolo… e invece Mara ha dovuto autopubblicarsi per poter condividere questa sua avventura letteraria con chiunque ami la buona lettura.
Per scoprire i retroscena e la genesi di questo bel libro, ho tempestato di domande la paziente Autrice e, tra un’e-mail e l’altra, ne è nata questa chiacchierata, alla quale vi invito nella speranza di suscitare ancora di più la vostra curiosità di avidi Lettori e Lettrici.
Ma prima di iniziare con le mie elucubrazioni in forma di domanda, ecco la sinossi raccontata proprio da Mara e che prendo a prestito dal suo stesso blog:
Ho voluto raccontare la storia di una scrittrice dimenticata vissuta tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, in un’epoca di forti tensioni sociali, di risveglio della coscienza femminile e di una significativa esplosione della letteratura delle donne. Il libro è articolato su due piani temporali, quello del presente, in cui una giornalista e uno studioso di letteratura attraversano l’Inghilterra alla ricerca di indizi per la decifrazione di un antico manoscritto, e quello del passato, cui dà voce il diario segreto di una poetessa inguistamente scomparsa dalle cronache. Tra biblioteche opulente, archivi preziosi, pagine ingiallite, lettere nascoste e oscuri misteri, sullo sfondo della campagna britannica imbevuta dei colori dell’autunno, i due protagonisti inseguono la soluzione di un enigma che restituirà al mondo la storia di una rivoluzione segreta ispirata ad un intenso, insopprimibile ideale di libertà.
Diamo il benvenuto a Mara, dunque!
1) Conoscendo alcuni aspetti della tua vita di appassionata lettrice, bibliofila, insegnante e ricercatrice, so bene che questo libro nasce dalla tua esperienza ma nessuno meglio di te può raccontare come è nata questa storia, quanto tempo e quante energie hai impiegato per darle la forma che mi è piaciuta tanto. Perciò, ti pongo la domanda di rito (ma mai come ora necessaria): come nasce questo libro?
M. – “Scrivi di ciò che conosci” è la regola ricorrente suggerita agli aspiranti narratori da tanti scrittori professionisti, tra le pagine dei manuali e durante le lezioni di scrittura creativa. La rivoluzione segreta nasce come conseguenza di questo motto, che nel corso della stesura ho percepito non solo come raccomandazione, ma anche come un bisogno. Tre anni fa uscivo dalla scrittura di una tesi di dottorato dedicata a un’autrice inglese oggi poco nota la cui biografia mi aveva del tutto affascinata: e smessi i panni e le naturali costrizioni imposte dal ruolo di “studiosa” ho sentito la necessità di parlare ancora di lei con maggiore libertà, immaginando di gettare luce sui momenti oscuri della sua vita, in un’atmosfera più lieve eppure più emozionale, quella della fiction. La mia storia scaturisce dal desiderio di onorare questa autrice e, in senso più esteso, di rendere una sorta di ringraziamento alle tante bellezze della cultura britannica. I brani del libro a loro più propriamente dedicati sono quelli che sono usciti più fluidamente dalla penna (dalla tastiera, dovrei dire); un po’ più complicato è stato architettare l’impianto di sapore mystery della storia, che ha richiesto molta concentrazione, molto del mio tempo libero e frequentissimi cambiamenti, cancellazioni e riscritture.
2) Hai intrecciato realtà storica e finzione letteraria molto sapientemente non solo perché hai concepito un intreccio giallo di “archeologia” letteraria, condendolo con altri sotto-intrecci più prettamente gialli (che non distraggono affatto ma sono perfettamente funzionali alla trama), ma anche perché hai scelto come protagonista (fisicamente assente ma spiritualmente molto presente) una scrittrice tra fine 700 e inizio 800 che è frutto della tua fantasia – ma non troppo.
Puoi raccontarmi qualcosa di lei, Allegra, come personaggio del tuo romanzo (ma senza spoilerare, ovviamente), e della figura reale a cui affermi di esserti ispirata?
M. – Il literary mystery è un genere che mi appassiona e che riempie la mia libreria, e per questa mia prima avventura da romanziera non potevo scegliere diversamente! Adoro le storie che saltano dal presente al passato, condendo la realtà con la fantasia e viceversa, e in La rivoluzione segreta ho tentato di riprodurre questo tipo di schema narrativo. Allegra Bourget, la protagonista dei capitoli del libro ambientati nel passato, è una donna straordinariamente colta, di spirito gioioso, una poetessa di fama, un’insegnante eccezionale, un’autrice che frequenta i più prestigiosi circoli intellettuali del suo tempo e la protagonista di una vicenda biografica davvero triste, quasi tragica. Una donna con la quale la Storia è stata ingenerosa. Questi sono gli aspetti che ha ereditato dalla figura reale alla quale mi sono dapprincipio ispirata, la scrittrice Anna Letitia Barbauld (1743-1825), della quale compaiono nel mio libro anche alcuni versi (le ho dedicato un sito in inglese: https://sites.google.com/site/aikinbarbauld/). Il resto della vicenda che la coinvolge è frutto della mia fantasia e di tutte le fervide elucubrazioni che hanno riempito i mesi in cui scrivevo la mia tesi.
3) Pur non essendo in alcun modo direttamente legato a Jane Austen, in questo libro il suo nome ricorre nelle esperienze di uno dei protagonisti. E poiché vedo la cara Zia sempre, comunque e dovunque, sarei pronta a giurare che il suo spirito aleggi costantemente in queste tue pagine, al di là delle citazioni dirette. Mi sbaglio? Se sì, fino a che punto?
(Ti confesso che, nel leggere come Allegra sia definita “maestra di tutto” e “madre della nostra mente”, per me è stato immediato accostare persino lei proprio a Jane Austen! Per non parlare del fatto che l’unica biografia di Allegra sia stata scritta da una nipote… Come non pensare al Memoir di James Edward?… Sono inguaribile!)
M. – Jane Austen vive sempre dietro le quinte di quello scrivo, e il suo nome è scivolato quasi autonomamente fuori dalla mia penna! Ci sono però dei reali tratti comuni che la avvicinano ad Anna Barbauld / “Allegra Bourget”. Innanzitutto la breve vita di Jane rientra interamente negli anni della vita di Barbauld; nessuna delle due ebbe figli, anche se Barbauld si sposò e li desiderò; entrambe coltivarono affettuosi e duraturi rapporti con i loro nipoti (Barbauld ne adottò uno) e amavano trascorrere il loro tempo insieme ai giovani, che le idolatravano. La citazione che riporti (“maestra di tutto” e “madre della nostra mente”) è ripresa da una lettera che un allievo di Barbauld, ormai adulto, scrisse ad un compagno di scuola parlando della loro amatissima insegnante. Inoltre, sia Jane che Barbauld erano straordinarie conversatrici; i loro spiriti erano frizzanti, e amavano condire di ironia i loro scritti; e last but not least, perché è una componente fondamentale di tanta storia letteraria femminile, erano figlie di un reverendo che generosamente apprezzava i loro sforzi artistici, mentre la relazione con la figura materna si rivelò per entrambe più difficile, meno spontanea, ricca di incomprensioni e di scontri.
4) Se fosse un film (francamente, credo si presti moltissimo), da femminista incallita quale sono mi rammaricherei del fatto che gli attori protagonisti sono quasi tutti uomini mentre solo due sono le figure femminili protagoniste. Eppure, a ben guardare, il ruolo femminile è fondamentale.
Anna, la giornalista dalla famiglia molto cosmopolita, è un’eroina inconsapevole, che mi ricorda molto quegli eroi involontari e recalcitranti che, ad esempio, tanto amava un grande maestro del giallo cinematografico come Hitchcock. Si ritrova invischiata in un affaire ben più grande di lei e all’inizio non pensa ad altro che a liberarsi dell’impiccio, nonostante la sua natura di giornalista di inchiesta. Poi, trascinata dagli eventi (soprattutto nella figura di Henry Walden, lo studioso), il fascino irresistibile per il mistero che avvolge la figura dell’oscura scrittrice pre-romantica la conquista.
E proprio lei, Allegra, è l’altra grande protagonista.
Due donne, una dei tempi che furono ed una contemporanea, per un mistero letterario che si intreccia con la Storia. Non è un caso , vero? Stiamo parlando del ruolo delle donne, figure gregarie, negli eventi pubblici, convenzionalmente nelle mani delle figure dominanti della società, gli uomini?
M. – La mia storia riproposta in un film? Sarebbe il culmine del sogno! È vero, in La rivoluzione segreta il campionario di personaggi maschili è senz’altro più numeroso, più variegato e forse più “attivo”, ma nelle mie due protagoniste ho cercato di riversare tutta la sensibility (con il significato che ben conosciamo), tutto il coraggio e l’anelito all’indipendenza, il senso della responsabilità, la spinta emotiva e la forte pazienza delle donne di ogni tempo, che per quanto appaiano figure di secondo piano nella quotidianità, sono le artefici profonde di tanto del bene del mondo. La femminilità, come la vegetazione, costruisce lentamente e senza rumore: ma il risultato sa spesso essere di una bellezza commovente.
5) Addentrandomi nei dettagli più minuti, ho trovato molto amore anche per un luogo fisico, l’Inghilterra, che è anche un luogo culturale. Nulla di quella realtà sfugge al tuo racconto, anche se si tratta di brevi dettagli sparsi qua e là che però aiutano a creare l’ambientazione e, ne sono sicura, a far conoscere meglio quel paese a chi eventualmente non ci è mai stato e lo considera più sulla base degli stereotipi e non dell’esperienza diretta. Come e quando nasce il tuo amore per questo paese e la sua cultura? Si può dire che ti ha portata al tuo lavoro? Sei una frequente visitatrice della sua terra? Conosci direttamente tutti i luoghi citati nel romanzo? Quelli eventualmente inventati hanno un riferimento a luoghi reali? (Il giardino segreto del Museo Jennings..)
R. – Ricordo di essermi innamorata dell’Inghilterra in occasione del mio primo incontro con Shakespeare, al liceo. Sono passati tanti anni da allora, e quel “colpo di fulmine” si è tramutato in una passione totalizzante e forse inspiegabile, tanto che ogni volta che ho la fortuna di tornare nel Regno di Elisabetta mi sento come se fossi a casa. Questo amore mi ha indotta a scegliere la facoltà universitaria che ho frequentato, a intraprendere un percorso di studi prettamente letterario, a diventare un’insegnante di inglese che tra una regola grammaticale e l’altra non riesce ad evitare di parlare con trasporto dei musei, delle campagne, dei castelli, della musica, del mare britannico.
Cerco di organizzare un viaggio ogni volta che posso, anche se è stata la mia permanenza più lunga (era l’estate di cinque anni fa) a consentirmi di gironzolare in lungo e in largo per l’isola e di accedere a luoghi che mi sono rimasti nel cuore (per esempio Chawton!). I setting delle varie scene di La rivoluzione segreta sono luoghi che ho visto e conosciuto: Bristol, Oxford, St. Paul’s Churchyard a Londra li ho descritti con l’occhio della memoria, mentre l’esterno (con annessa cafeteria) della grande dimora di Lord Caulfield è la rappresentazione di un castello scozzese, e il giardino del museo Jennings è riprodotto, come un mosaico, dall’accostamento di scorci di tanti splendidi giardini che ho visitato in Gran Bretagna (uno su tutti, l’orto botanico dell’Isola di Skye, anche questo un luogo di suggestioni letterarie irresistibili…).
6) Infine, ma non meno importante, un altro amore traspare dal tuo romanzo: quello per i libri anche come oggetti (quasi magici, per il potere enorme che racchiudono). Mi sembra evidente anche per chi dovesse conoscerti solo attraverso questo romanzo. Eppure, è disponibile solo in formato elettronico. Presumo sia dovuto a moleplici fattori, tra cui il difficile mondo editoriale italiano in cui pubblicare un’opera prima è estremamente complicato.
(Permettimi una mia digressione del tutto personale: ho letto molte opere contemporanee, italiane e straniere, negli ultimi tempi, tutte regolarmente pubblicate, e nella maggior parte dei casi mi sono stupita che avessero trovato la strada per la pubblicazione, tanto erano banali e talvolta persino piatte e scritte proprio male, tanto da farmi stupire delle buone cose che ho letto, come se fossero state un’eccezione a questa perversa regola di mercato.)
Puoi spiegare perché non si tratta di un’incoerenza? Hai provato a proporlo ad una casa editrice? E come consideri il panorama editoriale italiano?
M. – Per quanto mi sia sforzata di conoscerne i meccanismi, l’editoria italiana è un mondo per il quale fatico a trovare una chiave d’accesso. I consigli elargiti a chi tenta di pubblicare i propri lavori sono molto poco incoraggianti: alcune case editrici rifiutano direttamente i manoscritti, altre oppongono all’entusiasmo dello scrittore lunghissimi tempi d’attesa, e per chi come me è del tutto inesperto la strada verso la stampa del proprio libro è ostacolata purtroppo dal rischio dell’imbroglio, dallo spettro della pubblicazione a pagamento, dalle misteriose figure di certi agenti letterari. C’è chi suggerisce che una tra le vie più sicure sia quella della partecipazione a premi letterari: lo scorso anno ho dunque inviato La rivoluzione segreta ad uno di questi concorsi, e all’esito negativo ho risolto di tentare un’altra strada. Non so se sia stata una buona decisione, ma il fenomeno del self-publishing digitale è per me estremamente interessante: sono una vorace lettrice di ebook, e sebbene anche su di me il libro di carta eserciti un magnetismo tutto particolare, la nuova frontiera della lettura (e quindi della pubblicazione!) su schermo non mi crea alcun disagio. Certo, l’idea di tenere fra le mani un volume “vero”, profumato di tipografia, un oggetto denso di bellezza, lo scrigno di un incantesimo, è allettante… e se ne sta lì sospesa fra i miei sogni. Ma se La rivoluzione segreta avesse nel suo destino di moltiplicarsi in centinaia di file, di viaggiare da un lettore all’altro lungo i cavi della connessione internet, di accendersi sullo schermo di uno smartphone, la soddisfazione e l’orgoglio, per me, sarebbero gli stessi.
Dopotutto, ciò che conta è la lettura.
Ti rinnovo i miei complimenti, Mara, per quest’ottima opera prima e ti ringrazio per avermi regalato ore di piacevolissima immersione nell’avventura della ricerca letteraria nonché nell’amore per i libri ed il loro prezioso, incommensurabile potere.
Scheda del Libro:
– La rivoluzione segreta è NUOVAMENTE dall’aprile 2015 in una nuova edizione:
La rivoluzione segreta
di Mara Barbuni
ISBN: 9786050374414
Editore: Narcissus Self Publishing
Pubblicazione: aprile 2015
Solo ebook. Prezzo: 3,99 €
Acquistabile su:
Amazon (mobi)
Bookrepublic (epub)
Pagina su La Rivoluzione Segreta su Ipsa Legit, il blog di Mara
Il profilo dell’autrice
Note:
– Tutte le immagini del post sono tratte dal blog Ipsa Legit.
Ciao, ho iniziato a seguirti da poco..e complimenti!
con questo post mi hai davvero “coinvolta” 😉 tant’è che ora vado a scoprire qualcosa di più sull’autrice nel suo blog e, chissà, magari comprerò il libro!
Grazie mille, Sofia, per i complimenti e per aver letto questo post. Se leggerai il libro di Mara, non esitare a farci sapere il tuo parere. A presto!